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Kyoto: l'europa supere

Kyoto: l'Europa supererà l'obiettivo, ma l'Italia no

Nel 2011 le emissioni europee sono scese del 2, 5%. L'Europa a 15 è a meno 13, 5% rispetto al 1990 e dunque supererà il target di riduzione delle emissioni cui si è impegnata con il protocollo di Kyoto: meno 8% entro fine anno. Ma alcuni Stati, tra cui l'Italia, sono in ritardo. Gli ultimi dati dell'Agenzia Europea per l'Ambiente.

L'Europa supererà il target di riduzione delle emissioni cui si è impegnata con il protocollo di Kyoto , scendendo dell'8% rispetto ai livelli del 1990 entro fine anno, anche se alcuni Paesi, tra cui l'Italia, sono ancora in ritardo rispetto ai propri obiettivi nazionali e così dovranno pagare. Anche verso l'obiettivo comunitario – meno 20% al 2020 – la strada dell'Unione sembra relativamente in discesa: in uno scenario senza sforzi aggiuntivi per quell'anno, si arriverebbe a meno 19%. Si stima che metà degli Stati membri riuscirà a superare i propri obiettivi nazionali solamente con le riduzioni di CO2 attuate "in casa".

Nell'ultimo anno, infatti, complice un inverno mite e una crescita economica modesta, le emissioni europee sono diminuite di un ulteriore 2, 5%. Lo dicono gli ultimi dati dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) raccolti nel report ‘ Approximated EU greenhouse gas inventory: early estimates for 2011’ ( vedi allegato, pdf ) che va ad aggiornare il documento che registra l'andamento delle emissioni ‘ Greenhouse gas emission trends and projections in Europe 2012’ ( altro allegato, pdf ).

Dal 1990, a fronte di una crescita complessiva del Pil del 48%, le emissioni della UE a 27 si sono ridotte del 17, 5% (aviazione internazionale esclusa). Quelle della UE a 15 (che ha firmato il Protocollo di Kyoto) sono scese del 13, 5%.

Dal 2010 al 2011, con una crescita del Pil dell'1, 5%, le emissioni dell'Europa a 27 si sono ridotte appunto del 2, 5% (del 3, 5% considerando la UE a 15), soprattutto grazie al settore residenziale e commerciale . I gas serra emessi dai settori coperti dall'Emission Trading Scheme europeo (ETS) – industrie energivore e produzione elettrica - sono infatti scesi dell'1, 8% contro il meno 3% di quelli esclusi.

Le riduzioni più marcate nell'ultimo anno (vedi immagine sotto, clicca per ingrandire) si riscontrano a Cipro (-13% avendole però aumentate del 43% dal 1990) e in Belgio, Finlandia e Danimarca (-8%). A livello assoluto il calo più rilevante sono i 36 milioni di tonnellate di CO2 equivalente emessi in meno in Gran Bretagna, seguiti dai 24 della Francia e dai 17 Mton della Germania.


In Italia le emissioni nell'ultimo anno sono diminuite del 2, 2%, pari a 11 milioni di tonnellate di CO2eq, e dal 1990 sono scese del 5, 6% , per 29 milioni di tonnellate. Siamo dunque indietro rispetto all'obiettivo nazionale per Kyoto: -6, 5% rispetto al 1990 entro la fine del 2012 (sotto le riduzioni nei vari Paesi dal 1990, clicca per ingrandire).

Come dett, o sono scese nettamente le emissioni nei settori esclusi dall'ETS: -3% considerando tutta l'Unione Europea e -3, 8%, contando solo l'Europa a 15. Si è dunque sulla strada per superare l'obiettivo per la prima fase di Kyoto, anche se alcuni singoli Stati non stanno tagliando abbastanza e resta da vedere quanto dovranno far ricorso a quei crediti esterni che potranno ottenere fino al 2015, per raggiungere gli obiettivi nazionali. Alcuni Paesi - fa notare l'EEA con riferimento esplicito all'Italia - devono ancora dotarsi di un piano adeguato per ottenere questi crediti.

24 ottobre 2012