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Fiducia sulle liberalizzazioni. fini obietta

Il cammino della conversione in legge del Decreto sulle liberalizzazioni (n. 1/2012) si presenta quanto mai tormentato.

Il governo Monti ha chiesto all'aula della Camera di votare la fiducia su tale decreto; il provvedimento, se non viene convertito in legge entro il 24 marzo, è destinato a decadere. Da quando si è insediato, il governo tecnico ha posto 12 questioni di fiducia.

La scelta dell'esecutivo ha però irritato il Presidente della camera, Fini, che taccia di insensibilità il governo per aver disatteso le richieste di Lega e Idv di ottenere un chiarimento in ordine alla relazione della Ragioneria generale dello Stato, secondo cui il Dl liberalizzazioni ha cinque norme senza copertura di bilancio, introdotte durante l'esame del decreto legge al Senato.

I dubbi espressi dalla Ragioneria riguardano: le deroghe alle disposizioni in materia di permuta di beni del demanio e del patrimonio dello Stato; le misure che prevedono la possibilità per le pubbliche amministrazioni di saldare i loro debiti utilizzando l'istituto della compensazione; l'aumento di 40 unità della pianta organica dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas per le nuove competenze nel settore idrico.