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Congedo straordinario anche per i figli


Si restringe la platea dei lavoratori dipendenti che hanno diritto a prestare assistenza a parenti con handicap grave, mentre gli addetti con mutilazioni o invalidità civili superiori al 50% potranno fruire ogni anno di un congedo per cure di trenta giorni. Ancora, nei casi di interruzione spontanea o terapeutica delle gravidanza le lavoratrici potranno rientrate in azienda in qualunque momento con un certificato medico di idoneità.
Sono alcune delle norme contenute nello schema di decreto legislativo approvato l'altro ieri in prima lettura dal Consiglio dei ministri in attuazione della delega contenuta nel «collegato lavoro» (legge 183/2010) per il «riordino e la riduzione delle possibilità di fruizione di permessi, congedi e aspettative nel settore pubblico e privato».
Il testo è stato presentato dai ministri Maurizio Sacconi e Renato Brunetta dopo un confronto con i sindacati e i rappresentanti delle imprese. Composto di otto articoli, il provvedimento mira a un riordino minimale della normativa per tentare di renderne più trasparente l'utilizzo e per ridurre gli abusi.
I dipendenti, in particolare, potranno prestare assistenza a persone con handicap grave a condizione che si tratti del coniuge o di un parente o affine entro il primo grado o entro il secondo grado solo se i genitori o il coniuge dell'assistito abbiano compiuto i 65 anni o siano essi stessi affetti da patologie invalidanti o, ancora, siano deceduti o mancanti. Inoltre, se l'assistito risiede in un comune distante oltre 150 chilometri dal luogo di residenza del lavoratore, questi dovrà attestare «con un titolo di viaggio o altra documentazione» di averlo raggiunto effettivamente.
Le modifiche sono all'articolo 33 della legge 104/1992, vale a dire la disciplina sui permessi: il «collegato lavoro» ha introdotto l'obbligo per le amministrazione di comunicare al dipartimento Funzione pubblica tutti i dati sui permessi utilizzati. Secondo le prime stime di palazzo Vidoni, nel 2010 sarebbero stati almeno 350mila i dipendenti pubblici che hanno usufruito di permessi in base alla legge 104, per quasi sei milioni di giornate lavorative e un costo di circa un miliardo.
Sempre in materia di assistenza a minori con handicap, l'articolo 3 del decreto chiarisce le norme per il congedo parentale: la madre lavoratrice o il padre lavoratore hanno diritto al congedo fino a tre anni per stare vicini al figlio con handicap grave «entro il compimento dell'ottavo anno di vita del bambino».
Chiarimenti anche in materia di congedi straordinari (fino a 24 mesi) per la cura di parenti in condizioni di disabilità grave. In questo caso il legislatore recepisce l'ultimo pronunciamento della Consulta che ha ampliato, con i figli, la platea dei possibili beneficiari del congedo. Tra gli altri termini si chiarisce che il lavoratore in congedo straordinario ha diritto a un'indennità corrispondente alle voci fisse dell'ultima retribuzione.
Infine, una norma di coordinamento con la riforma Gelmini sui congedi straordinari per i dipendenti pubblici ammessi ai concorsi di dottorato di ricerca: l'aspettativa è estesa a tutto il personale «contrattualizzato» e se il dipendente si dimette nei due anni successivi al concorso è tenuto a rimborsare all'amministrazione quanto percepito durante l'aspettativa.

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