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Ureterorenoscopia

CHE COS’E’ LA URETERORENOSCOPIA (URS)

La tecnica prevede il passaggio, per via retrograda attraverso l’uretra e la vescica, di un strumento particolare, l’ureterorenoscopio. Questo è un endoscopio, ossia uno strumento che viene introdotto nel corpo attraverso una via di accesso fisiologicamente presente (uretra in questo caso), e permette, grazie ad un sistema ottico e una telecamera, di visualizzare e indagare l’interno del corpo (vescica, uretere, cavità renali). Questi strumenti, di calibro ridotto, possono essere semirigidi o flessibili.

Una volta introdotti in uretra, raggiungono la vescica e poi l’uretere. Una volta raggiunto il calcolo, è possibile introdurre sonde speciali per la frammentazione e l’asportazione del calcolo stesso, sotto visione diretta.

INDICAZIONI URS

  • Punti elenco TERAPEUTICHE

  • - Urolitiasi (asportazione di calcoli urinari dall’uretere o rene)

    - Trattamento delle stenosi ureterali o del giunto pieloureterale

    - Biopsia o ablazione di carcinoma uroteliale

    - Recupero di stent ureterali migrati

  • Punti elenco DIAGNOSTICHE

  • - Valutazione di citologia urinaria positiva con cistoscopia negativa (sospetto di carcinoma uroteliale)

    - Follow up di carcinoma uroteliale

    - Valutazione di difetti di riempimento della via escretrice all’urografia o alla TAC (sospetto di carcinoma uroteliale)

    - Valutazione di ematuria (sangue nelle urine) non diagnosticata con altre metodiche

    TIPI DI URS

    In modo particolare per quanto riguarda il trattamento dei calcoli la URS può essere utilizzata sia per l’asportazione di calcoli situati nell’uretere (Ureteroscopia) sia per l’asportazione dei calcoli situati nel rene (Ureterorenoscopia o RIRS). Mentre nel primo caso si tratta di una metodica ben codificata e spesso rappresenta la prima scelta terapeutica, nel secondo caso viene impiegata solo in alcune situazioni particolari, anche se ultimamente, grazie ad una grande evoluzione tecnologica, le indicazioni si espandono e alcuni chirurghi la preferiscono come prima linea nel trattamento di molti calcoli renali.

    COMPLICANZE

    Le complicanze dell’ureterorenoscopia sono conseguenti alle manovre di introduzione e progressione dello strumento ed alla estrazione del calcolo, e si verificano nel 5-9% dei casi. Una lesione della papilla ureterale può provocare in qualche caso una stenosi e sono stati descritti dei reflussi vescico-ureterali secondari ad ureterorenoscopia. Ma le complicanze più importanti riguardano le perforazioni e le stenosi ed alcune avulsioni o necrosi ureterali durante le manovre di rimozione del calcolo. Le complicanze di ordine medico maggiori che accompagnano questa metodica includono la febbre, (pielonefriti) ed emorragie, nella maggior parte dei casi di breve durata e trattate conservativamente.

    LITOTRISSIA ENDOCORPOREA

    Per la frammentazione intracorporea dei calcoli le fonti di energia maggiormente utilizzate sono la balistica e il laser. L’energia balistica, molto efficace, utilizza una pressione pneumatica, molto simile ad un martello pneumatico. Di particolare utilità è anche l’energia laser che permette di veicolare alte energie attraverso sonde molto sottili e flessibili.

    La sonda balistica scaricando energia sul calcolo ne provoca talvolta la retropulsione cioè la risalita verso la cavità renali ; evenienza tanto più frequente quanto più la via escretrice è dilatata a monte e quanto più alta la sede del calcolo.

    I frammenti creati dalla litotrissia sono solitamente di piccole dimensioni e vengono espulsi spontaneamente . Frammenti di dimensioni più grosse possono essere estratti con sonde particolari.

    CHE COSE DOVETE SAPERE SE DOVETE ESSERE SOTTOPOSTI A URS

    L’ureterorenoscopia è un intervento endoscopico per il trattamento della calcolosi dell’uretere o del rene. Sebbene più efficace rispetto alla litotrissia extracorporea, la URS richiede nella maggior parte dei casi una sedazione o una anestesia generale o spinale. L’endoscopia dall’altra parte permette di evitare incisioni e traumi chirurgici maggiori e consente di arrivare proprio a contatto del calcolo, frammentarlo e asportarlo.

    PREPARAZIONE PREOPERATORIA

    Di solito la preparazione preoperatoria è semplice e viene fatta con esami del sangue, ECG, Rx torace a seconda dei casi, e infine con la valutazione dell’apparato urinario (ecografia, Rx addome oppure urografia o TAC). Una volta eseguiti gli esami il paziente entra in sala operatoria ove viene eseguita la procedura. La sala operatoria è allestita in modo speciale per permettere il funzionamento di una serie di apparecchi per poter eseguire l’intervento. Infatti si tratta di una chirurgia mini-invasiva, estremamente ‘tecnologica’ ove esistono una serie di monitors, apparecchi per la luce endoscopica, per la litotrissia endocorporea come il laser etc.

    ANESTESIA

    L’anestesia può essere, a seconda della complessità del caso, una sedazione leggera o profonda oppure una anestesia spinale o generale. La cosa certa è che viene valutato il caso attentamente e il tipo di anestesia viene scelto in modo che l’ammalato non senta assolutamente nessun dolore o fastidio in ogni caso.

    INTERVENTO

    La procedura quindi inizia. Viene inserito uno strumento flessibile sottile in vescica attraverso l’uretra. Questi strumenti miniaturizzati e flessibili permettono dei passaggi assolutamente delicati, non traumatici e sempre sotto controllo visivo. Una volta raggiunta la vescica lo strumento viene inserito nell’uretere. Una volta raggiunto il calcolo vengono inserite attraverso un canale dello strumento (canale operativo) speciali sonde che permettono la litotrissia (frammentazione) del calcolo e la sua asportazione (litolapassi).

    DOPO L’INTERVENTO

    Al termine dell’intervento a giudizio dell’operatore (se il caso è complesso per esempio se il calcolo ha provocato una forte infiammazione o una stenosi della parete ureterale) viene introdotto una cateterino ureterale, che viene di solito rimosso in prima giornata postoperatoria. A volte è necessario posizionare uno stent ureterale, un cateterino speciale che è interno e viene lasciato per qualche giorno o settimana. Nella magior parte dei casi attualmente lo stent non viene inserito, anche perchè può provocare fastidi durante la minzione. Dopo l’ureterorenoscopia a volte è necessario posizionare anche un catetere vescicale di solito per qualche ora.

    Dopo alcune ore dall’intervento di solito il paziente può alzarsi, bere e mangiare. Il paziente può andare a casa nella maggior parte dei casi entro 24 ore. Qualche rara volta e nei casi più complessi si possono verificare febbre o coliche e quindi è meglio stare cauti e osservare il paziente per 48 ore.

    Il grande vantaggio di questo tipo di chirurgia è la mini-invasività. Il dolore postoperatorio è minimo e ben controllabile con normali antidolorifici. Non c’è una ferita chirurgica e quindi il paziente può svolgere le sue normali attività quotidiane nell’arco di 24-48 ore senza alcun problema.

    Per qualche giorno però è possibile vedere le urine colorate di rosso e sentire qualche leggero bruciore. Tutti questi segni e sintomi sono transitori.