Marmorino - la storia

IL Marmorino, dalle origini ad oggi

le superfici di rivestimento esterno degli edifici, gli ''intonaci'' servono a proteggere le sottostanti opere murarie, con uno strato piu' o meno spesso. Protteggono cosi' il fabbricato dalle intemperie ed altri fattori di degrado. Hanno anche un compito di finitura estetica e architettonica.

Negli ultimi anni, ricerche condotte nei centri lagunari, città come Venezia, ad esempio, si e' riscoperta e rivalutata l'antica arte dell'intonacatura artigianale con prodotti alla calce, metodo che ha permesso una durata plurisecolare di tanti edifici.

Le ricerche condotte sui materiali e metodi di intonacatura e lisciatura, hanno anche permesso di riscoprire i segreti della durata nel tempo cosi' prolungata di palazzi eretti in un ambiente avverso e umido come quello lagunare.

Si cerca inoltre di riprendere la continuità perduta nel tempo tra le lavorazioni a calce e inerti tipo cocciopesto o scaglie di marmo, e quelle cementizie che nell'epoca moderna hanno avuto il soprevvento. Le tecniche moderne hanno una rapidità di esecuzione maggiore, ma certamente non hanno le stesse doti di traspirabilità e effetto estetico delle antiche lavorazioni.

Il MARMORINO nasce proprio da queste antiche tecniche, ma vediamo nei secoli il suo sviluppo:

Secolo XIV - XV

Gli intonaci erano composti da calce e altri inerti come sabbia, pietra calcare, scaglie di marmo. Venivano stesi in piu' strati da 1 a 3 mm si spessore per strato, veniva lisciato con spatole di ferro , e poi dipinto a fresco ad imitare la muratura con sostanze formate da olio di lino cotto e pigmenti naturali come la biacca, con funzioni di protezione e unimormità del colore.

Secolo XV - XVI

Inizia a evolversi la tecnica applicativa degli intonaci, e compaiono i primi motivi decorativi in affresco di stile araldico, floreale, geometrico . La base resta sempre la calce e altri inerti lapidei, compare il segno di un lavoro energico per ottenere una superficie molto liscia e vengono usate per lo scopo spatole piccole e cazzuole a seguire l'andamento della pietra sottostante. da qui il termine marmorino.

Secolo XVI- XVII - XVIII

L'intonaco inizia a essere lavorato sempre piu' finemente sino ad ottenere superfici lisce e lucide, in piu' strati, con un forte lavoro di spatole e cazzuola, appare anche il cosiddetto ''frattazzo'' in ferro, usato per rendere lucide le superfici cosi' finemente rasate.

Da qui il termine lavorazione a ''stucco antico'' o ''stucco veneziano.

lo spessore non superava i 15 mm. e veniva spesso dipinto con affreschi raffiguranti figure religiose, mitologiche, paesaggistiche, molto presenti nell'epoca rinascimentale, poi sostituite dalla tinteggiatura omogenea lucida spatolata detta appunto stucco veneziano o stucco antico, e marmorini, intonaci di calce e frammenti di clacare e pietra steso sullo strato di cocciopesto; impasto di calce e polvere di coppi.

In altri casi ad imitazione dei marmi policromi di pregio, vengono introdotti nell'impasto, terre colorate, polvere di marmo rosso

dal novecento ai gorni nostri

Viene usato sempre piu' spesso il frattazzo, di legno e di ferro, a levigare e lucidare le superfici intonacate a calce e stuccate con calce e polveri di pregio di marmo e altri materiali lapidei.

Tutt'ora viene rivalutato e utilizzato lo stucco a calce o grassello di calce, aziende produttrici hanno studiato materiali idonei all'applicazione moderna di stucco veneziano e marmorini.

Intonaci alla calce in esterno/interno detti anche intonachini , pitture naturali alle terre, tutto cio' nasce per esigenza di rispetto verso l'ambiente e per ritrovare i segreti dell'intonacatura del passato rendendola piu' che mai attuale.

Prodotti:

Spatula stuhhi - stucco veneziano - giorgio Graesan & Friends vedi scheda nel nostro minisito

Spirito Libero - marmorino - Giorgio Graesan & friends vedi scheda nel nostro minisito

Ringraziamo per l'attenzione alla nostra piccola ricerca

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