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Dimagrire

Obesità

L’obesità è un aumento eccessivo del peso corporeo dovuto all’accumulo di grasso. Si distinguono un’obesità ginoide (femminile) localizzata, con aumento della circonferenza di fianchi e cosce, e una androide (maschile), con distribuzione del grasso perlopiù a livello del tronco e della nuca. Essa è sempre dovuta a uno squilibrio tra quantità di calorie introdotte (in eccesso) e quantità di calorie utilizzate che porta a un aumento del tessuto adiposo. Oltre che da vari disturbi organici, l’obesità può essere favorita da diverse forme di disagio psichico come la bulimia, l’ansia e la depressione
Se gli zuccheri, prontamente utilizzabili, rappresentano l’energia dell’istante, i grassi, fruibili dall’organismo in tempi più lunghi, sono portatori di un’energia “progettuale”, cioè di una forza che si mantiene nel tempo e sostiene la vita. I depositi corporei di lipidi si configurano come un luogo quasi“sacro”: molte antiche civiltà consideravano materia divina o “aurea” il grasso di certi animali.

Questa “sacralità” è legata a due aspetti fondamentali.

–La sopravvivenza. L’adipe rappresenta simbolicamente una “riserva vitale”, in special modo nei periodi di mancanza di nutrimento (una funzione che in natura trova la sua espressione più pura nel grasso degli animali che vanno in letargo). Ma esso rappresenta anche una difesa. Ha infatti un ruolo nella regolazione della temperatura corporea (perché evita la dispersione di calore) e protegge dai traumi fisici.
–Il senso della vita. I lipidi vengono utilizzati al meglio, dal punto di vista metabolico, quando una persona vive pienamente la sua esistenza, percependola come autentica in quanto ricca di emozioni, entusiasmi ed esperienze in cui crede e si riconosce. Se la sensazione, viceversa, è di vivere una vita “senza senso”, che non ci appartiene, dove recitiamo un ruolo non nostro o addirittura fingiamo, anche il metabolismo ne risente: i grassi bruciano poco e male e finiscono per accumularsi dando il là a sovrappeso e obesità.


Queste basi simboliche forniscono preziose chiavi di lettura per l’obesità. Molti individui in forte sovrappeso accumulano energia per far fronte a momenti di vuoto affettivo o esistenziale: è il ben noto “bisogno d’affetto” a cui inevitabilmente si pensa quando si vede una persona mangiare in eccesso e con voluttà, che spesso si associa al cosiddetto “horror vacui”, la paura dei silenzi e delle pause che di solito viene coperta da una spiccata logorrea.
L’adipe diventa uno scudo, una corazza psicologica di fronte a cui “rimbalzano” gli eventi negativi.

Ciò spiega la spiccata tendenza alla risata di alcuni obesi, tutta tesa alla sdrammatizzazione e alla difesa da sensazioni di frustrazione e di depressione. Questo aspetto difensivo si traduce anche in una scarsa tendenza all’introspezione e nella superficialità per ciò che riguarda le proprie emozioni. L’auto-protezione può avere una valenza anche estetica: non solo la persona mette una barriera tra sé e l’altro, ma assumendo una forma corporea non attraente scoraggia i temuti – benché desiderati – approcci sentimentali. In quanto dilagante patologia collettiva, l’obesità esprime un malessere del nostro tempo: molte persone conducono vite sentite come non autentiche, nelle quali il talento personale non riesce a realizzarsi. In una vita, troppo meccanica e funzionale, stressata e “compressa”, le energie migliori rimangono intrappolate nel corpo. La vitalità profonda non fluisce e ristagna, così come la persona è in piena stasi esistenziale. Tale perdita del “filo conduttore” si rintraccia nella tendenza dell’obeso al pensiero ripetitivo, che lo fa ritornare sempre sulle stesse tematiche e sugli stessi discorsi.

Obesità: chi è più a rischio
-La familiarità è un aspetto importante in molti casi, tuttavia è da intendere non solo in senso di predisposizione genetica, ma anche di un modo di nutrirsi e di vivere le emozioni. Quelle delle persone che soffrono di obesità sono famiglie nelle quali la maggior quota di comunicazione affettiva passa attraverso il cibo. Va ricordato che i bambini ipernutriti, nei primi tre anni di vita, sviluppano un numero di cellule adipose superiore agli altri, che rimarrà stabile per tutta la vita aumentando la tendenza al sovrappeso.
-Al di là di queste influenze familiari, le persone obese, pur nella differenza di personalità, hanno delle caratteristiche comuni che riguardano almeno due dei seguenti temi:
–estrema paura di soffrire;
–difficoltà a sentirsi appagati anche da un grande affetto/amore;
–propensione alla sedentarietà, intesa anche come staticità esistenziale;
–difficoltà a liberare le proprie energie vitali: eros, creatività, fantasie;
–disturbi d’ansia e/o depressivi trascurati.

I chili di troppo, un problema mondiale
Ingrassare non è solo un problema di calorie; a spiegare un fenomeno che riguarda tutto il mondo occidentale non sono unicamente i cibi sbagliati o in eccesso di cui ci nutriamo, o la sempre maggior sedentarietà della nostra vita quotidiana ma una serie di fattori e di abitudini errate che incidono sul peso e sulla salute dell'intero organismo.

La strategia vincente: eliminare l'infiammazione...
Un termine specifico spiega bene la natura di questo vero e proprio disturbo: la parola è infiammazione. In una prospettiva simile, l'approccio al dimagrimento deve cambiare completamente e l'obiettivo di mandar via i chili di troppo deve essere preceduto da un'azione che elimini in maniera stabile i fattori che scatenano l'infiammazione dei tessuti e degli organi.

…e conoscere le emozioni che spingono a mangiar troppo
Ma non basta: sappiamo che il cibo può diventare purtroppo il primo sostituto del piacere, una soluzione tanto semplice e a portata di mano quanto illusoria e controproducente. La medicina psicosomatica da tempo ha evidenziato il rapporto esistente fra cibo ed emozioni e la necessità di intervenire anche in questo campo per non rendere vano ogni tentativo di perdere peso.

Per dimagrire via i pensieri

La miglior cura per il sovrappeso: azzerare la mente

Secondo una recente ricerca inglese, chi ha in testa il pensiero di dimagrire , finisce per ingrassare sempre di più.
Franca racconta:
«Tutti i giorni nella testa avevo un tarlo, una specie di pensiero che mi diceva, soprattutto al mattino: oggi devo mangiare solo cibi ipocalorici. Più questo pensiero si affacciava dentro di me e più scattava qualcosa che mi portava a divorare senza fame qualcosa di piacevole e di stimolante». Insomma, come scrive Giuliana, più pensiamo al cibo da non assumere, più il solo fatto di averci pensato ci porta automaticamente a desiderarlo e a mangiarlo.
Mentre ci diciamo: "Oggi devo evitare certi cibi", queste parole li evocano e ci spingono a mangiarli. Franca lo ha imparato sulla sua pelle. Ha fatto, senza saperlo, quello che consigliava la ricerca anglosassone e cioè non pensare al cibo.
Lo stato di estraneità dal pensiero, dai ragionamenti, le ha fatto percepire di essere un'altra donna, non la solita che conosceva. È bastato cambiare l'atteggiamento mentale , uscire dai pensieri, per accorgersi che il suo femminile non aveva bisogno di cibo per realizzarsi.

Elimina i pensieri così sconfiggi i grassi

Ogni volta che pensiamo al cibo, anche se per dirci "non devo mangiare", scatta automaticamente dal "centro della fame" posto nel cervello, lo stimolo ad assumere più alimenti.

Quindi, ogni volta che arriva il pensiero dobbiamo:

- creare uno stato di estraneità interiore, come se ci affidassimo a una sensazione di vuoto. Come quando guardiamo un panorama: ci annulliamo nell'osservazione dell'insieme e perdiamo la sensazione dello spazio e del tempo.

Questo senso di estraneità, questa totale assenza di pensieri e obblighi è la premessa indispensabile per eliminare il sovrappeso.