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Mediaconciliazione: sul tavolo ipotesi compromesso


Il compromesso sulla mediaconciliazione, ipotizzato nella riunione del tavolo tecnico con gli Ordini (tra i partecipanti anche il Consiglio nazionale forense) e voluto dal ministro Alfano, vorrebbe l'obbligatorietà dell'assistenza tecnica dell'avvocato per i procedimenti di maggior valore (quota di sbarramento per la riserva legale) e una parziale eliminazione dell'obbligatorietà della mediazione sulla base della materia del contendere.

In quest’ottica, durante l’assemblea, è stata presentata la proposta pensata dagli Ordini forensi di Milano, Roma e Palermo. Si tratta della previsione di una quota di sbarramento tra 7 e 10 mila euro (al di sopra della quota l’assistenza legale si fa obbligatoria) e di un elenco di materie libere dal vincolo dell’assistenza più cospicuo di quello fin’ora diffuso.

Secca è la censura dell'Oua e dell'Associazione nazionale forense. In particolare il presidente dell'Oua, Maurizio de Tilla, bolla l’ipotesi di compromesso come mortificante dei diritti dei cittadini: “favorisce solo i grandi studi e affossa la quasi totalità degli avvocati”. De tilla conclude senz’appello: “Si apra un vero tavolo di confronto, la base di partenza è il rispetto della Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea”.

Anche l'Unione Triveneta (presente alla riunione), insieme all'Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori e l'Unione delle camere civili, hanno elaborato una proposta che prevede l'introduzione nella legislazione della procedura partecipativa di negoziazione assistita da un avvocato. La procedura conciliativa, alternativa al contenzioso, riconosce alle parti il potere di autoregolamentazione dei loro rapporti e agli avvocati un ruolo centrale nell'assisterle nella negoziazione per trovare un accordo.

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