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Organon:brevi cenni

Samuel Hahnemann intitola Organon la sua opera più nota ispirandosi al Novum Organon di Francesco Bacone scritto da quest’ultimo con intenzione polemica nei confronti del sapere e della logica tradizionali individuati nell’Organon di Aristotele.

Lo Stagirita chiamò così la raccolta dei suoi scritti in merito alle forme del giudicare e del dimostrare. La sua opera influenzò il pensiero filosofico e culturale fino ai tempi di Kant.

Il Novum Organon di Francesco Bacone consta di una “ pars destruens ” e una “ pars construens ”.

La prima è volta a sgombrare il campo dalle principali fonti di errore ch’egli definisce “idola”, derivanti dal sapere speculativo.

La seconda è finalizzata alla costruzione d’un metodo sperimentale finalizzato alla conoscenza dei fenomeni della natura.

La concezione della verifica sperimentale colloca Bacone a pieno titolo nell’atteggiamento scientifico moderno.

Una simile impostazione è presente nell’Organon di Hahnemann anch’esso suddiviso in paragrafi come quello di Bacone.

In esso, difatti, viene sollevata un’aspra critica contro il metodo allopatico i cui effetti curativi sono palliativi e transitori perchè basati sul principio dei contrari.

L’applicazione di questo metodo non rispetta le leggi della natura il che Hahnemann discute dal paragrafo 54 al 61 riportando numerosi esempi a conferma delle sue osservazioni.

E’ questa la “ pars destruens ” descritta nell’opera del genio di Meissen che consiste nella confutazione delle teorie speculative applicate all’arte medica

La “ pars construens ” è invece costituita dalle ragioni d’essere del metodo omeopatico descritte dal paragrafo 62 al 70 che invece poggia le sue basi sulla sperimentazione biologica sull’uomo sano e quindi sull’osservazione delle leggi della natura.

Hahnemann fu il vero creatore del metodo sperimentale in medicina.

Scrive Hahnemann al § (paragrafo) 52 della sesta edizione dell’Organon :

“Vi sono due modi principali di cura: quello che basa tutto il suo agire solo sull’esatta osservazione della natura, su accurati esperimenti ed esperienza pura, quello omeopatico (prima di me mai usato di proposito); e un secondo che non fa questo, quello (eteropatico o) allopatico.

Ciascuno sta proprio all’opposto dell’altro e solo chi non conosce ambedue può abbandonarsi all’illusione che essi potrebbero mai avvicinarsi l’uno all’altro o magari si lascino unire, può perfino rendersi così ridicolo da procedere nelle sue cure, a piacere dei malati, ora omeopaticamente, ora allopaticamente: questo è da chiamare tradimento delittuoso contro la divina omiopatia” .

Hahnemann dedicò tutta la sua esistenza all’analisi ed all’osservazione delle leggi che governano la natura e quindi presiedono lo stato di salute e malattia negli esseri viventi.

La prova del suo impegno intellettuale è fornita dal fatto che l’Organon fu pubblicato in sei diverse edizioni, progressivamente aggiornato a seconda del progredire dei suoi studi.

La prima edizione dell’" Organon der rationelle Heilkunde" (Organon dell'Arte Medica razionale) fu pubblicata a Lipsia, in Germania, nel 1810 ed in italiano a Napoli nel 1824 tradotta dal prof. Bernardo Quaranta.

La seconda edizione dell’ " Organon der Heilkunst" (Organon dell'Arte del Guarire) fu pubblicata in tedesco nel 1819 e pubblicata anch’essa a Napoli nel 1824 tradotta in italiano dal dr. Giuseppe Caimani.

Hahnemann modificò il titolo della sua opera che lasciò poi immutato nelle successive edizioni per sottolineare l'importanza esclusiva dell'omeopatia al fine di raggiungere lo stato di salute.

La terza edizione fu data alle stampe in lingua tedesca nel 1824 ed in lingua italiana sempre a Napoli nel 1825 tradotta dal dr. Luigi Chiavarini.

La quarta edizione fu pubblicata in tedesco nel 1829 ed in italiano nel 1833 a Venezia tradotta dal Dr. Giuseppe Coen.

Una seconda traduzione italiana della quarta tedesca fu stampata a Napoli nel 1845 tradotta dal dr. Cosmo Maria De Horatiis.

La quinta edizione dell’Organon fu pubblicata in tedesco nel 1833 e non è mai stata tradotta in italiano.

La sesta edizione dell’Organon fu pubblicata postuma per la prima volta a Boston nel 1921 tradotta in lingua inglese dal dr. William Boericke.

In Italia fu edita per la prima volta nel 1941 a Belluno tradotta dal tedesco dal dr. Giuseppe Riccamboni.

Un’altra edizione italiana fu pubblicata nel 1975 a Milano tradotta dalla versione francese della sesta edizione dal dr. Mario Garlasco

Una terza traduzione italiana della sesta edizione dell’Organon, la migliore fra tutte, è stata pubblicata a Roma nel 1993 tradotta dal tedesco dal prof. Mons. Fernando Meconi. Quest’ultima traduzione ha il pregio d’essere a tutt’oggi la prima versione italiana integrale e letterale della sesta edizione. Essa è conforme all’originale dal momento che è ivi riportata per intero anche la lunga parte introduttiva purtroppo omessa in entrambe le precedenti.

Nell’Organon è presente un’esposizione dottrinaria con una filosofia medica che non si riallaccia ad ipotesi destinate ad essere sorpassate nel corso del tempo per cui i suoi contenuti sono validi a tutt’oggi a distanza di circa due secoli.

Quest’opera è il frutto della rigida osservazione dei fenomeni della natura avulsa da caduche interpretazioni.

L’omeopatia ha sì un’impostazione vitalista ma d’un vitalismo che scaturisce dallo scrutare le espressioni dinamiche dell’esistenza per cui è accettabile “a fortiori”.

“Nello stato sano dell’uomo, comanda illimitatamente (autocrazia) la Forza Vitale di tipo spirituale che vivifica come dynamis il corpo materiale (organismo) e tiene tutte le parti di esso in andamento di vita mirabilmente armonico in sentimenti ed attività, così che il nostro spirito ragionevole che dentro vi abita si può servire liberamente di questo strumento sano, vitale, per lo scopo superiore della nostra esistenza”. ( Hahnemann, Organon, Sesta Edizione, paragrafo 9 )

L’Organon è anche un trattato di patologia generale vista la catalogazione delle malattie che Hahnemann riporta dal paragrafo 72 al paragrafo 81.

Dal paragrafo 82 al 92 l’autore dà suggerimenti sul come deve essere condotto l’esame del malato: questi riguardano l’empatia verso il paziente, l’osservazione, la registrazione dei dati, il trattamento terapeutico.

Nell’Organon sono riportate direttive su elementi di farmacodinamica (par.105-109), sul come condurre le sperimentazioni (par.121-145), farmacopollassia (par.247-248), farmacoprassia (par.264-272) ed altro ancora.

In esso Hahnemann espone infine concetti d’igiene e prevenzione e si dimostra precursore della batteriologia, della genetica e della psicoterapia.