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Collegio sindacale. revisione differenziata nelle pmi con principi ad hoc


Nel corso del X Forum che si è tenuto ieri a Milano, a cura della Scuola di alta formazione dell'Odcec milanese, è stato affrontato ancora il tema del ruolo dei collegi sindacali alla luce delle nuove norme di comportamento approvate dalla categoria il 15 dicembre 2010 ed entrate in vigore dal 1° gennaio 2011.

Lo stesso Siciliotti ha voluto ribadire l'importanza operativa che tali norme assumono nel guidare l'attività dei professionisti che ricoprono incarichi sindacali. “Si tratta - ha detto - di norme di carattere deontologico….. e quindi come tali soggette alla vigilanza degli ordini territoriali nei confronti degli iscritti. Per la loro messa a punto abbiamo scelto la strada del dialogo, rendendo visibili in consultazione i documenti, e abbiamo introdotto il concetto dell'approccio al rischio”.

Nell’affrontare il dibattito sulle norme già approvate e quelle che entreranno in vigore prossimamente, si è sottolineata la difficoltà di fare revisione nelle Pmi, dove è più facile incontrare problemi legati ai maggiori costi e alle complessità amministrative.

Di qui, la proposta di Mario Boella, presidente Assirevi, che ha sottolineato come “potrebbe essere ragionevole ipotizzare, per determinate categorie dimensionali di società di capitali, l'introduzione di un controllo contabile meno oneroso rispetto a quello completo; per esigenze di trasparenza, tuttavia, occorrerebbe attribuire a tale forma di controllo una denominazione che eviti qualsiasi confusione con l'attività di auditing”.

Infatti, proprio il fatto che finora non esistono principi di revisione differenziati per le grandi e le piccole società costituisce uno degli aspetti più problematici dell’attività di controllo svolto dal collegio sindacale, chiamato ora ad affrontare anche il nuovo ruolo di revisore legale.

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