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Hahnemann, medico fondatore dell'omeopatia : biografia di un genio

"Poi ch'innalzai un poco più le ciglia,

vidi 'l maestro di color che sanno

seder tra filosofica famiglia.

Tutti lo miran, tutti onor gli fanno"

( Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, vv.130-133)

Samuel Hahnemann, “ Maestro di color che sanno ”, nasce a Meissen, Sassonia, attuale Baviera, il 10 aprile 1755.

Il padre, Christian Gottfried, lavora come decoratore in una locale fabbrica di ceramiche, la madre, Johanna Christiana Spiess, è figlia di un capitano del duca di Sassonia.

Sin da piccolo Hahnemann manifesta una spiccata disposizione per lo studio e viene iscritto nella scuola pubblica di Meissen chiamata “Franciscaneum” dalla quale il padre lo ritira più volte a seguito delle ristrettezze economiche nelle quali versa.

La guerra dei Sette anni, purtroppo, aveva causato una forte contrazione dei guadagni dei laboratori di ceramica per cui Christian Hahnemann non dispone dell’agiatezza necessaria per fare attendere il figlio agli studi, anzi spera di ricevere da lui un aiuto economico indirizzandolo a lavorare presso una drogheria.

Samuel è però un ragazzo assai brillante, i suoi stessi insegnanti ravvisano in lui l’impronta del genio ed alla fine, pur di fargli continuare gli studi, rinunciano al pagamento delle rette scolastiche.

In questo periodo è di fondamentale importanza per Hahnemann la figura del prof. Muller, suo professore di lingue classiche e composizione tedesca.

Muller è così impressionato dalle doti intellettuali del giovane Samuel che lo incarica, all’età di soli dodici anni, d’insegnare ai suoi coetanei i rudimenti del greco antico e di aiutarlo ad impartire lezioni private ai suoi allievi.

“Anche se siete un ragazzo, siete e sarete un maestro”.

Con queste parole Muller gli concede la possibilità di consultare qualsiasi opera volesse nella biblioteca della scuola.

Hahnemann amava studiare più d’ogni altra occupazione. A casa leggeva sotto le coperte, di notte, per non farsi vedere dal padre e per avere la luce necessaria s’era costruito da solo un paralume d’argilla.

All’età di sedici anni, grazie ad una borsa di studi elargita dal re di Sassonia dietro interessamento della madre e del prof. Muller, Hahnemann viene iscritto alla scuola di Sant’Afra chiamata “Afraneum”. Era un istituto dove gli allievi ricevevano un’ottima formazione culturale ma poteva essere frequentato solo da nobili dati gli alti costi delle rette.

All’età di 20 anni Hahnemann conclude i suoi studi a Meissen con una dissertazione in latino dal titolo

" La meravigliosa costruzione della mano umana” .

La sua formazione è ormai completa.

Egli possiede una perfetta padronanza del latino e del greco, conosce, oltre alla sua lingua madre, l’inglese ed il francese. La conoscenza delle lingue straniere si dimostrerà fondamentale nel suo futuro dal momento che dovrà svolgere il lavoro di traduttore dapprima per mantenersi agli studi universitari ed in un secondo tempo per garantire economicamente la sua famiglia.

Nel periodo pasquale del 1775 Hahnemann decide di partire per Lipsia ed iscriversi alla Facoltà di Medicina di quella città.

Suo padre gli dà il suo benestare e gli consegna una somma modesta, venti talleri, perchè egli possa fare fronte alle sue prime necessità.

“ Fu l’ultima somma di denaro che ricevetti da lui” dirà anni dopo il genio di Meissen nel rievocare quel momento.

A Lipsia Hahnemann approfondisce la conoscenza delle due correnti di pensiero imperanti in quel periodo: Vitalismo e Materialismo.

E’ il pensiero Vitalistico ad affascinare il genio di Meissen, tanto da studiare attentamente le opere di Van Helmont, Paracelso ed Ippocrate.

Ben presto decide di lasciare Lipsia, dove non ci sono ospedali che permettono agli studenti di esaminare i pazienti da vicino per cui si trasferisce a Vienna nella primavera del 1777.

In questa città diventa studente frequentatore dell’ospedale dei Fratelli della Misericordia nel quartiere di Leopolstadt diretto dal Dr. Von Quarin, medico di corte dell’imperatrice Maria Teresa e dell’imperatore Giuseppe.

Von Quarin rimane colpito dalle doti del suo allievo al punto tale da portarlo con sé nelle visite private ai pazienti, cosa da lui mai fatta prima.

In futuro Hahnemann parlerà sempre di Von Quarin in termini di amicizia ed alla sua influenza attribuirà il merito d’averlo aiutato a diventare medico

Grazie all’aiuto del futuro canonico della Cattedrale di Santo Stefano, Weith, conosce l’abate che dirige la farmacia dell’ospedale, il quale gli parla della inutilità e soprattutto della tossicità e pericolosità dei farmaci utilizzati, molti dei quali con farmaceutica sconosciuta.

Per sopperire alle sempre presenti difficoltà finanziarie Von Quarin suggerisce ad Hahnemann, nonostante non fosse ancora laureato, di ricoprire l’incarico di medico di famiglia e bibliotecario presso il suo amico barone Von Bruckenthal che era governatore di Siebenburgen e viveva nella città di Hermanstadt. Egli accetta e si trasferisce verso la fine del 1777 dopo nove mesi di permanenza nella capitale austriaca

Passa gran parte del tempo nella preziosa biblioteca del suo mecenate, ricca di libri e manoscritti rari (circa 280.000 volumi), apprende nozioni di numismatica, si dedica allo studio della filologia ed impara diverse altre lingue.

Quando, all’età di ventidue anni, lascia Hermanstadt conosce alla perfezione il greco, il latino, l’inglese, l’italiano, il francese, l’ebraico, il siriano, l’arabo, lo spagnolo ed ha un’infarinatura di caldeo.

Nella primavera del 1779 si separa a malincuore dal suo amico barone e si trasferisce ad Erlangen per laurearsi. La scelta di questa città è dettata dal fatto che le tasse della locale università sono meno onerose che a Lipsia e così, finalmente, il 10 agosto 1779 discute con successo la sua tesi “Valutazione dell’etiologia e terapia delle affezioni spastiche” e viene insignito del titolo di dottore in medicina.

Da Erlangen Hahnemann si trasferisce a Hettstadt, nell’amata Baviera, dove giunge nell’estate del 1780 per iniziare la sua attività di medico e dalla quale si trasferisce nove mesi dopo a Dessau per avere una vita professionale più attiva

Approfondisce la chimica, la fisica e la farmaceutica, allora completamente sconosciute ai medici del tempo.

Entra in contrasto con i farmacisti e gli speziali invadendo il loro campo, perché è convinto che un vero medico debba conoscere a fondo le sostanze che prescrive.

Spesso si reca nei paesi minerari della Sassonia, dove studia gli effetti tossici del rame e del carbone nei minatori.

A Dessau conosce il farmacista Haseler, proprietario della farmacia “Il Moro” che gli mette a disposizione il suo laboratorio e qui incontra la figlia della moglie di Haseler, Enrichetta Kuchler.

I due s’innamorano e decidono di sposarsi, quindi, per garantire il sostentamento economico alla futura famiglia, Hahnemann si trasferisce a Gommern alla fine del 1781 per ricoprire l’incarico di medico condotto.

La coppia si sposa a Dessau in data 1 dicembre 1782 e subito dopo Hahnemann ritorna a Gommern con la moglie.

Durante l’esercizio della professione a Gommern comincia pian piano a crescere l’insoddisfazione di Hahnemann per i mezzi terapeutici a sua disposizione che non gli consentono di guarire le sofferenze del genere umano come lui vorrebbe per cui, dopo un periodo di dubbi, nell’autunno del 1784 egli rassegna le dimissioni dal suo incarico " per scoprire se davvero Dio non aveva offerto agli uomini leggi sicure per curare i loro mali in modo radicale e non in forma palliativa e transitoria" .

Subito dopo si trasferisce a Dresda, culla di arti e scienze. Qui conosce Christopher Adelung, sovrintendente della biblioteca elettorale contenente circa 140.000 volumi che dà ad Hahnemann il permesso d’accedervi liberamente, stringe amicizia con il bibiotecario Dassdorf, con lo scrittore Blumenbach, con il chimico Lavoisier e con il Dr. Wagner che lo aiuta nell’approfondimento della medicina legale.

In questi anni Hahnemann si dedica in particolare all’approfondimento della chimica arrivando ad ideare il suo famoso “test del vino” utile per sapere se questa bevanda venisse adulterata con acetato di piombo. Pubblica diversi saggi in ambito chimico che vengono elogiati dalla comunità scientifica e mantiene la sua famiglia con il lavoro di traduttore.

Il desiderio di migliorare le sue conoscenze spinge Hahnemann a lasciare Dresda nel settembre 1789 ed a ritornare a Lipsia per essere, com’egli stesso dice, ”più vicino alle fonti della scienza” .

Nel 1790, durante il suo lavoro di traduzione della materia medica del Dr. Cullen s’accorge d’una contraddizione esistente nel testo tra l’azione febbrifuga del chinino e la capacità dello stesso di provocare una febbre simile a quella per cui in genere viene prescritto cioè la febbre intermittente caratteristica della malaria. La cosa lo incuriosisce al punto tale da sperimentare su se stesso l’effetto della corteccia di china e nota che nel suo organismo si manifestano dei sintomi simili a quelli della malaria.

Hahnemann quindi si chiede: la china produce gli stessi sintomi che elimina?

Causa e cura la malaria in egual misura?

Egli comincia a pensare che questo è forse il potere curativo specifico dei medicamenti, la capacità, cioè, da parte di essi di produrre in un uomo sano una condizione morbosa simile a quella che curano in un malato

Somministrando la china ad amici e parenti succede la stessa cosa; è la conferma della legge della similitudine, legge già enunciata nel passato a partire da Ippocrate.

Il reverendo Thomas Roupell Everest, amico personale di Hahnemann, di lui disse: ”poiché l’azione della stessa sostanza variava a seconda dell’età, del sesso e dell’idiosincrasia del soggetto, non considerava sufficiente la sperimentazione su pochi individui. Egli indusse tutta la sua famiglia a sottoporsi a sperimentazioni e ogni sostanza era testata in varie dosi su molte persone, in tutte le circostanze possibili e sotto la sua immediata supervisione” .

Hahnemann conduce i suoi esperimenti nonostante i sempre pressanti problemi economici. Il suo lavoro di traduttore basta appena per sfamare la sua famiglia.

Sempre Everest disse di quel periodo: ” Viveva in ristrettezze economiche in una piccola stanza che ospitava l’intera sua famiglia e stava in un angolo, separato dagli altri da una tenda, scoraggiato e con una famiglia affamata da mantenere con un duro lavoro di cui si occupava durante le pause delle ricerche che aveva intrapreso. Riuscirò forse a darvi un’immagine più chiara dell’uomo riferendo la risposta che Hahnemann mi diede quando gli chiesi perchè fumasse:

E’ un’abitudine che ho contratto quando dovevo mettermi a tavolino ogni notte per guadagnarmi il pane per la mia famiglia, mentre di giorno portavo avanti le mia ricerche .

Seppi così che, avendo smesso di fare il medico, era costretto a guadagnarsi da vivere traducendo per gli editori e che, per proseguire le sue ricerche, aveva adottato il metodo di rimanere sveglio a notti alterne” .

Tutto questo è indicativo della grande serietà di Hahnemann nel perseguire il suo intento di consegnare all’umanità un metodo terapeutico efficace ed affidabile.

La sua vita di privazioni è una risposta più che sufficiente alle menzogne dei suoi detrattori, vecchi e nuovi.

Egli cercava la verità ubbidendo al testamento spirituale di suo padre:” Non dare mai niente per scontato, non accettare mai niente, in nessuna disciplina, se non dopo averlo personalmente verificato ”.

Nei due anni successivi alla traduzione di Cullen Hahnemann continua a sperimentare altre sostanze su di sé oltre che su suoi familiari ed amici ma non ha ancora potuto verificare sui malati la verità del nuovo principio.

L’opportunità giunge nel giugno 1792 quando ha modo di curare la follia di Klockenbring, ministro di polizia di Hannover, segretario di cancelleria di quella città.

E’ la sig.ra Klockenbring a contattare Hahnemann perchè curasse il marito. Era stata favorevolmente impressionata dalla lettura di un suo articolo che descriveva come realizzare un ospedale psichiatrico modello per curare gli alienati con metodi dolci.

Il duca di Sassonia-Gotha mette a disposizione di Hahnemann un’ala del suo castello di caccia a Georgenthal, a nove miglia da Gotha, ch’egli fa attrezzare appositamente per la cura dell’illustre personaggio che in esso viene ricoverato alla fine di giugno 1792.

Klockenbring torna ad Hannover guarito nel marzo 1793 ed Hahnemann riceve una ricompensa di 1.000 talleri oltre al rimborso delle spese sostenute.

Il genio di Meissen decide così di ritornare ad esercitare la professione avvalendosi delle sue scoperte sia pur continuando la sua opera di traduttore e saggista

Nel 1796, durante la sua permanenza a Konigslutter, pubblica sul periodico Hufeland’s Journal der praktischen Arzneykunde il suo “Saggio su un nuovo principio per scoprire le virtù curative delle sostanze medicinali” con il quale pubblicamente divulga l’esito dei suoi studi ed annuncia la scoperta dell’omeopatia.

Hahnemann cerca di indurre i suoi colleghi a prescrivere secondo il nuovo metodo ma da loro ottiene solo invidia ed astio.

I medici di Konigslutter fanno pressione sui farmacisti perchè gli facciano causa col pretesto che egli, dispensando rimedi propri, interferisce con la loro professione.

Hahnemann è così costretto a cambiare città e nel 1799, per l’ennesima volta, si trasferisce ad Amburgo dove arriva dopo aver fatto un viaggio durante il quale la sua famiglia subisce un tragico incidente costato la vita al suo figlio più piccolo.

Ad Amburgo si ferma solo poche settimane perchè la vita in questa città costa troppo per lui e così, dopo vari altri spostamenti, lo troviamo a Torgau dal 1805 al 1811.

Nel 1805 Hahnemann pubblica i suoi opuscoli Esculapio sulla bilancia a Lipsia e Medicina dell’esperienza ” a Berlino, nel 1810 dà alla luce la prima edizione del suo Organon Der Rationellen Heilkunde ( Organon, dell'Arte Razionale del Guarire) pubblicato a Dresda dall’editore Arnold.

La pubblicazione della prima edizione dell’Organon segna l’inizio di violente ostilità contro Hahnemann che aveva smascherato le falsità e le incoerenze della classe medica e denunciato gli errori e l’ignoranza di molti farmacisti. Viene addirittura stampato un giornale intitolato Anti-Homoopathie Archiv da parte di un certo Simon.

Egli non si scompone, continua imperterrito i suoi studi e nel 1811 fa pubblicare il primo volume della Materia Medica Pura .

Sempre nel 1811 Hahnemann si trasferisce a Lipsia per impegnarsi più attivamente nella divulgazione del suo metodo rivolgendosi in particolare ai medici più giovani ed agli studenti.

Egli chiede a Rosenmuller, preside della Facoltà di Medicina, di potere tenere un ciclo di conferenze. Il preside gli dice che per fare ciò deve pagare cinquanta talleri e discutere una dissertazione davanti ad una commissione.

Il 26 giugno 1812 presenta la sua tesi in latino dal titolo Una dissertazione medico-storica sull’Elleborismo degli antichi .

Per compilare questa tesi lesse in lingua originale le opere di Avicenna, Galeno, Plinio, Oribasio, Erodoto, Ippocrate, Ctesia, Teofrasto, Haller, Scaligero, Dioscoride, Murray, Pallade, Vicat, Lucrezio, Celsus, Salmatius, Grassio, Muralto, Gesner, Bergius, Greding, Unter, Lorry, Reiman, Scholzius, Benevenius, Rodder, Lentilius, Strabone, Stefano di Bisanzio, Rufo, Ezio di Amide, Rasarius, Archigene, Arateo di Cappadocia, Plistonico, Diocleziano, Temisto, Celio aureliano, Alessandro di Tralle, Paolo di Egina, Giovanni, Massario, Pietro Belloni, Pzusanius, Rufo di Efeso ed altri ancora.

Nel contesto della tesi corregge errori degli antichi testi ed evidenzia alcune contraddizioni degli autori. Per farlo deve avere esaminato a fondo ogni pagina di quelle opere e quindi letto in ebraico, greco, latino, arabo, italiano, francese, inglese e tedesco.

Nessun membro della commissione osa attaccare questa prodigiosa ricerca filologica.

Hahnemann stupisce tutti e Rosenmuller si congratula pubblicamente con lui!

Una volta terminato il ciclo di conferenze all’Università Hahnemann trasforma la sua dimora in Istituto Omeopatico ove tiene corsi semestrali di omeopatia ogni mercoledì e sabato pomeriggio dalle 14 alle 15 durante la sua permanenza a Lipsia, dal 1812 al 1821

Nel periodo trascorso a Lipsia pubblica nel 1816-17 il secondo ed il terzo volume della sua Materia Medica Pura , il quarto nel 1818, il quinto nel 1819 ed il sesto nel 1.821. Una seconda edizione sarà pubblicata fra il 1822 ed il 1827 da Arnold.

Nel 1819 pubblica la seconda edizione dell’Organon Der Heilkunst ( Organon, dell’Arte di Guarire) . Nel frontespizio dell’opera inserisce il motto “ Aude Sapere ” (Osa Sapere) e nella introduzione compare la celeberrima frase “ Similia similibus curentur ” (I simili si curino con i simili)

La fine del 1819, però, segna anche l’inizio di nuove persecuzioni contro Hahnemann perchè il 16 dicembre di quell’anno i farmacisti di Lipsia presentano al consiglio municipale una petizione contro di lui per usurpazione dei loro diritti.

E’ la solita storia che si ripete, si contesta ad Hahnemann il fatto di preparare e fornire personalmente ai pazienti i rimedi.

Si tratta di pretesti che nascondono la paura che l’omeopatia si diffonda al punto tale da incrinare seriamente gli interessi economici dei farmacisti e della classe medica allopatica.

I farmacisti, infatti, godono d’un alleato potente dalla loro parte, si tratta del prof. Clarus, portavoce dell’invidia dei medici della vecchia scuola, acerrimo nemico dell’omeopatia che ostacola con mezzi ignobili e malfondati.

Il 9 febbraio 1820 Hahnemann compare dinanzi al tribunale ed il 14 febbraio invia al presidente dello stesso un saggio intitolato Dichiarazione ad un’alta autorità . Tutto si rivela inutile ma proprio mentre egli sta pensando a mettersi al riparo dai suoi avversari si verifica un fatto che blocca i suoi oppositori per un po’ di tempo.

Proprio in quel periodo giunge a Lipsia proveniente da Vienna il generale austriaco principe Karl Philipp Von Schwarzenberg per farsi curare da Hahnemann su consiglio d’un medico del reggimento, il Dr. Marenzeller.

Il principe, all’epoca, è un personaggio notissimo ed è considerato un eroe di guerra, un patriota.

Egli, infatti, è stato comandante supremo degli eserciti alleati contro Napoleone che sconfisse in una battaglia passata alla storia come “la battaglia dei Giganti” o “la battaglia delle Nazioni” combattutasi proprio nei pressi di Lipsia fra il 16 ed il 19 ottobre 1813 durante la quale i 270.000 uomini al comando di Schwarzenberg sbaragliarono i 130.000 dell’esercito francese comandati da Napoleone.

Il 13 gennaio 1817 Schwarzenberg era stato colpito da uno stroke che gli aveva causato paralisi dell’arto destro; dopo di esso si erano ripetuti altri attacchi di minore intensità e, oltre a ciò, egli soffre d’insonnia.

Durante il soggiorno a Lipsia da paziente il generale risiede poco fuori dalla città in una tenuta nota come Milchinsel ove Hahnemann si reca periodicamente per le visite.

All’inizio le condizioni cliniche di Schwarzenberg migliorano tanto ch’egli riesce a fare qualche passeggiata ed il fatto aumenta ulteriormente l’invidia dei medici della vecchia scuola verso Hahnemann.

In un secondo tempo, proprio perché comincia a sentirsi bene, il principe torna a bere alcolici disattendendo così i consigli di Hahnemann e, per di più, permette ai medici militari che lo avevano accompagnato a Lipsia di praticare dei salassi su di lui.

Il 15 ottobre 1820 il generale muore a causa di un nuovo e fatale colpo apoplettico.

Fra i medici che eseguono l’autopsia c’è, purtroppo per Hahnemann, anche il prof. Clarus che approfitta dell’occasione per mostrare tutto il suo disprezzo verso l’omeopatia e condannarla pubblicamente nonostante il referto medico-legale evidenzi le condizioni estremamente critiche degli organi interni di Schwarzenberg.

Ad Hahnemann non resta altro da fare che lasciare Lipsia al più presto ed è così che nel 1821 si trasferisce a Kothen.

Questa cittadina è in quel tempo la capitale dell’omonimo granducato, uno di quei piccoli regni assoluti componenti la Germania con leggi e costumi propri.

In questo territorio l’autorità suprema è il Granduca Ferdinando, grande estimatore di Hahnemann che ben volentieri accoglie e protegge dai suoi nemici.

Il 12 aprile 1821 il Granduca Ferdinando emana il seguente decreto:

”con la presente annunciamo ai Commissari dell’Amministrazione dello Stato che abbiamo cortesemente accordato al Dr. Hahnemann, in seguito a sua umile richiesta, il permesso di stabilirsi in questa città come medico e di preparare i rimedi richiesti per il suo trattamento; conseguentemente le sezioni 15, 17 e 18 dei Regolamenti medici del 1811 non gli vengono applicate ”.

Finalmente, dopo anni di lotta e di ingiuste persecuzioni, Hahnemann, all’età di 65 anni, è legalmente autorizzato ad esercitare la sua professione di medico omeopata ed a preparare nonché dispensare in proprio i rimedi ai suoi pazienti

Il Granduca Ferdinando è un uomo giusto, saggio, colto e la sua stima per il genio di Meissen è così grande che il 13 maggio 1822 insignisce Hahnemann del titolo di Hofrath, cioè consigliere di corte.

A Kothen Hahnemann trova un’oasi di pace nella quale continuare i suoi studi e, nel 1824, pubblica la terza edizione dell’Organon .

Nel 1828 Hahnemann dà alle stampe il primo tomo di un libro d’importanza capitale intitolato Malattie Croniche, natura e trattamento omeopatico che viene pubblicato in quattro volumi dall’editore Arnold fra il 1828 ed il 1830. In esso il Maestro enuncia la teoria dei miasmi.

I miasmi sono gli agenti perturbanti l’equilibrio dell’energia vitale degli esseri viventi e sono tre: Psora, Sycosi e Syphylis. La Psora è la radice di tutte le malattie per estirpare la quale Hahnemann consiglia ai suoi discepoli di somministrare ai pazienti in modo individualizzato, ossia secondo le personali necessità di ciascun malato, i rimedi (medicamenti) antipsorici. Essi sono quarantanove ed in questo testo il Maestro riporta le loro patogenesi omeopatiche (sperimentazioni su uomini sani).

Nel 1829 pubblica la quarta edizione dell’Organon .

Il 10 agosto dello stesso anno viene festeggiato il giubileo della laurea di Hahnemann.

A Kothen giungono medici da ogni parte d’Europa rendendo insufficiente la locale capacità alberghiera

Il giubileo, organizzato da tutte le società medico-omeopatiche dell’epoca, diventa praticamente il primo congresso internazionale di omeopatia il cui programma, scritto in latino, viene firmato da più di quattrocento persone.

Per l’occasione la Facoltà di Erlangen invia ad Hahnemann un diploma di congratulazioni, Stapf, uno dei discepoli prediletti del Maestro, gli regala un’edizione di lusso degli Scritti Minori , lo scultore Dietrich di Lipsia scolpisce un suo busto, il pittore Schopper di Berlino dipinge un suo ritratto ad olio, l’incisore Kruger di Dresda realizza una medaglia riportante il profilo di Hahnemann ed il granduca Ferdinando gli regala un fermaglio di brillanti

Il 31 marzo del 1831, all’età di 67 anni, muore la moglie del Maestro. E’ stata la sua fedele compagna di peregrinazioni per 48 anni, condividendo con lui ogni avversità ed assumendosi la cura della famiglia per consentirgli di dedicarsi completamente ai suoi studi.

E’ anche grazie alla sua abnegazione, al suo eroico impegno quotidiano di casalinga, al suo amore ed alla sua fede nel genio del marito che Hahnemann ha trionfato nella sua opera di riformatore dell’arte medica superando difficilissimi ostacoli .

Dopo la morte della moglie Hahnemann continua a vivere nella sua casa di Kothen accudito dalle figlie e dedito ai suoi pazienti ed alla ricerca.

Nel 1833 pubblica la quinta edizione dell’Organon .

E’ ormai da anni un uomo famoso, da ogni parte d’Europa giungono a Kothen persone che richiedono le sue cure. Fra queste una donna francese, Marie Mélanie D’Hervilly Gohier, ha un ruolo di primo piano negli ultimi anni di vita del genio di Meissen.

Mélanie si reca a Kothen per incontrare il maestro con il pretesto d’una nevralgia addominale. Hahnemann l’accoglie amichevolmente parlandole in francese.

Mélanie è una donna colta ed affascinante dell’età di 35 anni mentre il Nestore della medicina ne ha 80. La Sig.ra D’Hervilly guarisce rapidamente e nasce una profonda amicizia fra lei ed Hahnemann che culmina nel loro matrimonio celebrato a Kothen il 18 gennaio 1835.

Dopo un breve viaggio di nozze a Lipsia la coppia ritorna a Kothen.

Il 13 febbraio 1835, Hahnemann, istigato dalla seconda moglie, invia una lettera a Guizot, ministro della pubblica istruzione francese, per perorare la causa degli omeopati parigini che desideravano aprire alcuni ambulatori ed un ospedale.

Nella lettera Hahnemann gli consiglia di chiedere informazioni sull’omeopatia non all’Accademia di Francia ma alla Società Gallica di Omeopatia.

Il Maestro non riceve risposta ma il suo gesto irrita alquanto gli accademici di Francia.

Nel giugno 1835 Mélanie e Samuel Hahnemann si trasferiscono a Parigi dove egli è accolto con tutti gli onori ma per esercitare la professione, essendo uno straniero, dovrebbe sottoporsi ad un esame come previsto dalle leggi francesi.

L’Accademia di Francia fa dunque pressione su Guizot perchè impedisca ad Hahnemann di lavorare a Parigi.

Il ministro Guizot, bene informato sulla statura intellettuale del Maestro, così risponde all’Accademia della Medicina:

“Hahnemann è uno scienziato di merito indiscutibile e la scienza deve essere al servizio di tutti. Se l’omeopatia è soltanto una chimera od un sistema privo di valore, finirà col cadere da sé. Se invece rappresenta un progresso essa si estenderà ovunque a dispetto di qualsiasi misura e l’accademia, prima di tutti, deve augurarselo, essa che ha la missione di far progredire la scienza e d’incoraggiare le scoperte”.

Il canto del cigno di Hahnemann è la sesta edizione dell’Organon che riesce a terminare ma non a pubblicare perchè alle cinque del mattino del 2 luglio 1843 cala il sipario sulla sua esistenza terrena a seguito d’una broncopolmonite.

Mèlanie fa imbalsamare il corpo di Hahnemann da Ganal.

I funerali si svolgono alle sei del mattino dell’11 luglio 1843 in una giornata cupa e piovosa. Solo poche persone seguono il carro funebre che trasporta le spoglie del Maestro:Mélanie, un giovane medico di nome Lethière, una delle figlie di Hahnemann, Amalie, con il figlio di 17 anni Leopold Suss-Hahnemann .

Anni dopo, nel ricordare l’evento, il nipote di Hahnemann disse:

” L’affetto esagerato che la moglie ostentava verso il marito finché egli visse svanì in fretta dopo la morte. L’immortale fondatore dell’Omeopatia fu seppellito come il più povero dei poveri ”…

Mélanie non aveva avvisato alcuno sul giorno in cui si sarebbero svolti i funerali del marito!!!

Hahnemann viene sepolto al cimitero di Monmartre in una tomba con una lapide senza nome indicata come n°8.

Stranamente nei cinquanta anni successivi alla sua morte la sepoltura di Hahnemann viene dimenticata dagli omeopati francesi e tedeschi.

Nel 1896 il prestigioso Hahnemann College of Philadelphia ( Stati Uniti) organizza una serie di ricerche per rintracciare il posto preciso in cui sono sepolte le spoglie mortali del Maestro.

Una volta individuata la tomba in cui potrebbe essere sepolto Hahnemann i medici omeopati americani chiedono ed ottengono il permesso di esumarne il corpo.

Il 24 maggio 1898 la sepoltura viene aperta e la salma di Hahnemann individuata attraverso l’anello nuziale del secondo matrimonio ancora al dito.

Si scopre anche nei documenti del cimitero di Monmartre che la bara di Hahnemann era stata vergognosamente registrata all’ingresso sotto il nome di Lethière.

La salma di Hahnemann viene traslata lo stesso giorno al cimitero di Père Lachaise dove riposano per sempre i grandi di Francia.

Le spese per la costruzione del monumento funerario vengono sostenute per intero dall’Hahnemann Medical College di Philadelphia.

Sul monumento c’è un busto sormontato dalle parole: “ Hahnemann Fondateur de l'Homoeopathie ” e in basso l’iscrizione che chiese a Mélanie di mettere sulla sua tomba “ Non Inutilis Vixi ” (Non vissi invano).

A sinistra c’è un elenco delle sue opere maggiori mentre a destra sono incise le seguenti parole: “ Similia Similibus Curentur. Traitez les Malades par des Remedes produisantes des Symptomes semblables a leurs maladies ” (I Simili siano curati con i Simili. Trattate i malati con i rimedi che producono sintomi somiglianti alle loro malattie).

Nel terminare mi piace ricordare quanto Gandhi disse di fronte al parlamento indiano il 30/08/1936 nel perorare la diffusione dell’omeopatia:

" L’omeopatia è il più recente e raffinato metodo per trattare i pazienti in modo economico e non violento. Il governo deve diffonderla e patrocinarla nel nostro paese. Il defunto Dr. Hahnemann fu uomo dotato di superiore forza intellettuale e di grandi mezzi per la salvezza della vita umana. M’inchino di fronte alla sua abilità ed all’erculeo ed umanitario lavoro che svolse”.