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La “corsa” parlamentare della manovra bis


È iniziato il percorso della manovra bis in Parlamento: si vorrebbe l’approvazione al Senato entro il 4 settembre. E le carte della discussione dovranno essere giocate tutte entro la data citata, perché nel passaggio del decreto alla Camera non ci saranno cambiamenti al testo blindato.

Spunta l’ipotesi di un aumento di un punto, o frazione di punto (0, 2- 0, 5), dell’Iva sui beni non di largo consumo. Altri interventi dovrebbero essere finalizzati: a contenere gli effetti della Robin tax; ad ammorbidire il contributo di solidarietà, su cui la Commissione bilancio del Senato ha alzato la bandiera del rischio evasione, con una soglia minima più alta, da 90mila a 150mila euro, e la considerazione del quoziente familiare; a fissare la patrimoniale sui beni di lusso. Riemerge, infine, la possibilità di un condono o un nuovo concordato fiscale.

Tra le novità della Manovra di Ferragosto, ricordiamo che l’articolo 2, comma 35, dispone la congruità anche per l’anno precedente a quello in corso per restare fuori dall’accertamento da studi. Già la Manovra di luglio era intervenuta sugli studi di settore, prevedendo che la congruità mette al riparo anche dalle norme sulle società di comodo. Tuttavia, il secondo intervento non dovrebbe aver ricadute sul primo: la congruità dell’anno di riferimento, e non anche quella del periodo d’imposta precedente, ed anche per adeguamento, basterebbe a riparare dalla disciplina delle società non operative.

Un’altra modifica, in vigore dal 13 agosto 2011, merita evidenza. In materia di lavoro, l'articolo 8 del Dl n. 138/2011 ritocca l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, con la previsione che la contrattazione aziendale e/o territoriale possa derogare, ad esempio, al divieto di licenziamento e alla garanzia di stabilità del posto di lavoro a tutela dei lavoratori a tempo indeterminato assunti da un'impresa con più di 15 dipendenti. Altre concessioni ai contratti aziendali o territoriali sono fatte in merito alla regolamentazione di materie inerenti l'organizzazione del lavoro e della produzione (orario di lavoro), senza tener conto di quanto fissato dal Ccnl e dalle relative disposizioni di legge e qualora vi sia una buona motivazione: maggiore occupazione; più qualità dei contratti di lavoro; emersione del lavoro irregolare; incrementi di competitività e salario; gestione crisi aziendali e occupazionali; investimenti e avvio di nuove attività. In proposito, il ministro Sacconi si è compiaciuto del fatto che al primo voto in Commissione, il terzo polo si sia unito alla maggioranza per dare parere favorevole alla nuova disciplina del lavoro con gli accordi aziendali, appunto all’articolo 8 della Manovra bis.

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