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Malattie sessualmente trasmissibili

MALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI

L’aumento della liberalizzazione dei costumi sessuali, l’assenza del controllo sanitario non sufficientemente supportati dalla conoscenza attraverso i “mass-media” di una adeguata prevenzione delle malattie a contagio sessuale, tramite il costante utilizzo del condom (profilattico) ha portato alla constatazione nell’esperienza clinica quotidiana di un effettivo aumento percentuale delle stesse. Sempre più spesso si evidenzia un loro aggravamento per le sequele che esse possono comportare sia sulla sessualità (comparsa di disfunzioni sessuali maschili secondarie) sia sulla fertilità maschile, il che implica quindi, oltre un problema medico, un problema sociale e “psicosessuologico” rilevante soprattutto alla luce delle frequentissime recidive di tali malattie.
Le malattie a trasmissione sessuale più frequenti sono:

  • Blenorragia o Uretrite gonococcica: infezione batterica dell’uretra, con spesso sequele in infiammazioni/infezioni dell’epididimo (condotto testicolare dove maturano e passano gli spermatozoi dai testicoli ai dotti deferenti) e della prostata (ghiandola che produce il liquido seminale dove sono veicolati gli spermatozoi).
  • Uretriti non gonococciche (da Tricomonas, Clamydia Trachomatis, Ureoplasma ecc.).
  • Micosi (infezione da funghi)
  • Condilomatosi genitale (soprattutto prepuziale ed uretrale, e perianale)
  • Herpes genitale (infezione virale)
  • Sifilide
  • Infezioni HIV
  • Epatite B e C



1) BLENORRAGIA o gonorrea, periodo di incubazione di 2-5 giorni: può essere asintomatica o più frequentemente sintomatica (comparsa di perdite uretrali giallo-verdastre viscose, bruciore uretrale minzionale dovuta alla infezione delle ghiandole di Littrè dell’uretra anteriore.
Ci possono essere rispettivamente complicanze anali (proctite) o orofaringee rispettivamente se un individuo affetto da blenorragia espleta coiti anorettali, piuttosto che orali (fellatio, cunnilingus).
Nella partner può provocare: cervicite, uretrite, proctite e/o infezione orofaringea in funzione del tipo di coito espletato.
Complicanze della blenorragia nel maschio sono le infezioni ascendenti: dell’uretra posteriore, della prostata (con febbre) e delle vescicole seminali con presenza di sangue sia nelle urine che nello sperma. Infiammazioni/infezioni che
se non diagnosticate e curate tempestivamente evolvono in prostato-vesciculiti croniche ed epididimiti con ovvie severe ripercussioni sulla fertilità maschile, e sul meccanismo che coordina il controllo dell’eiaculazione (che diviene precoce).

2) URETRITE non specifica (non gonococcica) causata da “Clamydia Trachomatis: un microrganismo a trasmissione sessuale che provoca nell’uomo, oltre all'uretrite, l'epididimite e la prostatite; nelle donne cervicite, endometrite, salpingite spesso con decorso cronico. Incubazione di 1-2 settimane; sintomi: irritazione-congestione uretrale (meato) causante difficoltà minzionale di grado variabile.

3) MICOSI o CANDIDIASI GENITALE , più spesso colpisce le partners. Trattasi di germe spesso plurirecidivante che colpisce soprattutto un apparato genitale già infettato da altri germi e virus (come l’Herpes ed i Conditomi genitali) o immunodepresso a causa di cure antibiotiche per altre infezioni o malattie /esempio neoplastiche). E’ spesso un’infezione a “ping-pong” ossia trasmissibile (anche in modo asintomatico) da un partner all’altro della coppia, per cui vanno curati entrambi i partner.
Sintomi: negli uomini prurito e bruciore al glande e al prepuzio (la cute che ricopre il glande), presenza di macule rosse con erosioni che possono se non curate evolvere in fimosi, e in infiammazioni scrotali e/o inguinali. Nelle donne intensa irritazione vaginale, dispareunia (dolore alla penetrazione coitale), difficoltà e fastidio minzionale.

4) CONDILOMATOSI GENITALE : causati dai Papillomavirus (HPV). Trattasi di malattia virale caratterizzata da papillomatosi (allungamento delle papille dermiche) tipo verruche nell’uomo a livello soprattutto del prepuzio e del glande penieno con a volte coinvolgimento di tutta l’asta del pene, dell’inguine, dello scroto e della regione perianale e dell'uretra.
Nella donna: la vagina, soprattutto grandi e piccole labbra, clitoride e la regione perianale. Sia nell’uomo che nella donna ci può essere un coinvolgimento della regione anorettale. Non curati tempestivamente possono evolvere in lesioni pre-cancerose e col tempo cancerose vere e proprie, per cui non sono assolutamente da sottovalutare, come spesso avviene, ma da curare tempestivamente, con mirate elettrocoagulazioni o con il laser.

5) HERPES GENITALE , causato dal virus Herpes simplex (HSV). Può rimanere a lungo nello stato latente (asintomatico) come invece dare luogo ad episodi recidivi. Colpisce la superficie muco-cutanea dell’apparato genitale sia maschile che femminile e penetra poi nelle diramazioni sensoriali nervose dei nervi periferici. Causa traumatismi locali, coitali, stress, mestruazioni può riattivarsi e causare appunto recidive anche a distanza di molto tempo dal contagio, a volte per tutta la vita.

Trasmissione dovuta a contatto sessuale con individui affetti da Herpes (contatto non solo genito-genitale (penieno-vaginale), ma anche oro-genitale (genito-anale, oro-anale). Trattasi forse della malattia a trasmissione sessuale più frequente (circa 20 milioni di persone ne sono affetti in tutto il mondo).
Incubazione da 2 giorni a 2 settimane, con durata di ogni singolo episodio di circa 20 giorni. Trattasi di papule vescicolari eritematose spessissimo accompagnate da infiammazione dolente dei linfonodi inguinali. Papule che facilmente si rompono e danno luogo ad ulcere con perdita di sostanza che rimarginano nelle zone secche dando luogo a croste. Negli uomini le sedi più colpite sono pene e regione perianale, nella donna il clitoride, piccole labbra della vulva e regione perianale. Ci possono essere recidive, va curato con farmaci antivirali, abbinati all’utilizzo di Ossigeno Ozono Terapia, al fine di migliorare le risposte immunitarie del paziente affetto da tale patologia.

6) SIFILIDE o Lue, causata dal contatto interpersonale con partner affetta da lue in cui c’è appunto il Treponema pallido: trattasi di malattia sistemica e cronica in cui si possono alternare periodi di quiescenza a periodi di conclamanza della stessa.


Il tempo di incubazione è di 17-28 giorni circa e le cure, se iniziate tempestivamente una volta diagnosticata la malattia, possono oggi impedire le recidive.

I sintomi: il primo è una macula rosea (sifiloma primario) sui genitali (solco prepuziale del pene, nelle donne nella vulva vaginale indolente, con un margine definito. In parallelo c’è tumefazione indolore dei linfonodi inguinali. Tale macula va incontro ad ulcerazione (con fondo duro), se viene traumatizzata (come in un coito) e produce siero (sifiloma primario). Il sifiloma non curato guarisce in 3-8 settimane. Negli omosessuali si riscontrano spesso sifilomi anorettali e orali (di aspetto simile alle ragadi). La diagnosi viene eseguita con l’esame microscopico della sierosità fuoriuscente
dell’ulcera (che evidenzia la presenza del Treponema pallido). Vanno sempre eseguiti esami specifici ematochimici come la VDRL e la ricerca degli anticorpi treponemici FTS absorbiti. La cura è a base di Penicillina per 2 settimane (nei pazienti allergici alla Penicillina si somministrano tetracicline). Tali pazienti vanno sottoposti a periodiche visite di controllo (ripetute per anni, a volte per il resto della vita) e ai suddetti test anticorpali sanguigni. Se il paziente non è stato trattato tempestivamente la sifilide evolve in forma secondaria con febbre, cefalea, malessere, esantema, linfoadenopatia generalizzata indolore, ulcere mucose. Nel 10% dei casi si ha anche un interessamento del sistema nervoso centrale.

L’esantema è caratterizzato da plurime macule rosee papulose sul tronco e alla radice degli arti e ai palmi delle mani e piante dei piedi. Tale esantema, se non curato scompare in 2 mesi, mentre se trattato in 1 mese.
Quando compare un esantema in un adulto bisogna non confonderlo ad esempio con il morbillo o con la rosolia e bisogna quindi eseguire sempre i test sierologici, di importanza fondamentale per la diagnosi.
Se la sifilide secondaria non viene curata diviene latente e riscontrata solo in corso appunto di esami di routine sierologici. Non curata evolve nel 40% dei casi in sifilide terziaria o tardiva (a volte dopo almeno 3 anni dallo stadio primario). Tale Lue ha forma “gommosa” rosea (granulomatosa). La diagnosi viene fatta alla luce sia della storia del paziente, sia dalla visita dello stesso sia dalla positività dei test sierologici.

La sifilide quaternaria si manifesta a 20 anni dal primo episodio e colpisce il cuore e l’aorta, o il sistema nervoso centrale (meningite) o periferico (tabe dorsale) che può portare il paziente a paralisi.
La sifilide congenita è rara e viene contratta dal neonato se la madre gravida non viene curata.

7) L’HIV (o AIDS) e l’EPATITE B e C hanno come tristemente noto una trasmissione venerea. La trattazione di tali malattie spetta allo specialista in malattie infettive e all’immunologo.

Va sottolineato che tutti gli individui affetti da tali malattie a trasmissione sessuale per l’estrema superficialità e a volte incoscienza con cui espletano il coito non solo verso se stessi ma anche (cosa ancor peggiore e grave quando lo sanno) verso l’altra persona, possono a volte infettare il partner (vedi sifilide, AIDS, ed epatite) con gravi conseguenze morbose, a volte letali (mortali), da cui si sottolinea fondamentale la profilassi e la prevenzione, anche al fine delle potenziali problematiche medico-legali in cui la persona infetta può andare incontro se non avverte il partner.

IGIENE

Per igiene intima si intendono tutte quelle norme di comportamento ed i presidi atti ad attuare una corretta pulizia della regione anatomica genitale esterna maschile e femminile e della regione anale.
Contribuisce a conservarne l’integrità e quindi anche a mantenere il benessere psicofisico della persona, considerando che la salute è da intendersi non solo come “assenza di malattia”, ma anche come stato di “benessere psicofisico” dell’individuo. Tali comportamenti e presidi contribuiscono anche ad attuare la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse.

LA STRUTTURA DELLA PELLE

Entrambe le regioni anatomiche genitali maschili e femminili sono ricoperte dalla cute con gli annessi cutanei: i peli e le ghiandole sebacee e sudoripare.
La cute è costituita da uno strato più superficiale “l’epidermide” e da uno strato più profondo “il derma”. Nel derma sono contenute le ghiandole sebacee, così chiamate perché producono il “sebo”: una sostanza a contenuto lipidico che viene riversata in un “condotto escretore”, che a sua volta si apre a livello del collo del follicolo pilifero.

La pelle ha la seguente struttura.
Si distinguono anzitutto i i suoi stati principali, e cioè: l’epidermide, il derma, il sottocutaneo o ipoderma, la struttura tipica del pelo, dotato di ghiandola sebacea, muscolo erettore, follicolo pilifero, bulbo, papilla, nel sottocutaneo vi è uno strato termoisolante di cellule di grasso, ogni poro dell’epidermide rappresenta lo sbocco di una ghiandola sudoripara che, con i capillari sanguigni , convoglia attraverso il suo tubulo il sudore prodotto dal glomerulo.

La maggior parte dei batteri patogeni e saprofiti dell’uomo hanno un pH che oscilla tra 7, 2 e 7, 6. Ci
I bacilli vaginali “i lactobacilli”, prosperano ad un pH di 9 (ad esempio il vibrio cholerae). Il ph della cute è leggermente acido, cioè permette all’individuo di difendersi dalla “moltiplicazione” di germi normalmente “saprofiti” dell’uomo.
La cute che ricopre i genitali esterni sia maschili che femminili contiene nel derma le ghiandole “sudoripare” produttrici di sudore.
Il sudore contiene il 98% di acqua, il 2% di composti organici (urea, creatinina, acidi grassi) e sali (cloruro di sodio), acido urico, acido lattico, ammoniaca. Se non avviene una accurata, corretta pulizia, con conseguente asportazione di detriti cutanei e cataboliti derivanti dal sudore, si ha un effetto irritante con alterazione del normale pH della cute, bruciore, arrossamento, produzione di cattivo odore; a volte il prurito provoca grattamento e quindi anche dermatiti.

COSA FARE E COSA NON FARE

E’ consigliato il lavaggio con frequenza regolare con detergenti solidi o liquidi con pH leggermente acido. Sia la scarsa igiene sia lavaggi troppo frequenti con sostanze non adatte, come saponi contenenti sostanze alcoliche e profumi possono creare seri problemi. Quando, anche in seguito ad una scarsa o scorretta igiene personale, viene alterato il pH, diminuiscono le normali difese della cute e vengono meno le funzioni che normalmente ha la nostra pelle.
Le funzioni della cute sono: 1) Difesa contro aggressioni di natura meccanica , chimica, batterica, protezione dal calore. 2) Produzione di sudore. 3) Produzione di sebo che costituisce il mantello idrolipidico protettivo della superficie cutanea. 4) Funzione di termoregolazione mediante irradiazione, conduzione, convenzione del calore ed evaporazione del sudore.

Una particolare attenzione per l’igiene intima di entrambi i sessi deve riguardare l’abbigliamento: è sconsigliato l’uso di pantaloni e biancheria intima troppo stretta, aderenti e costituiti da tessuti sintetici che non lasciano respirare la cute, aumentando eccessivamente la sudorazione e la temperatura della regione genitale favorendo l’instaurarsi di infezioni. Nell’uomo la temperatura della borsa scrotale è inferiore di 1-2 gradi centigradi rispetto alla temperatura delle restanti parti del corpo. Quindi un aumento della temperatura nella regione scrotale può contribuire ad alterare la funzionalità testicolare con alterazione degli spermatozoi e conseguente possibile causa di infertilità maschile.

Per quanto riguarda l’importanza dell’igiene intima è necessario considerare un aspetto particolare che riguarda alcune categorie di persone nelle quali è più facile la contaminazione urinaria e fecale della zona genitale esterna. Si tratta di: 1) Bambini molto piccoli: dalla nascita fino ai primi anni di vita in cui il bambino non è in grado di comunicare tempestivamente la sua necessità di defecare e di urinare. 2) Soggetti anziani a causa dell’incontinenza sfinterica. 3) Soggetti che presentano particolari patologie (es. soggetti mielolesi). Bisogna ricordare che il lavaggio delle zone genitali e anale deve avvenire in modo corretto in senso anteroposteriore , cioè con movimento che va dall’orifizio uretrale all’orifizio anale per non favorire il trasporto di germi dalla regione anale.

Sia nell’uomo che nella donna i genitali esterni sono in contatto tramite l’orifizio uretrale con il canale uretrale e tramite uretra con la vescica. Nella donna la vulva è in comunicazione, tramite l’ostio vaginale, con la vagina e, tramite questa , con l’utero. Da questo deriva la possibilità che uretriti, cistiti, vaginiti siano favorite dalla scarsa igiene intima e da contaminazione della regione genitale esterna con germi provenienti dalla zona anale. Nei soggetti sopra menzionati (bambini molto piccoli , anziani incontinenti, individui mielolesi ) particolare attenzione va posta nell’uso prolungato di pannolini e , che naturalmente devono essere confezionati con materiali idonei e rispettosi dell’integrità della cute.La stessa attenzione va posta nella scelta di “assorbenti igienici” da parte delle donne in età fertile durante il ciclo mestruale. Nella donna l’igiene intima riveste una particolare importanza data la comunicazione della vulva con la vagina e, tramite la vagina , con l’utero. Per quanto riguarda l’igiene intima femminile è importante ricordare i cambiamenti fisiologici della vagina, nelle varie fasi della vita: infanzia, pubertà, età fertile, menopausa.

Durante l’età fertile si trovano nella vagina in condizioni fisiologiche, di normalità, numerosi bacilli chiamati di Doderlein. Questi bacilli , producendo acido lattico, mantengono acido il pH vaginale , contribuendo alla difesa della vagina dalle infezioni.

I bacilli di Doderlein sono assenti nella bambina e poco presenti o quasi assenti in menopausa. La vagina presenta una difesa biologica basata sul pH acido e sulla presenza del bacillo di Doderlein. Questi due fattori, che impediscono lo sviluppo di altri germi , sono legati alla presenza di glicogeno nell’epitelio vaginale e alla possibilità di scissione del glicogeno in acido lattico ad opera del bacillo di Doderlein.
In tutte le condizioni nelle quali vi è carenza di estrogeni si ha mancanza di glicogeno nell’epitelio vaginale e quindi poca acidità e scarso sviluppo di bacillo di Doderlein , con conseguente possibilità di moltiplicazione di altri germi.
Queste condizioni di deficiente difesa genitale dovute a carenza ormonale si hanno fisiologicamente nella bambina e nella donna in menopausa.

DONNA IN MENOPAUSA

Nella donna in menopausa, l’apparato genitale ritorna attraverso un processo di involuzione , a condizioni anatomiche e biologiche simili a quelle della bambina (mancanza di poteri di difesa della vagina e sottigliezza della mucosa vaginale).
Parlando di igiene intima femminile è importante parlare di “leucorrea”. Le secrezioni vaginali possono essere bianche o giallastre , più o meno dense , a seconda che si tratti di un fenomeno fisiologico o patologico. Casi di leucoreea fisiologica possono essere:
La leucorrea delle ragazze in età pubere o nell’immediata postpubertà.
La leucorrea che segue a volte il flusso mestruale.
A volte ci può essere leucorrea durante la gravidanza

Quando la leucorrea ha colore giallastro indica spesso una condizione patologica su base infiammatoria . Non bisogna confondere la leucorrea con il muco cervicale : questo è un fluido filante , trasparente che indica l’avvenuta ovulazione durante i giorni fertili del ciclo femminile.
La scarsa igiene intima può contribuire all’instaurarsi di vulviti /infiammazioni della vulva , caratterizzate da prurito) e a volte per contiguità vaginiti.
Le infiammazioni della vulva a volte si associano a flogosi delle ghiandole del Bartolini (ghiandole che fanno parte dell’apparato genitale femminile esterno). In genere i germi dalla vulva passano per contiguità nel condotto escretore della ghiandola di Bartolini, dando così origine ad un processo infiammatorio. Si ha tumefazione della ghiandola, arrossamento della cute, dolore in sede; a volte l’infiammazione degenera in ascesso.

I PERICOLI PER IL MASCHIO

Anche nel maschio l’igiene intima riveste l’importanza per quanto riguarda le infiammazioni dell’apparato genitale.
La balanopostite è un’infezione dello spazio balanoprepuziale che interessa la mucosa del glande e del prepuzio che la ricopre, del solco coronale, del meato uretrale. Le cause dell’infezione possono essere costituite da germi gram positivi e da germi gram negativi.Molto frequentemente questa patologia è causata dalla presenza di una fimosi (restringimento dell’orifizio prepuziale), che rende molto difficoltosa , se non addirittura impossibile l’igiene locale , oppure a volte è causata da mancanza di igiene locale da parte del paziente. La balanopostite è più frequente nei bambini con fimosi e negli anziani che trascurano la propria igiene intima; in questo caso è la balanopostite ad essere causa di fimosi; l’infiammazione provoca aderenze tra la mucosa del prepuzio e del glande. Tali balanopostiti sono un evento frequente tra i pazienti diabetici.

La cura dell’igiene intima deve comprendere anche quei presidi atti alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse.
A questo scopo è utile ricordare alcune regole semplici ma molto importanti:

  • Curare l’igiene intima con prodotti che abbiano un pH compreso tra 3, 5 e 5, 5, simile a quello della cute. Ciò contribuisce a conservare l’integrità dall’attacco di microorganismo.
  • Osservare se il partner presenta lesioni della zona genitale, in questo caso usare sempre il profilattico, finchè non è sicuramente guarito, o meglio ancora interrompere fino a guarigione la vita sessuale.
  • Usare sempre il profilattico con partner occasionali e/o poco conosciuti.
  • Controllare sempre che il profilattico sia integro.
  • Ricordare che i microorganismi , causa di malattie sessualmente trasmesse, si trovano nelle secrezioni vaginali, nel liquido seminale, nelle mucose genitali che presentano abrasioni.
  • Quando si sospetta di essere stati contagiati, è utile rivolgersi subito al medico specialista: il ginecologo per la donna e l’andrologo per l’uomo. La terapia precoce di queste malattie ne previene le possibili gravi conseguenze.