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La conciliazione monocratica e` un diritto delle parti

Con la nota del 12 giugno 2009 il ministero del Lavoro ha dettato le Linee guida in ordine alla procedimentalizzazione dell'attivita` ispettiva. Nel documento si spiega che tutta l'attivita` ispettiva richiede un’attenta pianificazione per "dosare" in modo equilibrato le azioni da effettuare a seguito di richiesta di intervento rispetto a quelle da realizzare "di iniziativa”. La fase preliminare, che segue la richiesta di intervento avente contenuto patrimoniale mossa dal lavoratore, prevede un canale prioritario di definizione, ossia la conciliazione monocratica, istituto introdotto con l’articolo 11 della riforma Biagi - Dlgs 124/2004 ("Razionalizzazione delle funzioni ispettive in materia di previdenza sociale e di lavoro, a norma dell'articolo 8 della legge 14 febbraio 2003, n. 30", G.U. n. 110 del 2004) - che rappresenta un diritto per il lavoratore ma anche per il datore di lavoro. Condizione necessaria per l’avvio della conciliazione monocratica e` la presenza nella richiesta di elementi per una soluzione conciliativa della controversia.
Dunque, la conciliazione monocratica non costituisce una facolta` del funzionario della Direzione provinciale del lavoro, ma un obbligo. Se la conciliazione va a buon fine, con l’accordo tra le parti ed il pagamento di quanto dovuto in termini di retribuzione e contributi previdenziali e assistenziali, il procedimento ispettivo si estingue automaticamente.
Altra ipotesi in cui e` prevista la conciliazione monocratica e` il ricorrere, durante l’ispezione di lavoro in atto, dei presupposti per la soluzione conciliativa delle pretese patrimoniali del lavoratore (conciliazione monocratica contestuale). Acquisito il consenso delle parti interessate, l'ispettore informa con apposita relazione la Dpl per l'attivazione della procedura.
Di contro, l'attivita` di iniziativa, si legge nella nota, dovra` rappresentare la via preferenziale di intervento nell’ambito di quei fenomeni di maggior rilievo a livello territoriale meritevoli di massima attenzione come il lavoro "nero", l’interposizione di manodopera, il lavoro minorile.
Gioia Lupoi