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Corsia preferenziale per geotermico e biomasse

Sono ormai pronti i nuovi decreti dello Sviluppo economico, di concerto con l'Ambiente, sulle energie rinnovabili. Praticamente chiuso il cerchio sul testo per le rinnovabili elettriche, quasi al traguardo il Quinto Conto energia con le tariffe per il fotovoltaico.
Nel primo decreto ministeriale spunta una corsia preferenziale per il geotermico, l'idroelettrico e le biomasse. Nell'ultima versione del testo, infatti, all'articolo sui «valori della potenza di soglia» si stabilisce che per geotermico ed idroelettrico si fa eccezione al limite di 5mila kilowatt e si prevede una soglia più alta: 20.000 kw. Il decreto inoltre appare più generoso, rispetto alle precedenti bozze, sui contingenti annui che vengono fissati per il periodo 2013-2015 nei casi in cui è obbligatorio l'iscrizione al registro per accedere ai meccanismi incentivanti: per l'idroelettrico 55 megawatt annui (erano 45) e per il geotermico 35 (erano 23).
Proprio la valorizzazione del geotermico era uno dei punti che ancora divideva il ministero dell'Ambiente dal ministero dello Sviluppo economico. Clini avrebbe ottenuto un importante passo avanti anche sulle biomasse, con i contingenti che passano da 22 a 145 megawatt annui.
Ma, soprattutto, l'accordo Sviluppo-Ambiente, che potrebbe portare a sbloccare la partita già questa settimana, prevede l'inserimento nel testo di un articolo ad hoc su uno specifico incentivo «per la produzione di energia elettrica da impianti geotermici che facciano ricorso a tecnologie avanzate ancora pienamente commerciali». La tariffa incentivante è onnicomprensiva, riconosciuta per un periodo di 25 anni dalla data di entrata in esercizio dell'impianto.
Per quanto riguarda il fotovoltaico, si prevede l'applicazione dei nuovi incentivi al raggiungimento di un costo indicativo cumulato di 6 miliardi annui. Confermato il tetto di 500 milioni all'anno per i nuovi aiuti al fotovoltaico, mentre si stabiliscono nel dettaglio gli «oneri di gestione di incentivazione». Le imprese che richiedono gli incentivi, stando all'ultima bozza, dovranno corrispondere al gestore dei servizi energetici (Gse) un contributo per le spese di istruttoria pari a 5 euro per ogni kilowatt di potenza nominale dell'impianto fino a 20 kw di impianti e 2 euro per ogni kilowatt di potenza eccedente questa soglia. Per coprire gli oneri di verifica e di controllo in capo allo stesso Gse, i soggetti beneficiari dovranno corrispondere, a partire da luglio, un contributo di 0, 1 centesimi per ogni kilowattora di energia incentivata. Quest'ultimo contributo sarà anche a carico di chi accede agli incentivi sulla base dei vecchi decreti emanati sulla base dei Dlgs 287/2003 e 28/2011.
Nei decreti in dirittura d'arrivo sono confermate le premesse con le quali il governo spiega il cambiamento di rotta e la volontà di «rilanciare lo sviluppo delle energie rinnovabili con un approccio alla crescita più virtuoso». L'esecutivo fa anche riferimento a Paesi come Spagna e Portogallo dove «è in corso un ripensamento delle politiche nazionali sulle fonti rinnovabili». Alla luce di queste valutazioni, il target di energia elettrica da fonte rinnovabile al 2020 potrà essere pari al 30-35% dei consumi elettrici totali.
Tra le altre novità, per quanto riguarda il testo sulle rinnovabili elettriche, l'obbligo di iscrizione in appositi registri viene esteso agli impianti alimentati da rifiuti solidi urbani a valle della raccolta differenziata.