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Riforma professioni,

Riforma
professioni,
si ricomincia?

Chi pensava che la riforma delle professioni avesse
messo la parola fi ne agli interventi in materia di ordini
professionali, si sbagliava di
grosso. D’altronde, i fautori
e estensori del famigerato
emendamento all’articolo 39-
bis della Manovra fi nanziaria
di luglio 2011 non desistono.
Delusi da una riforma che
ha rafforzato il sistema ordinistico, eccoli tornare alla
carica per tentare di piazzare
nuovi e devastanti interventi. È evidente che agli amanti
del libero mercato non possa
piacere che per esercitare
una professione sia indispensabile essere iscritti a un
Ordine. E ciò non piace per
stretti motivi economici, non
certamente perché si hanno a
cuore i cittadini. Chi predica
la liberalizzazione del mercato dei liberi professionisti
lo fa esclusivamente perchè
vuole acquisire fette del mercato (se non tutto). Un vero e
proprio tentativo di esproprio
di attività che il Cup è riuscito a disinnescare. La teorizzata assimilazione dell’attività professionale a quella di
impresa, base del citato art.
39-bis, ha lasciato il posto a
nuove norme che rilanciano
il sistema ordìnistico. Nuove
norme non tutte condivisibili, come nel caso del praticantato o delle tariffe, ma
che vanno accettate proprio
perché facenti parte di un
impianto complessivamente
di salvaguardia. Chi focalizza
lo sguardo solo su queste criticità, però sbaglia di grosso,
perché perde di vista l’ottica
di sistema. E servirà attenzione perché l’Antitrust è già
ritornato sulla riforma delle
professioni, auspicando nuovamente la liberalizzazione
dei «servizi professionali».
Come se nulla fosse successo in questi mesi. E
dall’Authority arriva anche
la notizia che sarà finanziata con contributi forzosi
delle grandi imprese , situazione non certo favorevole
alla trasparenza dell’azione
amministrativa. Ma anche
nelle bozze di programma
elettorale dei vari partiti sta
di nuovo facendo capolino il
tema della liberalizzazione degli Ordini, argomento assolutamente vacuo di
contenuti. Gli Ordini sono
moderni e aperti al mercato
ma con le dovute garanzie da
offrire al cittadino. Chi vuole
svolgere una libera attività è
benvenuto. Basta acquisire
il titolo di studio, svolgere
il praticantato, superare
l’esame di Stato e iscriversi
all’Ordine.....