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Emissione di fatture per operazioni inesistenti. Fatti di elusione fiscale come indizi

Con la sentenza n. 19708 dell’8 maggio 2013, la Suprema corte di Cassazione ha confermato la decisione di condanna per concorso nel reato di fatture emesse a fronte di operazioni inesistenti, impartita nei gradi precedenti in capo ad un professionista.

La difesa di quest’ultimo si era opposta all’imputazione sostenendo che l’emissione delle fatture da parte del professionista non potesse integrare il reato contestato, ma, eventualmente, un'elusione fiscale.

Diversa la posizione dei giudici di legittimità, i quali hanno evidenziato l’assoluta tipicità che caratterizza la fattispecie dell'emissione di fatture per operazioni inesistenti rispetto al fenomeno dell'elusione fiscale; quest’ultimo – sottolinea la Suprema corte - si contraddistingue per l'effettività delle operazioni negoziali o degli altri comportamenti diretti ad aggirare obblighi o divieti previsti dall'ordinamento tributario.

Senza dubbio, comunque, “anche i fatti di elusione fiscale possono assumere valore indiziario in relazione al reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti”. Era da ritenere corretta, pertanto, la valutazione operata sul punto dai giudici di merito nel caso in esame.