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Energia: sansa, presto

Energia: sansa, presto una centrale nel Salento

ROMA, 1 AGO - L'obiettivo e' quello di produrre 8.000 MWh/anno di energia rinnovabile pari al fabbisogno annuo di oltre 3.130 famiglie, con una riduzione di emissioni di CO2 di circa 5.600 ton/anno utilizzando gli ''scarti'' delle lavorazioni ortofrutticole e dell'industria olearia (sansa ed acque di vegetazione in particolare). Si tratta di un progetto ambizioso, portato avanti dalla societa' Sansenergy Racale srl, controllata da Asja (216 dipendenti, 7 sedi in Italia e all'estero, 408 mln di kWh di energia verde prodotta nel 2011) che dovrebbe portare alla realizzazione di un impianto situato nel Salento a Racale, in provincia di Lecce. ''Il progetto rappresenta per il gruppo Asja un fiore all'occhiello per il carattere innovativo in esso contenuto e per essere un impianto FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) che ha un vero e forte legame col territorio, su cui ricadono molti dei benefici- ci spiega il presidente di Sansenergy Roberto Zocchi -. Si tratta di una centrale piccola a biogas, da 999 kWe in assetto cogenerativo che prevede l'utilizzo degli scarti di lavorazione di molti processi agricoli e della produzione lattiero-casearia e dell'olio d'oliva, prodotti dei quali la zona e' particolarmente ricca ''. In particolare, la Puglia produce il 40% dell'intera produzione olearia nazionale. Gli scarti non saranno bruciati ma trasformati attraverso un processo di digestione anaerobica in biogas ed in fertilizzanti Il progetto curato da Asja che dal 1995 costruisce e gestisce impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, si basa su un programma di ricerca, finanziato in parte dalla Regione Puglia (POR 2007-2013) con la collaborazione di partner scientifici quali il CNR IRSA (Roma), il Politecnico di Torino e l'Università del Salento (Lecce), per l'ottimizzazione del processo di digestione anaerobica con l'utilizzo di sottoprodotti dell'industria olivicola e lattiero casearia. Tutti sottoprodotti che e' difficile smaltire anche sotto il profilo ambientale. Ecco quindi che la loro utilizzazione nell'ambito di un processo per la produzione di energia verde attraverso la cosiddetta ''digestione anaerobica'' permette anche di affrontare il problema dello smaltimento di tali sottoprodotti in termini di valorizzazione degli scarti.

''La sperimentazione delle fasi produttive del processo, durata circa 2 anni, -spiega Roberto Zocchi- ha portato Asja ad ottimizzare il processo individuando una miscela ottimale per la produzione di energia che prevede l'utilizzo principalmente di sansa vergine d'oliva, acque di vegetazione, siero di latte, scarti del settore agro industriale (bucce di pomodoro, scarti della lavorazione di melanzane, carciofi, patate, angurie...) ed eventualmente reflui zootecnici. A regime dunque l'impianto di Racale, ancora in fase di autorizzazione, dovrebbe produrre, oltre al fabbisogno annuo di oltre 3mila famiglie, circa 6.000ton/anno di ammendante compostato misto.

Il progetto Racale è stato scelto come modello di riferimento da proporre in applicazioni simili nei paesi del nord Africa all'interno delle attività di Res4Med, Renewable energy solutions for the Mediterranean, associazione no profit che si pone come obiettivo la promozione delle rinnovabili nel Mediterraneo, con un focus in particolare sui paesi balcanici e del nord Africa.(ANSA)