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Sulle agenzie di rating le sanzioni della consob

Arriva il controllo di vigilanza sulle Agenzie di rating, accusate di aver contribuito ad acuire la crisi finanziaria internazionale nelle sue varie fasi, prima perché troppo miopi sulla finanza speculativa, poi perché eccessivamente allarmiste sulla solvibilità di alcuni paesi (si veda Il Sole 24 Ore del 15 settembre). Il Consiglio dei ministri, in attuazione del regolamento della Comunità europea n.1060 del 7 dicembre 2009, successivamente recepito dalla legge comunitaria, ha varato ieri il decreto delegato che attribuisce alla Consob le competenze sulla vigilanza delle agenzie di rating che operano in Italia, prevedendo altresì una attiva collaborazione attraverso lo scambio diretto di informazioni con le autorità del settore (Bankitalia, Isvap e Covip).
La Commissione avrà, quindi, potere di indagine e sanzionatorio sulle varie Standard & Poor's, Moody's e Fitch. La nuova normativa disciplina anche le sanzioni: vengono estese quelle amministrative, già previste in tema di informazione societaria e doveri dei sindaci e delle società di revisione, anche agli analisti e ai dipendenti delle agenzie e ad altri soggetti che partecipano all'emissione dei rating. Per chi non rispetta le condizioni dettate dal regolamento europeo per l'emissione del rating o svolge abusivamente le attività riservate o viola gli obblighi di astensione fissati in caso di esistenza di conflitto d'interessi, ci sarà una multa da 5 mila fino a 500mila euro.
La stretta regolamentare, collocata, a livello continentale, nell'ambito della riforma che prevede la nascita a partire da gennaio 2011 delle tre nuove authority europee (quella sui mercati finanziari si chiamerà Esma e avrà sede a Parigi) è scattata, in realtà, per le agenzie di rating, già il 7 giugno scorso. A partire da quella data, infatti, chi intendeva rilasciare pagelle relative a operatori del mercato europeo ha avuto tempo fino allo scorso 7 settembre per fare la sua domanda di registrazione presso il Cesr (il Comitato delle autorità europee di regolamentazione dei valori mobiliari). Quest'ultimo ha poi provveduto a smistare le domanda alle autorità nazionali competenti. Così, su un totale di circa 40 richieste avanzate in sede Cesr, quelle di competenza Consob sono state 7 (dunque, accanto alle subsidiary italiane delle tre grandi agenzie sopra citate, ci sono anche altri quattro operatori che già hanno presentato la loro application form per poter dare i voti alle società italiane.)
La decisione del consiglio dei ministri di ieri arriva a introdurre con grande tempismo (il regolamento europeo concedeva infatti ai singoli stati 12 mesi di tempo e aveva una deadline fissata al 7 dicembre 2010) una vigilanza di tipo pubblicistico su questo settore. Quello delle agenzie di rating è infatti un campo nel quale storicamente la resistenza ad accettare un controllo esterno è stata molto forte.
Il rating, sostenevano le agenzie, non è altro che un'opinione espressa; se poi, con il tempo questa opinione è divenuta così autorevole da essere utilizzata come una sorta di metro di misura universale per i mercati non è colpa nostra, obiettavano, in particolare, le grandi agenzie americane che si appellavano alla libertà di espressione tutelata dalla Costituzione Usa. Alla fine, sull'onda della crisi finanziaria internazionale è invece prevalsa la necessità dell'interesse pubblico di tutelare il risparmio. Su pressione dei singoli stati, l'Europa ha fatto fronte comune: a vigilare sull'operato delle agenzie non sarà quindi solo l'Italia ma tutti e 27 gli stati dell'Unione.

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