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Sesso e concepimento, "Tra 10 anni figli solo in provetta"

Il sesso? Sarà solo divertimento. Ne sono convinti due veterinari della “Murdoch University” di Perth, in Australia. Secondo i ricercatori, nel giro di cinque-dieci anni le coppie smetteranno di fare sesso per avere figli e preferiranno, invece, ricorrere alla fecondazione in vitro.

Secondo John Yovich e Gabor Vajta, infatti, nel giro di un decennio le trentenni ricorreranno sempre più spesso alla fecondazione assistita, visto che il metodo tradizionale ha una percentuale di successo piuttosto bassa, soprattutto con l'avanzare dell'età.

Così, tra non molto, il sesso sarà solo un gioco, un divertimento che rischia di aprire nuove polemiche sul piano etico, sollevando problemi teologici non di poco conto. “La riproduzione naturale attraverso l’atto sessuale è, nella migliore delle ipotesi, un processo abbastanza inefficace”, ha spiegato Yovich nella ricerca pubblicata sulla rivista “Reproductive BioMedicine”. Secondo il medico, “negli over 35 la percentuale di concepimento è di uno su dieci, mentre per i più giovani si scende a uno su quattro. Ecco perché, nel giro di un decennio, le coppie attorno ai 40 anni penseranno per prima cosa all’inseminazione in vitro quando decideranno di avere figli”.

I due medici hanno studiato per anni la fecondazione assistita sui bovini, ottenendo risultati positivi quasi ad ogni tentativo. “La fecondazione in vitro nei bovini è cento volte più efficace di quella naturale”, spiega Vajta. “Pertanto, non c’è ragione perché non si possa arrivare al medesimo risultato anche negli esseri umani”.

Tuttavia, lo studio dei due veterinari australiani non convince il mondo scientifico che gravita intorno alla fecondazione assistita umana. Il ginecologo Gedis Grudzinskas, specialista di problematiche legate alla sterilità, è dubbioso “Per me, non sarebbe una sorpresa constatare che l’IVF possa diventare nettamente più efficace della riproduzione naturale – ha detto al “Daily Mail” – ma dubito che si riesca anche a garantirne completamente le possibilità di successo”.

Anche Claudio Manna dell'Università di Tor Vergata e responsabile della sezione “Riproduzione” del nostro giornale è piuttosto scettico: “Non possiamo dimenticare l'età alla quale le donne decidono di avere un figlio. Se il trend è quello di posporre verso i 40 anni la scelta, sarà molto difficile riuscire ad avere percentuali di successo pari al 100%”.