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Diluizione e dinamizzazione

Hahnemann, in un primo momento, utilizzò i rimedi ad un dosaggio ponderale e rispettando il principio di similitudine: spessissimo accadeva che l’effetto primario del rimedio provocava un aggravamento di tutti i sintomi sul malato. Per questo motivo, progressivamente, egli incominciò a ridurre la quantità di sostanza somministrata fino a renderla imponderabile. Scoprì che diluendo progressivamente le sostanze si riducevano gli effetti tossici e soprattutto anche quelli terapeutici ma quest’ultimo fenomeno non accadeva se le soluzioni venivano sottoposte ad energiche scosse (dinamizzazione), nel tentativo di ottenere una buona miscelazione tra solvente e soluto; addirittura dopo il processo di diluizione e di dinamizzazione, più semplicemente definito di potentizzazione, aumentava l’effetto primario (vedi azione primaria e secondaria in questo sito) e quindi l’effetto terapeutico.

Hahnemann, Organon, Sesta Edizione, § (paragrafo) 269 : ”L’omeopatia sviluppa, per il raggiungimento dei propri fini, le energie terapeutiche, interne e quasi spirituali delle sostanze grezze, mediante un trattamento speciale, finora non usato; e le sviluppa ad un grado altissimo, di modo che esse diventano assai attive, giovevoli e di azione assai profonda. Diventano tali perfino quelle che allo stato greggio non manifestano sul corpo umano alcuna azione ”. Questa meravigliosa trasformazione delle qualità di sostanze naturali, mediante un’azione meccanica, che agisce sulle loro particelle più piccole a mezzo della triturazione e succussione (mentre esse con l’interposizione di una sostanza indifferente, sia allo stato solido che liquido, rimangono separate tra loro) sviluppa energie prima non palesi, latenti, dinamiche, che agiscono soprattutto sul principio vitale e sullo stato di salute della vita animale. Questo procedimento si denomina dinamizzare, potentizzare ed i suoi prodotti dinamizzazione o potenze nei vari gradi”.

Esistono varie metodologie di potentizzazione dei rimedi omeopatici, la più famosa di esse è la scala centesimale hahnemanniana definita con l’acronimo CH o, ancora più semplicemente, C.

Il procedimento di preparazione d’una CH consiste nel prendere una parte in peso della tintura madre (la sostanza originaria del prodotto) ed aggiungendola ad un flacone contenente in genere novantanove parti in volume di alcool a 70° si ottiene la diluizione; agitando poi il flacone imprimendogli un numero di scosse che nella quinta edizione dell’Organon Hahnemann fissa in numero di due si realizza la dinamizzazione ed avremo così, al termine del procedimento, la prima diluizione e dinamizzazione centesimale hahnemanniana, la potenza 1 CH. Volendo continuare ad attenuare il medicinale si preleva dalla 1 CH una parte in peso che viene aggiunta ad altre novantanove parti in volume di alcool a 70°, si continua nel modo già descritto e si ottiene la seconda diluizione e dinamizzazione centesimale hahnemanniana (2 CH) e si seguita così per ulteriori preparazioni.