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Gestione dei disturbi del comportamento

“I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO IN ETÀ EVOLUTIVA” Alla voce “ comportamento ”, il dizionario descrive un complesso coerente di atteggiamenti assunti dall’individuo in reazione all’ambiente. Quando si parla di Disturbo? Si parla di Disturbo del Comportamento quando tali reazioni non sono appropriate alle richieste dell’ambiente e comportano una significativa compromissione del funzionamento del bambino o dell’adolescente, in ambito scolastico (scarso rendimento, fallimento scolastico, espulsione), familiare (elevata conflittualità, sia verbale che fisica, aggressività, fughe) e sociale (emarginazione, abbandono scolastico, partecipazione a gruppi devianti). Il costo sociale derivato dalla loro presenza è pertanto molto elevato (Loeber et al, 2000). Quali sono? I disturbi del comportamento in età evolutiva comprendono tre categorie principali: Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) Disturbo Oppositivo - Provocatorio (DOP) Disturbo della Condotta (DC) Come si interviene? La gestione dei disturbi del comportamento chiama quindi in gioco il bambino , la famiglia e la scuola . L’intervento diretto al bambino consiste in training specifici mirati all’apprendimento di abilità di regolazione emotiva e comportamentale, necessarie per rispondere adeguatamente alle richieste dell’ambiente. L’intervento con il genitore e la scuola , in cui il bambino trascorre molte ore della sua giornata, permetterà di generalizzare e stabilizzare i progressi ottenuti nella terapia diretta al bambino. Essi sono di tipo psicoeducativo e consistono principalmente nel promuovere l’utilizzo di strategie educative efficaci, necessarie per far fronte alle sfide quotidianamente derivate dal disturbo (una di queste tecniche consiste nell’ignorare sistematicamente i comportamenti inadeguati, rinforzando allo stesso tempo i comportamenti positivi. Difatti sopravvivono solo i comportamenti che “funzionano”, cioè servono a qualcosa. Se un comportamento non produce mai nessuna conseguenza positiva, tenderà a spegnersi). In questo modo non solo il bambino imparerà che se prova a controllarsi, può ottenere risultati positivi, ma anche l’ambiente avrà gli strumenti giusti per fornirgli modalità alternative di comportamento. Per maggiori informazioni: www.centrophoenix.net

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