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Addio lavoro a chiamata per studenti e disoccupati

Se la Riforma del Lavoro venisse approvata nell'attuale versione, mettono in guardia i consulenti del lavoro, il cosiddetto job a call sarà destinato a rimanere solo un ricordo, con effetti negativi sopratutto per i soggetti che si intende tutelare.

Il lavoro intermittente, infatti, attualmente é molto utilizzato per l'assunzione di disoccupati di età inferiore ai 25 anni o superiore a 45 anni, gli studenti nei periodi estivi, il fine settimana, festività pasquali e natalizie.

Ipotesi che, diversamente, molto spesso finiscono per rimanere senza alcuna tutela in quanto, a causa dell'occasionalità che li contraddistingue, spesso finiscono per generare lavoro sommerso con conseguenza assenza di ogni tutela.

Il contratto a chiamata é un particolare contratto di lavoro che consente alle parti di regolarizzare esclusivamente un rapporto di natura occasionale. Gli obblighi per le parti scattano nel momento in cui avviene la chiamata ed il lavoratore mantiene gli stessi diritti retributivi e previdenziali di un qualsiasi lavoratore subordinato anche se in misura proporzionale alla prestazione lavorativa effettivamente svolta. Di converso, il datore di lavoro deve applicare analoghi trattamenti degli altri lavoratori occupati in quanto é espressamente previsto il principio di non discriminazione.

Quindi il lavoratore viene assicurato contro gli infortuni sul lavoro ma anche alle gestioni pensionistiche; devono essere garantite le norme in materia di sicurezza sul lavoro e spettano, oltre alla retribuzione per le ore lavorate, anche le mensilità aggiuntive ed il trattamento di fine rapporto.

Certamente non puó riguardare rapporti diversi da quelli occasionali sia perché non vi sarebbe convenienza (il costo del lavoro é proporzionato e comunque non spettano gli incentivi previsti per il contratto a tempo indeterminato), sia perché la norma non lo consente.

La Riforma del Lavoro ridisciplina completamente il contratto di lavoro intermittente prevedendo che la possibilità di ricorrervi é limitata alle ipotesi individuate dalla contrattazione collettiva, territoriale o aziendale.

Purtroppo, finora pressocché nessun contratto ha regolamentato l'istituto che é rimasto limitato alle ipotesi legali previste.

In definitiva, giusta la lotta al precariato ma con scelte mirate a valutarne gli effetti anche perché non si può creare lavoro dove non c'é.