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I chiarimenti delle entrate sul nuovo bonus ricerca


Sono giunte dall’agenzia delle Entrate, con la circolare n. 51 del 28 novembre 2011, le attese spiegazioni sul credito d’imposta per le imprese che finanziano progetti di ricerca in Università o enti pubblici di ricerca.

Si tratta di una sorta di guida all’incentivo per gli anni 2011 e 2012, statuito in via sperimentale dal c.d. "Decreto sviluppo" (Dl 70/2011) per incoraggiare la ricerca scientifica.

Alcuni dei chiarimenti:

- l’accesso al credito è permesso anche alle imprese costituite dopo l'entrata in vigore del Dl sviluppo;

- possono essere agevolate sia le spese sostenute in ricerca fondamentale che in quella industriale e di sviluppo sperimentale;

- sono fuori dal beneficio le spese di ricerca aziendale interna;

- il credito non è soggetto al limite annuale di utilizzo pari a 250mila, introdotto dall’articolo 1, comma 53, della legge 244/2007;

- il credito di imposta è fiscalmente irrilevante (ad esempio, non concorre alla formazione del reddito).

Sull’argomento determinazione del bonus vengono fornite le spiegazioni sul calcolo, accompagnate da esempi pratici. Il bonus è costituito dal 90% della quota di investimenti che eccede la media degli investimenti in ricerca effettuati nel triennio 2008-2010, ed è fruibile in tre quote annuali a decorrere da ciascuno degli anni 2011 e 2012. Si spiega che la misura del credito d'imposta scaturisce da un confronto della media degli investimenti in ricerca effettuati dall'impresa nel triennio 2008-2010 e l'importo degli investimenti effettuati nei periodi d'imposta agevolabili (2011 e 2012). Il computo va effettuato su tre anni, anche se in uno o più di essi l’importo di tali investimenti è pari a zero. Dunque, il meccanismo di calcolo prevede che sia preliminarmente definita la “media degli investimenti in ricerca effettuati nel triennio 2008-2010”, per poi poterla raffrontare con l’importo degli investimenti realizzati in ciascuno dei periodi agevolabili.





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