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La stagione pollinica avanza: cambiamenti climatici e tutte le contromisure per affrontarla

LA STAGIONE POLLINICA AVANZA: CAMBIAMENTI CLIMATICI E TUTTE LE CONTROMISURE PER AFFRONTARLA. I pollini, le cui dimensioni variano da un minimo di 5 a un massimo di 200 micron, costituiscono gli elementi maschili delle piante, cui spetta il compito di fecondare gli ovuli, cioè gli elementi femminili di piante della stessa specie. I pollini sono presenti nell'aria soltanto nel periodo di fioritura delle piante e pertanto soprattutto nel periodo primaverile. Molto leggeri, sono trasportati dal vento a grande distanza: la pioggia, invece ne favorisce la caduta al suolo, per cui concentrazioni di pollini nell'aria diminuiscono notevolmente, dopo alcune ore di pioggia intensa. Quando i pollini vengono inalati e raggiungono le mucose delle vie respiratorie, il loro involucro protettivo viene dissolto dall'acqua e dagli enzimi delle secrezioni mucose e vengono liberate le frazioni proteiche dotate di potere allergenico. I pollini, per avere un potere allergizzante, devono appartenere debbono essere pollini di piante anemofile, cioè di piante i cui pollini trasportati dal vento possono dare impollinazione. Eccezioni per sensibilizzazioni di pollini di piante entomofile possono trovarsi nell'aria perché trasportate da insetti o perché manipolati in corso di operazioni agricole o industriali, da parte di operatori del settore. Le variazioni della concentrazione pollinica sono strettamente dipendenti dalle condizioni climatiche per le piante erbacee, mentre le piante arboree hanno oscillazioni annuali. Le piante arboree hanno un periodo di dormienza autunno-invernale con risveglio delle gemme nel periodo di maggiore temperatura. Una monosensibilizzazione, cioè una sensibilizzazione isolata ai pollini di una sola famiglia di piante, è frequente soltanto nei casi di allergia alle graminacee, alla parietaria e, molto più raramente, ai pollini di altre piante. Il polline di olivo ha bisogno di un rialzo di temperatura un po’ più elevato e non compare prima di aprile e raggiunge la massima concentrazione nella prima metà di maggio, ma negli ultimi anni sono comparsi anticipi della pollinazione per l'aumento delle temperature in periodi relativamente più freddi. Spesso però le pollinosi da olivo sono associate ad altre sensibilizzazioni, per cui le variazioni annuali della sintomatologia sono più riconoscibili nei monosensibili, mentre nei polisensibili i sintomi si sovrappongono. L'alternanza di cicli di produzione e crescita di foglie rispetto ai frutti, e viceversa, tra le piante arboree, favorisce l'immagazzinamento di riserve per la stagione successiva. L'alternanza vale anche e soprattutto per piante da frutto(pero, pesco, melo, ma anche per cipresso, betulla, nocciolo ecc.). Diffusione di altre piante relativamente, ormai non nuove, tipo Ambrosia(con pollinazione tardiva agosto-settembre) e Betulacee, si verifica in determinate aree geografiche. Un altro problema è connesso all'uso di piante per arredo urbano con sensibilizzazioni le più svariate(da ippocastano, cipresso). Conoscere il periodo di contatto diretto e, pertanto di pollinazione, risulta fondamentale per la possibilità di un corretto approccio nella terapia di rinite e asma allergico. Inevitabile il ricorso a misure terapeutiche di vario tipo al fine di controllare i sintomi di rinite e prevenire le complicanze locali e a distanza. Misure terapeutiche che riguardano il lavaggio delle narici con soluzioni che permettano di eliminare i pollini e i mediatori dell'infiammazione. Terapia farmacologica sintomatica con preparati in grado di agire a livello recettoriale, quali antistaminici, decongestionanti nasali. Terapia farmacologica di fondo, antiallergica e antiinfiammatoria con cromoni e corticosteroidi locali. Immunoterapia specifica. Gli antistaminici anti-recettori H1 sono i farmaci di prima scelta per la terapia sintomatica delle riniti da pollini. Introdotti per via orale l'azione è rapida e capace di controllare i sintomi di irritazione e ipersecrezione, ma con scarso affetto sull'ostruzione nasale; gli effetti collaterali sono scarsi e la sedazione, ormai con la scelta del farmaco giusto e adattato, è praticamente nulla o trascurabile. Poiché gli antistaminici, non migliorano l'ostruzione nasale, possono associarsi i vasocostrittori(usati per brevi periodi al fine di non incorrere in una rinite medicamentosa), per migliorare il riposo notturno e facilitare l'uso dei corticosteroidi locali. I cromoni si dimostrano utili nel prevenire i sintomi delle pollinosi, usati prima dell'inizio delle pollinosi nel mantenere lo status dopo l'uso di corticosteroidi nasali e limitarne l'uso. I farmaci più attivi nel controllo della rinite allergica sono i corticosteroidi nasali, in soluzione acquosa, dei quali gli effetti collaterali sono quasi nulli, visto il loro uso limitato a certi periodi. La terapia delle rinite varia a seconda del periodo in cui il paziente si presenta all'osservazione medica, nel periodo pre-stagionale, quando la rinite è asintomatica si può attuare la prevenzione con i cromoni, da iniziare 15 giorni prima della prevista pollinazione. La prevenzione di secondo livello con corticosteroidi locali può essere fatta da iniziare uno-due giorni prima del picco di pollinazione. Nel periodo stagionale la terapia della rinite è sintomatica e si può aggiungere alla terapia l'antistamico e il decongestionante nasali. Se si tratta di asma da pollini si rende necessario prevenire le crisi di broncospasmo, e di trattarle quando la patologia è già instaurata. La terapia si basa innanzitutto sull'eliminazione delle cause o riduzione delle cause scatenanti. I farmaci broncodilatatori sono i beta 2 stimolanti che fanno rilasciare il muscolo liscio, migliorare la clearance mucociliare e ridurre la permeabilità vascolare, agendo sul substrato anatomo-patologico della crisi asmatica. I broncodilatatori a breve durata d'azione sono i farmaci di primo utilizzo e preferibilmente in soluzione inalatoria o polvere inalatoria, educando il paziente al loro utilizzo in modo adeguato. Gli effetti collaterali sono noti e sono tremore, tachicardia sono legati in maniera proporzionale alla quantità di farmaco. I cromoni nell'asma da pollini sono indicati nella prevenzione nell'asma lieve e nella prevenzione dell'aumento stagionale della reattività bronchiale. I corticosteroidi sono i farmaci di elezione nella terapia dell'asma, essendo gli antinfiammatori per eccellenza, possono essere somministrati per via aerosolica, parenterale e per os. Vengono impiegati per ridurre, inibire, e prevenire la componente infiammatoria dell'asma. gravi e si rende raramente necessari, nell'asma da pollini. La via parenterale è raramente usata nell'asma da pollini e solo in caso di grave riacutizzazione. L'uso degli attuali corticosteroidi è efficace e sicuro, scarsi gli effetti collaterali ai dosaggi terapeutici attuali e non si rilevano effetti sistemici rilevanti. Gli effetti indesiderati sono solo locali, candidosi orofaringea, la disfonia e raramente tosse. Utili anche gli antileucotrieni, soprattutto nell'asma da sforzo, esercizio fisico e con effetto additivo con la terapia cortisonica, nelle forme scarsamente controllate. Uno dei capisaldi della terapia delle pollinosi è l'immunoterapia specifica che consiste nella somministrazioni di un estratto allergenico specifico dei pollini cui il paziente è sensibile a dosi progressivamente crescenti, al fine di ottenere una riduzione della sensibilità del paziente verso quei determinati pollini. Si può ritenere che nei bambini l'ITS possa essere iniziata sin dall'età di 3-4 anni. Negli adulti, ovviamente, l'ITS può essere iniziata in qualsiasi età, qualora il medico lo ritenga opportuno, previa accurata valutazione delle condizioni generali del paziente. Poiché si tratta di una terapia personalizzata è necessario che il medico richieda l'allestimento di una terapia idonea per ciascun paziente. I trattamenti si distinguono in trattamenti a breve termine e trattamenti a lungo termine. Trattamento a breve termine , con dosi scalari progressivamente di estratto allergenico fino alla dose massima tollerata, da ripetere ogni anno con trattamento pre-stagionale da iniziare alcuni mesi prima della fioritura delle piante ai cui pollini il paziente è sensibile e da completare fino all'inizio della prima pollinazione. Trattamento continuo, consiste nella somministrazione iniziale dell'estratto allergenico a dosi scalari fino al raggiungimento della dose massima tollerata e nella prosecuzione per alcuni anni, con somministrazione della stessa dose massima tollerata, a intervalli distanziati e riduzioni della dosi nel maggior periodo di pollinazione. L'ITS tradizionale, per via sottocutanea, deve essere praticata esclusivamente dal medico, ancor meglio dallo specialista allergologo, il quale può variare, secondo il giudizio clinico e a seconda del grado di ipersensibilità del paziente, lo schema posologico standard allegato ed adattandolo al singolo soggetto. L'efficacia dell'ITS è ben documentata da osservazioni cliniche rigorosamente controllate, soprattutto per quanto riguarda i principali allergeni. L'efficacia dell'ITS sembra dovuta ad un profondo effetto immunomodulante sul sistema immunitario, con coinvolgimento del network cellulare e variazioni nei livelli di numerose citochine e immunoglobuline. L'inoculazione dell'ITS può provocare reazioni indesiderate, quelle locali ono abbastanza comuni, ma di moderata rilevanza clinica. Più rare le reazioni sistemiche, particolarmente quelle gravi, che rendono necessario l'impiego di adrenalina. La maggior parte delle reazioni sistemiche si verifica quasi immediatamente dopo la somministrazione dell'allergene e tende ad essere tanto grave quanto precoce è l'insorgenza. Attualmente sono disponibili preparati per immunoterapia specifica somministrabili per vie diverse da quella classica parenterale. Essi sono rappresentati principalmente dagli estratti per via sublinguale. Questa metodica sembra efficace e può essere consigliata almeno in due casi: o quando il paziente abbia già effettuato una terapia ITS con buoni risultati e voglia proseguire ancora o in pazienti polisensibili quando si desideri associare una terapia iniettiva ad una terapia con altro allergene sublinguale. Si possono, infatti, osservare, miglioramenti del quadro clinico nell'oltre 80 per cento dei casi, valutato obiettivamente, mediante controlli con vari score sintomatologici o nel confronto di farmaci sintomatici. Il giudizio della durata spetta al medico specialista, l'esperienza fa ritenere che l'ITS debba essere protratta almeno per 3-5 anni. Qualora l'ITS non produca un miglioramento clinico entro due anni, si dovrà rivedere completamente la diagnosi.