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Rinnovabili, le aziende ci credono calano i prezzi, più investimenti

ROMA - La crisi non ferma la corsa delle energie rinnovabili. Dai 215 miliardi di dollari di investimenti del 2010 si è passati a 237 nel 2011 e nel 2012 il trend risulta confermato, anche se il baricentro si sta spostando verso l'Asia e il Sud America. Il risultato è che in molte aree del Brasile i campi eolici producono già a prezzi competitivi con quelli delle centrali a gas e che in Spagna e negli Stati Uniti i grandi campi fotovoltaici a terra si iniziano a costruire anche senza incentivi. Mentre in Italia c'è un braccio di ferro tra le Regioni, preoccupate dalla difesa degli oltre 100 mila posti di lavoro prodotti dalle rinnovabili, e il governo che vuole introdurre nuovi oneri burocratici, l'Oir (Osservatorio internazionale sull'industria) presenta un rapporto sui risultati delle 15 maggiori aziende europee impegnate in questo settore: da Acciona a Gdf Suez, da Enel Green Power a E. On.

IL RAPPORTO 1

La discesa dei costi è molto veloce. In sei mesi il prezzo dei moduli fotovoltaici policristallini si è abbattuto del 20 per cento. Quello del silicio amorfo del 38 per cento, quello del film sottile del 25 per cento. Per l'eolico tra il 2009 e il 2012 c'è stato un miglioramento del 23 per cento.

"Il quadro internazionale non lascia spazio a dubbi
sulla crescita sempre più veloce delle rinnovabili", spiega Andrea Gilardoni, docente di economia alla Bocconi e presidente dell'Oir. "In Italia la svolta c'è stata quattro anni fa. Fino a quel momento in pochi credevano nel settore. Poi, con la crisi del 2008, alcune aziende che producevano componenti della filiera delle rinnovabili e di altri cicli industriali hanno scoperto di riuscire a sopravvivere solo grazie alla quota di rinnovabili della loro attività. Da allora si sono cominciate a sviluppare competenze, know how e capacità di stare sul mercato. Un patrimonio prezioso che bisogna stare attenti a non disperdere".

Le 15 grandi aziende esaminate dal rapporto hanno annunciato importanti investimenti per l'immediato futuro. Sono previsti 180 miliardi di euro per creare 93 mila megawatt di potenza da oggi al 2020. Di questi nuovi fondi 35 miliardi sono stati già stanziati.
L'eolico onshore, con 65 mila megawatt è la tecnologia su cui si concentra la maggior parte degli investimenti. Seguono eolico off shore, idroelettrico e solare. Per i grandi gruppi europei il vecchio continente resta il luogo in cui collocare il 54 per cento delle risorse; il 33 per cento è destinato al Nord America.

Sono percentuali non perfettamente in linea con il totale degli investimenti nelle rinnovabili perché riguardano i grandi gruppi: resta esclusa da questa analisi la quota crescente di energia pulita che viene dalla cosiddetta generazione distribuita, cioè dai piccoli e piccolissimi investitori che hanno scelto di mettere un pannello fotovoltaico sul tetto della propria casa o del proprio capannone. "Nel complesso si tratta di un mercato estremamente vitale", continua Gilardoni. "basta pensare che il business della gestione degli impianti delle rinnovabili, cioè la produzione e la manutenzione, vale da solo 2 miliardi di euro l'anno".