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Diversamente abili

Le tecnologie di gestione di un immobile consentono di accrescere l'autonomia delle persone anziane o disabili, ma è necessario un approccio attento alle “abilità residue”

L'attenzione alle esigenze di anziani e diversamente non è solo un fattore di civiltà, ma anche frutto di considerazioni relative ai numeri del fenomeno. Basti pensare che, dal 2002 al 2012, in Italia la popolazione è cresciuta del 4, 2%. L’aumento più accentuato, in termini percentuali, si è però registrato tra gli “over 65” con un +15, 8% rispetto al 2002. La categoria “senior”, con oltre 11, 6 milioni di abitanti, rappresenta così il 19, 6% della popolazione nazionale, anche se con percentuali diverse nelle singole regioni.

Questi dati avranno una significativa ricaduta sul nostro tessuto sociale e impongono una riorganizzazione dell’intero sistema sanitario. La terza età, infatti, resta un tema complesso, che richiede la collaborazione tra Enti, Istituzioni pubbliche e realtà private che si occupano a diverso titolo di attività assistenziali. Si aprono quindi nuove sfide, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di consentire una sempre maggior indipendenza agli anziani, attraverso le moderne tecnologie. Il tutto anche in considerazione del fatto che, nel 2040, la popolazione over 65 raggiungerà in Italia il 35% del totale e, al momento, le risorse disponibili appaiono limitate.

La problematica dell’assistenza all’anziano non trova però il suo fondamento solo nella difficile reperibilità di risorse economiche, ma anche nella necessità di mettere in rete dei servizi sociali in grado di erogare assistenza domiciliare e tutelare. L’una finalizzata al mantenimento dell’anziano nel proprio ambiente di vita, l’altra invece, ad appannaggio del servizio socio-sanitario volto a rispondere ai bisogni multipli delle persone che vivono una temporanea o permanente situazione di non autosufficienza.

Se agli anziani sommiamo le persone colpite da disabilità, si arrivano a stimare, in Italia, oltre 2, 5 milioni di persone non autosufficienti, ovvero quasi il 5% della popolazione. In molti casi, però, proprio le tecnologie domotiche potrebbero rappresentare una svolta nella vita di queste persone.

Un nuovo criterio progettuale

Se, sinora, la domotica è stata vissuta solo come uno strumento per migliorare il comfort e contenere i consumi energetici, la nuova frontiera potrebbe essere rappresentata proprio dalle sue potenzialità nell'accresce l'autonomia delle persone anziane o disabili. Il tutto senza dimenticare che la disabilità non colpisce solo gli anziani o alcuni soggetti. Ma chiunque può trovarsi in grossa difficoltà, persino all'interno della propria abitazione, per una banale ingessatura.

A differenza di quando si progetta la domotica per i normodotati, la presenza di un soggetto con disabilità impone un approccio completamente differente, che deve assumere, come criterio fondamentale, quello relativo alle cosiddette “abilità residue”. In pratica, mentre in un impianto tradizionale si parte dal “quello che si vorrebbe fare”, in questo caso è necessario basarsi su quello che il soggetto “può fare”, sulla scorta delle proprie limitazioni fisiche o culturali. Una simile sensibilità, infatti, è fondamentale dal punto di vista pratico, ma anche per l'accettazione psicologica dell'impianto da parte del soggetto stesso. Difficilmente, infatti, un anziano è disposto a interfacciarsi con comandi troppo complessi o con device che non appartengano al proprio patrimonio di esperienza. Allo stesso modo, chi si trova su una sedia a rotelle potrebbe avere difficoltà, banalmente, a raggiungere tasti o prese posizionati alle altezze comuni.

La domotica va in TV

Se, nel caso di un soggetto relativamente giovane su una sedia a rotelle, il computer e lo smartphone sono oggetti di uso quotidiano, l'interfaccia di riferimento per un anziano è sicuramente il televisore e il relativo telecomando. Un anziano, infatti, percepisce lo schermo televisivo come un proprio “amico”, del quale si fida e con il quale è abituato a “dialogare”. Da qui la possibilità di gestire la domotica proprio attraverso un comune telecomando, con indicazioni chiare e sintetiche visualizzate direttamente sullo schermo televisivo. In tal modo, superando anche i limiti classici dei piccoli display delle apparecchiature elettroniche e degli smartphone, un anziano si trova a interagire con uno strumento familiare, attraverso il quale può attivare tutte le funzioni in modo semplice.

Allo stesso tempo, il televisore dotato di videocamera può rappresentare lo strumento di comunicazione ideale verso l'esterno. Attraverso un simile strumento, infatti, un anziano può ricevere promemoria sulle attività da svolgere, come l'assunzione dei farmaci o specifici appuntamenti, e può dialogare quotidianamente con i parenti e il personale di assistenza. Potersi vedere, infatti, permette a entrambi di accrescere il livello di confidenza ma, soprattutto, di verificare da remoto l'effettivo stato di salute di una persona sola in casa.

Sempre sullo schermo televisivo, inoltre, possono comparire le immagini di quanti suonano al citofono. In questo modo, dall'interno, è possibile verificare chi si trova effettivamente di fronte all'ingresso senza mostrare palesemente i propri limiti o le proprie vulnerabilità. Inoltre le immagini vengono inviate, in tempo reale, anche anche a una persona di fiducia, che può così individuare tempestivamente tentativi di truffa. Il tutto ulteriormente potenziato dalla possibilità di registrare le immagini riprese dalla telecamera, svolgendo quindi un'azione di significativa deterrenza.

Integrazioni vincenti

Accanto a queste implementazioni, per molti versi semplici e relativamente economiche, il vero plus di un impianto domotico progettato per le persone con disabilità è rappresentato dall'integrazione e dalla possibilità di coordinare i singoli sistemi. In questo ambito le possibilità sono praticamente infine e, per tale ragione, occorre valutare le effettive esigenze di ogni singolo soggetto, oltre alle disponibilità economiche. Il tutto con la capacità di proporre soluzioni che non siano percepite solo come temporanee, ma che rappresentino un autentico investimento per il proprietario dell'immobile. In passato, infatti, le soluzioni destinate alle persone con disabilità erano attente solo agli aspetti funzionali, ignorando invece quelli estetici. Un approccio che, oltre a rendere difficile l'accettazione da parte del soggetto, rischiava di limitare il reimpiego futuro di un immobile. Oggi, al contrario, le soluzioni proposte dal mercato sono caratterizzate da design sempre più curati, che le rendono gradevoli anche in una comune abitazione. Il vero fattore caratterizzante, quindi, deve essere l'attenzione dell'installare e del progettista. Il semplice accorgimento di posizionare le prese più in alto del solito e gli interruttori più in basso, ad esempio, li rende facilmente utilizzabili anche da chi è vincolato su una carrozzina. Allo stesso modo l'accortezza di non installare i comandi in posizioni d'angolo, ma nel centro delle pareti o nei punti di passaggio, agevola l'impiego a qualunque soggetto. Allo stesso modo sono da evitare i tasti di dimensioni ridotte, che possono risultare difficoltosi per chi ha delle limitazioni funzionali. Ma è sufficiente scegliere i tasti a due moduli, senza nessun impatto sul costo finale o sull'impatto estetico, per offrire una maggior superficie d'azione. Così come una scelta dei colori ne facilita l'individuazione e l'impiego a qualunque soggetto.

La semplicità dei comandi, quindi, deve nascondere la complessità impiantistica, che richiede un attento coordinamento tra i diversi sistemi e la possibilità di modificare le impostazioni in funzione delle effettive esigenze specifiche. A fronte di una persona anziana, che ha problemi di memoria, l'inserimento del sistema dell'allarme deve consentire anche la contemporanea chiusura di tutte le tapparelle, ma anche lo spegnimento delle luci e del gas.

Proprio la presenza di gas, inoltre, ha rappresentato spesso una fonte di incidenti, che possono essere prevenuti attraverso opportuni sistemi di intercettazione preventivi. Così come i sistemi antiallagamento prevengono le conseguenze di un rubinetto dimenticato aperto. Tutte le situazioni anomale, in ogni caso, devono essere prontamente segnalate alle persone in grado di fornire una prima assistenza, con la possibilità di mettersi immediatamente in contatto con una persona sola in casa.

Domotica scontata

La realizzazione di un impianto domotico, in grado di rispondere alle esigenze di un soggetto con disabilità, è sinora stata percepita come una spesa. Grazie alle nuove soluzioni proposte sul mercato, che accrescono il valore di un immobile in termini generali e riducono le spese di assistenza, un simile impianto rappresenta un autentico investimento. É inoltre possibile sfruttare una serie di agevolazioni fiscali riconosciute proprio alle persone con disabilità. Tutti i sussidi informatici ed elettronici, destinati a persone con disabilità motorie e sensoriali, godono infatti di un’Iva agevolata 4% anziché 22%. Di questa categoria fanno parte, oltre ai computer e ai relativi software, anche i sistemi di controllo ambientale e i telecomandi.

Per accedere a tale agevolazione è necessario presentare al venditore copia del certificato attestante l’invalidità funzionale e una prescrizione autorizzativa rilasciata da un medico specialista dell’Azienda Sanitaria Locale.

A questo si aggiunge il fatto che la spesa sostenuta per l’acquisto dei sussidi tecnici e informatici può essere detratta, al 19%, dalla denuncia dei redditi. In tal caso, però, è necessario allegare la seguente documentazione:

certificato di handicap ai sensi della Legge 104/92;

certificato del medico curante che attesti che lo strumento è volto a facilitare l’autosufficienza e l’integrazione;

fattura, ricevuta o quietanza del prodotto acquistato.

A questo proposito, in particolare, è opportuno sottolineare che la detrazione viene applicata per tutte le disabilità previste dalla Legge 104/92 articolo 3.