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Le aziende chiedono aiuto ai lavoratori

Le aziende chiedono aiuto ai lavoratori per ottenere quella liquidità che le banche non garantiscono appieno.
Si tratta del consistente flusso finanziario che ogni mese, quelle con più di 50 dipendenti e limitatamente ai lavoratori che non hanno scelto di conferire il TFR nella previdenza complementare, versano al fondo di tesoreria gestito dall’INPS.

La proposta, partita dalla Presidente di Confindustria, Emma Marcecaglia, riapre una querelle nata alla fine del 2006, in merito all’opportunità di sottrarre alle aziende la liquidità derivante dall’accantonamento del TFR.

Liquidità che, da sempre, le aziende hanno saputo far fruttare ben più della rivalutazione che viene riconosciuta al lavoratore.
È appena il caso di sottolineare che il TFR in ogni caso era e resta dei lavoratori. Qui ci si pone il problema derivante dal fatto che, al venir meno di tale liquidità, non è corrisposto l’equivalente incremento di erogazione del credito alle imprese da parte delle banche.
Dunque la duplice proposta di sospendere per un anno il versamento, ovvero di creare un fondo di garanzia che aiuti il credito alle piccole e medie imprese, merita di essere approfondita.
Infatti fermo restando che ai lavoratori deve essere comunque garantita l’erogazione del TFR, le aziende sono legittimate a perseguire con ogni mezzo il fine di lucro insito nel concetto di impresa.
Dunque investire in azienda i flussi derivanti dal blocco del versamento all’INPS creerebbe un rendimento tale da garantire il successivo versamento anche maggiorato, ad esempio, del tasso legale di interesse.
In ogni caso pur non essendo questa la soluzione al problema della mancanza di liquidità di cui soffrono le aziende potrebbe costituirne una piccola parte. Intanto la Covip interviene sulla gestione della previdenza complementare, rendendo più flessibile lo strumento, dividendo il diritto di portabilità in due.
La possibilità di trasferire la posizione contributiva da un fondo ad un altro infatti, può riguardare, a questo punto, la posizione già maturata (lo stock di contributi e TFR già accumulati) e la posizione ancora da costituire (cioè i versamenti di contributi e TFR ancora da effettuare). Il primo trasferimento non può avvenire prima che siano decorsi due anni d'iscrizione e partecipazione al fondo pensione, mentre il secondo, può aver luogo in qualsiasi momento.

Due aspetti dello stesso istituto, il TFR, che vanno in direzioni opposte. Da un lato la previsione di una gestione sempre più personalizzata in capo al lavoratore della propria previdenza. Dall’altro la necessità per il sistema impresa di usare fondi non propri per la gestione corrente, anche pagandoli a caro prezzo.