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Nuove tariffe 2013: il futuro della congenerazione ad olio vegetale. intervista a davide frigerio di ccengineering

Uno dei comparti più penalizzati dal futuro decreto sulle rinnovabili elettriche sembrerebbe essere quello della cogenerazione ad olio vegetale.

Infatti, mentre le nuove tariffe per gli impianti a biogas consentiranno uno sviluppo del settore anche oltre il 2012, nel caso dei "bioliquidi sostenibili" (tra cui rientra l'olio vegetale) la riduzione della tariffa - se confermata - è così marcata da impedire di fatto qualsiasi nuovo investimento.

Ne abbiamo parlato con il Dott. Davide Frigerio, project manager di CCEngineering Srl, azienda leader nel settore della cogenerazione ad olio vegetale.

1. Come valutate le pesanti riduzioni tariffarie contenute nella bozza di decreto diffusa dal Ministero dello Sviluppo, che vedono l'incentivo ridursi da 28 a soli 12, 1 €/MWh? Ritenete inoltre che l'introduzione di un "Premio cogenerazione" (pari a 4 €/MWh) e l'estensione della durata dell'incentivo da 15 a 20 anni, possano in qualche modo compensare la drastica riduzione della tariffa?

Se la nuova tariffa incentivante fosse confermata dal Ministero sarebbe la fine della cogenerazione ad olio vegetale. Il premio per l’impianto ad effettiva cogenerazione non sposterebbe l’ago della bilancia del fallimento e chiusura del settore in cui lavoriamo. La ratio delle norme precedentemente approvate era semplice: gli incentivi sarebbero stati riprogrammati in base al costo medio del combustibile rinnovabile utilizzato nei 3 anni precedenti, ma così non è stato. Tutte le previsioni di taglio degli incentivi non sembravano essere così drastiche come poi è stato affermato nel nuovo schema di decreto. Anche l’estensione a 20 anni dell’incentivo non permette di essere soddisfatti perché con la tariffa prevista è impossibile che un impianto produca energia senza perdere soldi.

2. Una critica che in questi anni è stata spesso mossa ai produttori di energia da biogas e anche da olio vegetale (impianti fino a 1 MW) riguardava il fatto di poter godere di tariffe molto alte e quindi di tempi di ritorno dell'investimento non comparabili a nessuna altra tecnologia a fonte rinnovabile. Non credete quindi che fosse in qualche modo lecito attendersi una riduzione della tariffa?

Una cosa è esaminare i Business Plan prodotti da aziende del settore che promettevano enormi guadagni, un'altra è verificare come questi impianti abbiano in realtà prodotto energia e reddito per i propri titolari. Ad oggi, a parte i nostri, non mi risultano impianti di cogenerazione ad olio vegetale che possano vantare profitti forti e continuativi tanto da definire il settore quale esempio da tagliare per gli sprechi in Italia nel campo delle fonti rinnovabili. Il costo dell’olio tracciato è salito vertiginosamente contro un incentivo fermo e stabile per 15 anni. Mi risulta che oltre il 90% di impianti in Italia sia attualmente fermo in attesa che i prezzi dell’olio scendano. Non so come si possa lontanamente pensare di abbassare la tariffa a 12, 1 €/MWh!!!

3. Veniamo ora alla questione dell'impatto ambientale dei bioliquidi utilizzati per la produzione di elettricità e calore. Il comparto delle biomasse è da sempre sotto accusa, specie quando la filiera energetica si interfaccia con quella agricola/alimentare. E' davvero possibile coniugare sicurezza alimentare e sostenibilità energetica?

Certo e noi lo facciamo. Attualmente gestiamo circa 15.000ha di terreno col fine di alimentare i nostri impianti. Ma grazie alla rotazione dei terreni, negli anni in cui non produciamo semi di oleaginose produciamo grano, mais e tanti altri prodotti che finiscono nella catena alimentare dell’uomo. In più produciamo panelli proteici che vengono assorbiti dal settore degli allevamenti di bestiame. Ricordo inoltre che il settore della cogenerazione a olio vegetale non è così grande da potere influire nella politica agronomica di qualsiasi grossa azienda agricola del settore. Siamo in pochi ad avere gli impianti e consumiamo relativamente poco.

4. Il recente Decreto del 23 gennaio 2012, recante il “Sistema nazionale certificazione per biocarburanti e bioliquidi”, ha introdotto in capo agli operatori una serie di procedure e oneri burocratici che - per la loro complessità - sono stati molto criticati. E anche il nuovo schema di decreto sugli incentivi contiene, all'articolo 8, "Disposizioni specifiche per gli impianti da biomassa, biogas e e bioliquidi sostenibili". Ritenete che i nuovi criteri di sostenibilità imposti a operatori e produttori potranno portare benefici (economici, ambientali, ecc.) alla filiera dei bioliquidi e in particolare dell'olio vegetale, oppure li percepite come un ulteriore aggravio di tempi e costi?

L’importante è avere regole certe da rispettare e questo finora non è mai stato possibile. Siamo passati in un triennio dall’olio vegetale, all’olio vegetale tracciato, dagli olii extra UE fino a quelli sostenibili. E domani? Abbiamo due persone che si dedicano solo ed esclusivamente a seguire tutte le novità che i vari Governi in Italia ci propinano continuamente; quello di cui invece abbiamo bisogno è stabilità e continuità. Se dovremo produrre olii sostenibili lo faremo come oggi produciamo olio tracciato, ma per quanto tempo prima di una nuova normativa?

5. Il 2012 si sta configurando a tutti gli effetti come un anno di transizione per il settore rinnovabili. Quali sono le prospettive aziendali di CCEngineering a medio termine? Ritenete che la filiera dell'olio vegetale sarà ancora determinante per la vostra azienda, oppure pensate di riposizionarvi, all'interno del comparto rinnovabili, con altre tecnologie o tipologie impiantistiche?

Se la tariffa 12, 1 verrà confermata sarà imminente la morte del settore della cogenerazione ad olio vegetale. Nel 2012 CCE ha raccolto ordini importanti da persone che vedono nella nostra tecnologia un plus per la propria attività, non solo una speculazione ma un’opportunità di produrre calore da riutilizzare costantemente nei propri processi industriali. CCE chiuderà il 2012 con un fatturato record nella realizzazione di impianti di cogenerazione, ma, purtroppo, viste le premesse, saranno gli ultimi. Quello che continueremo a fare sarà aumentare la nostra capacità di produrre olio tracciato o sostenibile così come stiamo facendo ormai da anni, rifornendo i nostri clienti e mettendoli al riparo dal mercato selvaggio delle commodities. Solo così garantiremo a CCE una lunga attività imprenditoriale.

(Filippo Franchetto)

* Dott. Davide Frigerio, Project Manager CCEngineering srl


Riferimenti

• CC Engineering Srl


Decreto rinnovabili elettriche: cosa cambia dal 2013


Usi energetici dell'olio vegetale