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IL CUORE DI PIETRA di Giuseppe Marini

15.00
Disponibilità: ALTA

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Descrizione

Immagini in copertina e all’interno del libro
sono stati realizzati da ©Giuseppe Marini

50 e più precisamente in Ogliastra. Viene messa in evidenza la fiorente cittadina di Tortolì,
importante punto di riferimento per l’intero territorio Ogliastrino, con il porto di Arbatax, la tratta ferroviaria di Arbatax-Mandas-Cagliari, la pesca, l’agricoltura, l’artigianato e il commercio.
I principali protagonisti del romanzo sono sicuramente, una piccola pietra a forma di cuore e la ferrovia che da Arbatax si inoltra nell’entroterra.
Viene raccontata una grande storia d’amore fra due giovani tortoliesi, piena di contrasti e incomprensioni, con risvolti talvolta assai drammatici, con un piccolo cuore di pietra che passa di mano in mano a più persone, trasmettendo forti sentimenti. Esso è motivo di unione e di separazione di amore e di odio, di verità e di menzogna, capace di smuovere le coscienze e svelare le più nascoste verità delle persone.
Un periodo, quello degli anni 50, in cui pian piano la modernità iniziava a influire nella vita sociale delle famiglie.
Aumentava il numero di automobili in circolazione e pian piano i camion prendevano il posto dei carri a buoi. Dal Porto di Arbatax, tutte le mattine partiva il treno a vapore diretto a Cagliari, carico di merci e passeggeri.
Faceva scalo a Tortolì e poi si addentrava nel cuore della Sardegna, facendo diverse tappe nei centri montani, per poi fare rientro la sera.
La ferrovia era un’importante via per far uscire l’Ogliastra dall’isolamento.
Lungo il suo tragitto, la locomotiva a vapore attraversava tanti passaggi a livello in cui erano state realizzate le case cantoniere. Delle vere e proprie abitazioni, in cui i cantonieri della ferrovia vivevano con le loro famiglie.

In questo romanzo si parla proprio di una casa cantoniera, sita a circa dieci chilometri da Tortolì, in cui viveva il ferroviere Giovanni Sanna con la sua famiglia, moglie e tre figli. Una famiglia umile e molto rispettosa. Essa rappresentava in pieno la tipica vita famigliare di quel periodo in cui vigeva il rispetto per i valori delle persone e delle cose, come il sacrificio, l’umiltà e l’onestà.
Sono sicuramente le donne, le vere e indiscutibili protagoniste di questo romanzo. Donne che rappresentano la vera forza del matriarcato che ha da sempre contraddistinto la Sardegna.
Donne che in giovane età si mostravano sempre attente nell’apprendere da chi con gli anni aveva avuto esperienze di vita. E donne che, seppure anziane e logorate dal tempo, non mancavano di trasmettere alle più giovani le proprie esperienze di vita.
Donne che tiravano su famiglie numerose con immensi sacrifici, che le portavano a non riuscire quasi a dormire la notte e a faticare tutto il giorno. Rispettose con i propri mariti, amorevoli madri ed efficienti padrone di casa.
La trama è totalmente frutto della fantasia dell’autore.
Non mancano comunque i reali riferimenti a luoghi e personaggi dell’epoca.
Nelle ultime pagine del libro sono presenti anche diverse opere artistiche realizzate dall’autore (Scorci di Tortolì-Arbatax” e “Is festas de sartu).