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L'oristanese

La presenza del fiume Tirso ha costituito , fin dall’antichità , un'importante risorsa naturale per il territorio oristanese , assicurando la fertilità di pascoli e campi e favorendo quindi gli insediamenti umani . I terreni alluvionali della bassa valle del Tirso sono formati da materiale derivato dalla disgregazione delle rocce presenti nell’area e rappresentano l’ambiente ideale per la coltivazione di uve di elevatissima qualità . Tra queste , un posto speciale occupa la varietà Vernaccia , ottenuta dall’omonimo vitigno bianco tipico dell’area in questione . Introdotto in Sardegna probabilmente dai Fenici , il vitigno deve tuttavia il suo nome verosimilmente ai Romani , che parlavano di un’uva “ vernacula ”, ossia propria del luogo in cui è coltivata. L’uva presenta un grappolo piccolo e serrato con acini tondi; la vendemmia è compiuta alla fine di settembre, periodo in cui si raggiunge la giusta concentrazione zuccherina. Dall’uva si ottiene l'omonimo vino Vernaccia , uno tra i più celebrati ed apprezzati della Sardegna . Dopo accurata vinificazione, segue l’invecchiamento che si protrae per 8-10 anni in botti in modo da ottenere un prodotto dal bouquet e carattere unici e inconfondibili. Il vino, che si contraddistingue per l’alta gradazione alcolica (16°) e la spiccata capacità di invecchiamento, è caratteristico per il bel colore giallo ambrato e per il gusto ricco, piacevolmente ammandorlato. È eccellente servito freddo come aperitivo, o in abbinamento a piatti di pesce e con la bottarga di muggine. Si presta egregiamente anche come vino da dessert, in particolare con gli amaretti e gli altri dolci di mandorla tipici della pasticceria di Sardegna .