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Postproduzione


Quella che vedete è un’immagine in formato RAW senza nessuna modifica, così come è stata generata dalla fotocamera. Il contrasto è basso e i colori sono impastati, tipico di un file che si comporta come un negativo da sviluppare. Non è consigliabile stampare il file con questi parametri.


photo editing Questa immagine è stata ritoccata ottimizzando i livelli che, come potete notare dal grafico, sono pressoché perfetti.
Si può già ottenere una buona stampa ma soprattutto questo è lo step fondamentale da cui partire per effettuare lavorazioni particolari come quelle che vedrete nelle foto successive.
Noi di Ray Clever siamo in grado di elaborare e perfezionare per voi alternative dal carattere deciso, ma sempre di buon gusto.








Per la postproduzione di questa foto mi sono ispirato alla gloriosa Kodak Portra 160 NC, una pellicola particolarmente morbida, adatta per foto di ritrattistica ma anche per fotografia di paesaggi, caratterizzata da una resa del colore dei toni pelle molto naturale. Questa pellicola era ideale anche in studio quando, con una luce ben bilanciata, si necessitava di un film con un contrasto presente ma non troppo alto.


Desiderate delle stampe particolari? Perché non puntare su una postproduzione che ripropone i colori Polaroid? Magari i colori che regalavano le pellicole datate o addirittura scadute, con le meravigliose dominanti giallo-ciano e quel contrasto un po’ alto che faceva schizzare via le luci e scuriva i neri…perché no?


Noi dello studio fotografico Ray Clever aborriamo il sistema automatico e gli standard di post produzione dei file. Ogni servizio fotografico è una storia unica e come tale la raccontiamo: per questo pensiamo a dare un aspetto straordinario alle immagini, lontano dal ‘anche mia cugina ha le foto così’. La foto in questione ha una dominante fredda nei colori scuri e brunita nei toni pelle; è arricchita da una vignettatura ampia e leggera e da una grana pellicola abbastanza consistente. Lo scopo è quello di eliminare la metallicità che contraddistingue i file digitali rendendoli più morbidi, quasi vellutati.


Immagine con livelli ottimizzati e trasformata in scala di grigio. In questo caso, a differenza della stessa foto ma a colori, preferiamo non stampare mai un file con queste caratteristiche utilizzandolo come punto di partenza per modifiche che daranno stampe di impatto ben più elevato.


Immagine postprodotta secondo le caratteristiche di una pellicola a me molto cara, la Kodak Tri X, una pellicola che possedeva una grana fine e la possibilità di giocare con una buona gamma tonale. Probabilmente i risultati migliori si ottenevano quando la si sviluppava con il Rodinal. Era una pellicola che mi permetteva di fotografare in condizioni di scarsa luminosità forzando l’esposizione e i trattamenti successivi. I dettagli che ottenevo, sia nelle alte luci che nelle ombre, erano notevoli. Ho sperimentato per settimane prima di riuscire a ricavare parametri di lavorazione che ora mi permettono di riproporre la grande Tri X!


Di immagini lavorate col tono sepia se ne sono viste in gran quantità, spesso sgradevoli, tendenti all’arancione fosforescente o al rosso più acceso, ma davvero poche sono quelle che ho potuto ammirare con soddisfazione. Noi di Ray Clever preferiamo un tono sepia visibile ma leggero, che non alteri la percezione delle luci e non impasti i neri delle ombre, cosa che inevitabilmente succede quando il tono sepia viene applicato in automatico da software e non a occhio da stampatori professionisti. Il risultato sarà sotto i vostri occhi.


E se vi proponessimo una lavorazione particolare come il Cyanotype? Avete mai visto stampe realizzate ad arte dopo un trattamento interessante come questo? Le luci brillanti conservano ancora del bianco mentre i mezzitoni si saturano di ciano-blu. Le ombre si tingono di blu profondo e una leggera grana pellicola permea l’immagine facendo venire voglia di sfiorarla con la punta delle dita. Un processo di stampa molto antico ma mai passato di moda, mai dimanticato da chi conosce le tecniche di stampa del bianco e nero.


E per ultima vi propongo una foto postprodotta rifacendomi alla gloriosa Polaroid 55, una pellicola che ha fatto epoca e che ancora oggi si cerca di ricreare e riproporre attraverso software di vario tipo e di smartphone. La Polaroid 55 aveva dei toni tendenti all’opaco, luci comprese, ma la particolarità di questa pellicola stava nel fatto che pareva che la foto fosse stata scattata attraverso un vetro, risultando così quasi diafana. Uno spettacolo, lontana mille anni luce dai canoni della moderna fotografia digitale ma che io non smetto di amare.