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Rinnovabili alla sfida dello storage "in tre anni sprecati 130 milioni di euro"

Senza reti intelligenti e sistemi di accumulo grandi quantitativi di elettricità prodotti da sole e vento vanno perduti in quanto non programmabili. Si apre un mercato enorme che sta attirando in Italia anche investitori stranieri di VALERIO GUALERZI

ROMA - Alla terza o quarta bistecca finita nella spazzatura perché andata a male nessuno penserebbe più di fare una grande spesa al supermercato senza possedere in casa un frigorifero. Semplificando è un po' questo il messaggio lanciato dall' Energy Storage Forum Europe 2012 1 in corso in questi giorni a Roma. Un convegno che riunisce per tre giorni i più importanti operatori privati e pubblici per fare il punto sulle diverse tecnologie e sulle prospettive del mercato dello storage , applicato alle energie rinnovabili e alla messa in efficienza della rete elettrica.

"Negli ultimi tre anni in Italia si è perso qualcosa come 1600 GWh di energia eolica, pari a 130 milioni di euro, a causa dell'impossibilità di immetterla nella rete o di conservarla nei sistemi di storage . E questo spreco in prospettiva è destinato ad aumentare se non s'interviene", ha avvertito l'amministratore delegato di Nec Italia Ugo Govigli, citando i dati di uno studio realizzato su dati Terna e Gse.

La scelta di Roma come sede del Forum non è casuale. L'Italia è uno dei paesi dove viene prodotta la maggiore quantità di energia rinnovabile non programmabile (sole e vento splendono e soffiano solo quando lo vogliono loro) e malgrado i ritardi la necessità di iniziare a ragionare su come adeguare la rete elettrica alle sfide lanciate dal crescente apporto di fotovoltaico ed eolico inizia ad imporsi all'attenzione degli

operatori. Le possibili soluzioni sono diverse: reti più intelligenti in grado di far combaciare meglio domanda e offerta, bacini di pompaggio per utlizzare l'elettricità in eccesso in idroelettrica nei momenti di ecessità, sistemi ad aria compressa che funzionano in maniera simile ai bacini idrici e accumulatori elettrochimici.

Nec, uno dei leader mondiali delle batterie, sta valutando appunto l'ipotesi di cominciare a produrre in Italia (probabilmente in Puglia) questi apparati di storage attraverso un investimento consistente che è già stato oggetto di un memorandum di intesa siglato un anno fa con il governo. Il mercato per questo tipo di tecnologia si annuncia infatti promettente. Terna Plus (la controllata di Terna per le attività non convenzionali) ha confermato ad esempio il programma di investimento da un miliardo di euro per i sistemi di storage mentre stando alle previsioni stilato lo scorso anno da NanoMarkets, società di analisi specializzata nelle tecnologie legate all'energia, la produzione di accumulatori legati alle necessità del crescente apporto delle rinnovabili alle reti elettriche nazionali sarà in grado di movimentare un business da oltre un miliardo di dollari già nel giro di cinque anni. Secondo il rapporto, il mercato dello stoccaggio connesso alla sola industria eolica arriverà a valere 1, 1 miliardi di dollari da qui al 2015.

"Il sistema elettrico italiano ha bisogno dei sistemi di storage per migliorare l'efficienza e per non sprecare l'energia prodotta dalle fonti rinnovabili. Su questo non ci sono dubbi", ha detto ancora Govigli. L'amministratore delegato ha quindi citato l'ormai celebre esempio del passato lunedì di Pasquetta 2 , "quando a fronte di una modesta domanda, tra le ore 13 e le 14, il 64% dell'elettricità prodotta in Italia è arrivata dalle rinnovabili. Nello stesso momento in Sicilia le rinnovabili non programmabili (prevalentemente l'eolico) hanno prodotto per oltre un'ora il 110% del fabbisogno totale dell'isola fissando a zero il prezzo locale di scambio dell'energia elettrica per la prima volta nella storia della borsa elettrica nazionale".

"Si tratta ovviamente di situazioni limite - ha commentato Govigli - ma ci dicono che ormai la strada è segnata. Non è lontano il momento in cui gli effetti delle rinnovabili si sentiranno anche nella bolletta degli italiani. Del resto il prezzo "come ha spiegato di recente Terna, diminuisce di 2 euro/MWh per ogni punto percentuale in più di elettricità da rinnovabili". Il manager ha illustrato quindi le proiezioni di Nec sui costi dell' integrazione di sistemi di accumulo nelle centrali eoliche al momento della loro costruzione 3 . La prima tappa è fissata al 2018, quando è previsto il pareggio di prezzo tra 1 MWh di energia prodotta da una centrale a turbogas e quella prodotta da un impianto eolico.

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"Evidentemente è un paragone improprio vista la completa programmabilità della turbogas rispetto all’aleatorietà del vento", ha detto Govigli. Il traguardo vero e proprio è atteso invece per il 2023, quando il costo del MWh da turbogas (con prezzi della materia prima previsti in rilazo) secondo i calcoli di Nec sarà uguale a quello di MWh prodotto da eolico integrato con un sistema di accumulo e quindi privo di sprechi "come purtroppo avviene oggi nonostante i notevoli interventi degli operatori sulla rete". "Lo storage - conclude Govigli - ci consentirà di avere energia pulita, da rinnovabili, a costo marginale zero, quando vogliamo e come vogliamo".