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Commercialisti: governo e confindustria remano contro

“I liberi professionisti smettano di acquistare prodotti editoriali e applicazioni informatiche che finanziano una vera e propria macchina della propaganda che vuole distruggerli”. È l’invito, affidato ad un comunicato congiunto, che tutti i sindacati dei commercialisti - Adc, Anc, Aidc, Unagraco, Ungdcec e Unico – rivolgono ai professionisti per rispondere all’atteggiamento di Confindustria (che pubblica tra altri prodotti anche Il Sole 24 Ore), rea di non essere “capace di fare altro che chiedere misure nei confronti dei liberi professionisti, anziché fare sistema insieme a loro contro un blocco sociale statalista trasversale che sta avendo ormai il sopravvento”.

I commercialisti lamentano che il decreto appena approvato non solo non ha introdotto alcuna vera liberalizzazione per il settore, ma ha peggiorato la situazione, ad esempio abrogando la previsione del "giusto compenso" ai tirocinanti. Anche il decreto sulle semplificazioni è atteso con preoccupazione. Le bozze conterrebbero una norma interpretativa che ridurrebbe, di nuovo, i componenti del collegio sindacale da tre a uno per tutte le srl.

Intanto, dal Forum nazionale di Napoli, che ha visto la partecipazione di 25 ordini professionali in rappresentanza di 250mila professionisti in tutto il Sud Italia, così viene commentato il Dl liberalizzazioni: l’abolizione delle tariffe minime è “una misura demenziale”; l’obbligo di mettere per iscritto i compensi è “una inspiegabile concessione alla burocrazia da parte di un Governo che vorrebbe sburocratizzare ma non ci riesce”; le Università sono inadeguate a gestire il tirocinio; la possibilità di aprire gli studi a soci di capitale farà entrare le organizzazioni criminali negli studi.

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