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Leggi dell'omeopatia

L’omeopatia si fonda sui seguenti principi fondamentali ed immutabili:

1) Legge dei simili (descrizione in questo sito alla pagina “Cos’è l’omeopatia”)

2) Sperimentazione sull’uomo sano (descrizione in questo sito alla pagina “Il proving omeopatico”)

3) Rimedio unico (descrizione in questo sito alla pagina “La prescrizione unicista”)

4) Diluizione e dinamizzazione dei rimedi (descrizione in questo sito alla pagina “Diluizione e Dinamizzazione”)

5) Individualità morbosa e medicamentosa (descrizione in questo sito alla pagina “Individualizzazione”)

Leggiamo cosa scrive a proposito delle leggi fondamentali dell’omeopatia il Dr. Proceso Sanchez Ortega, Maestro dell’Omeopatia Messicana scomparso nell’ottobre 2005, nella sua relazione presentata al convegno transnazionale tenutosi a Roma il 12 e 13 dicembre 1988 sul tema: "Rimedio omeopatico: il non farmaco. Una proposta di riconoscimento"

Dr. Proceso Sanchez Ortega

Il Rimedio Omeopatico: Concetto di Unicismo

L'azione che ci si aspetta dal medicamento si può dedurre solo da una sostanza sottoposta alla sperimentazione pura ossia da una sostanza che abbia prodotto, nell'uomo sano, una serie di fenomeni che sono del tutto simili alle perturbazioni funzionali e strutturali che conosciamo come malattie. L'Omeopatia, metodo curativo scoperto e definito da Samuele Hahnemann dottore in medicina, eleva alla condizione di principio quella della individualità sia riferita all'ammalato, che come essere umano è irripetibile, sia riferita ad ogni medicamento dato che i medicamenti, nell'essere sperimentati sull'organismo umano, manifestano la loro particolare forma di azione e tanto meglio quanto più sono semplici. L'Omeopatia non è un sistema in più tra i molti che si provano ad eliminare o arrestare le sofferenze delle malattie ma costituisce il vero metodo per curare : scientifico, perché riproduce sperimentalmente ciò che la natura mostra curando le malattie con il rapporto di similitudine.

I medicamenti sono sperimentati isolatamente ed è obbligatorio somministrarli nella stessa forma individuale .

Il metodo Omeopatico è formato da vari principi o postulati in relazione e complementari tra di loro, non se ne può omettere alcuno senza distruggere la relazione dell'insieme.

La sperimentazione sull'uomo sano, per quanto è possibile rispetto alla salute, mette inoltre in evidenza la "Vis Medicatrix Naturae" di Ippocrate, o il "Natura Morborum Medicatrix" e cioè che la natura è il miglior medico delle malattie.

Il fatto che ogni individuo reagisca e si ammali secondo la sua propria natura, è il principio della individualità morbosa.

Il medicamento non può essere sostituito con un altro, questa è l'individualità medicamentosa.

Il medicamento, acquisisce carattere di rimedio somministrandolo in accordo con il principio di similitudine .

Su questa base di somiglianza il medicamento quanto più è reso impalpabile o, meglio detto, quanto più è dinamizzato tanto migliore e più perfetta è la sua azione. Perciò l'esperienza porta alla dose minima secondo le innumerevoli esperienze cliniche quotidiane di quelli che seguono fedelmente il metodo Hahnemanniano. I processi morbosi o malattie sono, nella loro intimità più riconoscibile e verificabile, perturbazioni della energia vitale, energia che produce tutte le funzioni e manifestazioni possibili dell'organismo umano. Il Rimedio Omeopatico deve avere le qualità e la capacità di operare sul dinamismo vitale ed anche modificare fin dove è possibile le strutture anomale (i miasmi) che soggiacciono nel paziente come terreno. A sua volta il rimedio deve essere assolutamente specifico alla natura del paziente nel momento evolutivo della sua malattia e della sua vita. Il metodo Omeopatico, in accordo con la sua caratteristica di scientifico, ha la capacità di predire, ossia permette ed obbliga al maggior sviluppo dei suoi postulati. In concordanza con le scienze si sono sviluppati tutti i principi che lo formano. La sperimentazione pura si moltiplica e si amplia perfezionandosi e non sono accettabili le approssimazioni e le deviazioni. In ogni guarigione ottenuta si mette in evidenza l'azione curativa della natura e vi è il risultato insuperabile con la relazione di similitudine del Rimedio. La fisica moderna sta cercando la spiegazione delle dosi imponderali che i veri medici omeopati usano. Ai nostri giorni le azioni sia morbigene che curative si possono spiegare solo come variazioni energetiche. Il fattore che predispone o fattore costituzionale, inteso come base di ogni vera entità patologica, (concetto di terreno o di psico-somatica), è inevitabile nelle patogenesi delle diverse malattie non risolvibili con la chirurgia.

Solo la mancanza di vocazione, o il desiderio di abbreviare l'indispensabile ricerca clinica e integrale del paziente, generano le tentazioni di complessismo, pluralismo e polifarmaci medicamentosi .

Prescrivere i medicamenti della Farmacopea Omeopatica secondo un'indicazione organo-tropica o mescolati allontanandosi dalla considerazione necessaria della totalità, come esige il metodo, è evidentemente contrario o molto diverso dall'Omeopatia che per Hahnemann e gli autori classici di allora e quelli di oggi costituiscono pratiche condannabili, non solo perché escono fuori dalle indicazioni del metodo ma anche perché pregiudizievoli per l'ammalato in maniera trascendente.

Solo con un Rimedio unico e considerevolmente dinamizzato e che individualizzi le sofferenze peculiari del paziente si fa la vera Omeopatia.