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Ingiuria anche per l’insulto formulato in maniera afona


Sì alla condanna per ingiuria a carico di chi compia “movimenti labiali, espressivi di una delle parole usualmente utilizzate, per esporre in maniera volgare e diretta, nei confronti di destinatario di sesso femminile, un giudizio negativo sulla eticità di un suo comportamento o del suo stile di vita”.

E’ quanto sottolineato dai giudici di Cassazione nel testo della sentenza n. 8558 del 5 marzo 2012, pronunciata con riferimento ad una vicenda in cui una donna era stata condannata nei gradi di merito per aver rivolto alla vicina di casa le espressioni “faccia di troia, faccia di puttana” senza proferire parola ma solo attraverso il movimento delle labbra.

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