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Acufeni - il martello nell'orecchio

Ronzio, fischio, trapano, martello – sono tutti rumori possibili a sentire nell’orecchio di chi soffre di acufeni.

È un disturbo terribile, che talvolta porta alla pazzia e al suicidio.

Per la medicina ufficiale le piste da seguire sono sostanzialmente due: l’apporto di sangue all’orecchio e stress.

Di questi due fattori, lo stress sicuramente gioca un ruolo di rilievo, l’ansia di fondo nella personalità tipica, le angosce ed allarmismi sono terreno fertile, sul quale si innesca quella catena di riflessi che provoca una situazione di ipereccitabilità delle strutture nervose con il risultato anche di vasocostrizione nella microcircolazione e sofferenza degli organi, in questo caso quello dell’udito.

Ma appunto, costellazioni, che aumentano questa eccitabilità ce ne sono ben altre, mai prese in considerazione:

- I veleni neurotossici quale la nicotina, le varie droghe eccitanti, i metalli pesanti come il mercurio, l’argento, il piombo ecc. delle otturazioni dentali, gli alcoli da fermentazione intestinale dovuta alla mal digestione, l’ammoniaca, prodotta dalla putrefazione delle proteine nell’intestino, sempre dovuta alla mal digestione e via dicendo

- Le correnti elettriche, generate dai galvanismi dei metalli in bocca: la stessa amalgama è una lega di tutta una serie di metalli nocivi di per se (vedi sopra), che creano correnti galvaniche con ripercussione sul sistema nervoso. Se poi oltre all’amalgama ce ne sono altri metalli – varie leghe in base all’oro, palladio, titanio abbiamo un elettrosmog non indifferente

- L’elettrosmog dall’esterno – il cellulare sempre a contatto con l’orecchio, le varie fonti in casa e al lavoro

- Il dente tossico – il focolaio batterico che produce varie tossine di putrefazione: il mercaptano, la spermi dina, la putrescina, tutti altamente neurotossici

- Gli squilibri vertebrali in primo piano a livello dell’alta colonna cervicale, i blocchi che creano irritazioni alla base cranica con conseguenti possibili sintomi nervosi.

Una diagnostica attenta deve valutare tutto lo spettro dei fattori dannosi, che nell’insieme possono creare il disturbo, e cercare di eliminarli uno dopo l’altro seguendo l’analogia del vaso traboccante, che man mano si va a svuotare.

Terapia medicamentosa, che si è dimostrata molto efficace in merito, è la somministrazione endovenosa di procaina in associazione a bicarbonato di sodio in dosi crescenti, concetto, che in ambienti davvero specializzati della medicina ufficiale già viene applicato, ma di solito non viene preso in considerazione.

Nella mia prassi medica ho visto risultati davvero enormi in confronto della sindrome da acufene in pazienti ormai abbandonati dagli otorini e neurologici per resistenza alle terapie adoperate.

Comunque rimane un campo complesso ed è di importanza primaria iniziare le cure il più presto possibile, perche più diventa cronico un sintomo con riguardo del sistema nervoso meno agile sarà la sua eliminazione.