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I prezzi di trasferimento cercano criteri aggiornati

Nell’ambito dei gruppi industriali, le operazioni che intercorrono tra le società appartenenti allo stesso gruppo devono essere effettuate alle medesime condizioni che sarebbero state concordate tra società indipendenti. I prezzi di trasferimento infragruppo seguono, cioè, la disciplina della libera concorrenza e vengono determinati basandosi sulle informazioni relative a periodi precedenti rispetto a quello di riferimento (margini lordi e netti). Solitamente, per prassi di derivazione statunitense, si prende in considerazione un arco temporale di 3/5 anni, al fine di mitigare l’effetto delle oscillazioni dovute ai cicli economici e ad altri fattori contingenti. Tuttavia, di fronte ad una significativa alterazione dei normali cicli economici, come quella che stiamo attraversando in questo momento, l’uso di dati relativi al periodo precedente (per esempio periodo 2003-2007) potrebbe portare a determinare risultati troppo lontani da quello di libero mercato. Per tali ragioni, proprio in virtù del principio di libera concorrenza e soprattutto in vista della comparabilità delle imprese, si dovrebbe disapplicare la normale regola di determinazione dei prezzi di trasferimento. Indirettamente, tale principio sembra sottinteso anche dall’articolo 8 del Dl 185/2008, che prevede la possibilità di una revisione degli studi di settore proprio per tener conto degli effetti dell’attuale crisi economico-finanziaria. Ma, se davvero si deve tener conto delle condizioni economiche in essere nell’anno in corso, il problema sta nell’individuare un metodo alternativo per determinare i prezzi di trasferimento dato che difficilmente saranno disponibili per tempo i dati comparabili relativi all’anno che deve fare da riferimento. Così, i gruppi che sono in procinto di approvare i bilanci relativi al 2008 si trovano in difficoltà per la mancanza di indicazioni sia dalla prassi italiana che da quella internazionale. Una soluzione alternativa per il calcolo dei prezzi di trasferimento potrebbe consistere in analisi quantitative di tutte le informazioni disponibili, partendo dalle informazioni storiche delle società comparabili e dalle interpolazioni dei ricavi con il margine, in modo da determinare l’elasticità di quest’ultimo rispetto al fatturato. È probabile che, nella maggior parte dei casi, i margini lordi siano meno sensibili alle variazioni dei cicli economici di quelli netti. In tal caso, sembrerebbe opportuno ricorrere a questo metodo alternativo, almeno fino a quando le serie storiche torneranno ad essere nuovamente attendibili.