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Dipartimento Investigazioni Aziendali e Industriali



La Top Secret Investigations , agenzia investigativa con sede a Verona e operante in tutta Italia e all’estero, è formata da un team di esperti che operano sinergicamente allo scopo di perseguire un unico obiettivo: soddisfare i bisogni e le esigenze dei propri clienti superandone le aspettative, incrementare e consolidare la loro serenità personale e professionale.

La struttura della Top Secret Investigations , costituita da Dipartimenti e Sezioni, è stata concepita per gestire un’organizzazione multisettoriale, estremamente flessibile ed efficace nella risoluzione dei casi che i propri clienti le affidano.

Premesso che, a seconda delle problematiche personali ed aziendali da risolvere, le attività di investigazione possono risultare particolarmente lunghe e complesse, il management della nostra agenzia investigativa è sempre in grado di personalizzare i servizi offerti in funzione delle specifiche esigenze del committente.

Il modello di investigazione di cui la nostra organizzazione si avvale, prevede l’impiego di risorse umane con provata esperienza professionale sia nel settore privato quanto in quello aziendale, laddove le investigazioni e la raccolta di informazioni possono risultare determinanti per la salvaguardia dell’integrità personale e delle imprese, nonché l’utilizzo costante delle migliori tecnologie presenti sul mercato, a garanzia sia di serietà professionale, sia di elevati standard qualitativi.

Tutte le informazioni così ottenute, avendo valenza probatoria, sono sempre producibili in sede giudiziale.

Il nostro Dipartimento Investigazioni Aziendali e Industriali, con le sue relative Sezioni, è specializzato in investigazioni a tutela delle piccole, medie e grandi imprese ed effettua servizi investigativi professionali e garantiti relativi ad informazioni di pre-assunzione candidati, assenteismo dipendenti, assenteismo per doppio lavoro, assenze per falsa malattia, violazione del patto di non concorrenza, licenziamento per giustificato motivo, licenziamento per giusta causa, verifica della corretta fruizione dei permessi per la Legge 104/1992.

Riguardo questi ultimi, spesso la giurisprudenza è stata interrogata sulla legittimità della condotta del datore di lavoro che conferisce incarico ad un detective privato o ad un’agenzia investigativa per “controllare” un proprio dipendente.

L’interrogativo sorge in quanto lo Statuto dei lavoratori vieta il controllo dei lavoratori (sia tramite guardie giurate che tramite impianti audiovisivi) al fine di tutelarne la libertà e dignità personale [Art. 2 e ss. Statuto dei lavoratori] .

Il divieto si riferisce, tuttavia, al controllo del corretto svolgimento delle mansioni; in altri termini il datore di lavoro non può spiare i dipendenti al fine di verificare che adempiano gli obblighi previsti dal contratto di lavoro.

Il controllo è invece consentito qualora vi sia il fondato sospetto che il dipendente stia commettendo un illecito ed è pertanto necessario tutelare il patrimonio aziendale (per esempio da furti, manomissione dei tesserini presenze, sottrazione di file o altri beni aziendali, ecc.).

Al riguardo, la Cassazione [Cass. sent. n. 4984/2014; n. 21967/2010] ha ritenuto più volte che l’uso dei permessi della Legge 104/1992 permessi destinati all’assistenza di familiari portatori di handicap e con invalidità grave – per andare in vacanza o addirittura svolgere un’altra attività lavorativa costituisce un abuso di diritto ed è pertanto un illecito per il quale il datore di lavoro può procedere con attività di controllo tramite investigatore privato.

L’abuso nell’utilizzo dei permessi della Legge 104/1992 è causa di licenziamento in tronco del dipendente, ovvero per giusta causa, senza quindi il normale preavviso: questa interpretazione è ormai condivisa da tutti i giudici, Cassazione compresa.

Ad essere punita non è tanto la ragione dell’allontanamento da casa del dipendente che, invece, ha dichiarato al datore di lavoro di assentarsi per assistere il parente, quanto piuttosto la bugia in sé, che lede il rapporto di fiducia con l’azienda.

Sicché, salvo valide e urgenti motivazioni (si pensi al caso di acquisto di medicinali urgenti per l’invalido), il comportamento è sanzionabile nel più rigoroso dei termini.

Tuttavia, secondo una sentenza della Suprema Corte [ Cass. sent. n. 4984/2014 ] , comunque, ad incidere sul giudizio di proporzione tra comportamento del lavoratore e la conseguente sanzione disciplinare non è solo l’allontanamento dalla casa del familiare, quanto anche le motivazioni per cui ciò avviene.

Così è stato considerato legittimo il licenziamento del dipendente che, nel giorno di permesso, prende la valigia e parte con gli amici per una gita fuori porta, oppure di colui che si assenta poche ore, sebbene di notte, quando il familiare già dorme, per recarsi in discoteca [ Cass. sent. n. 8784/2014 ] .

Anche volendo ritenere che le residue ore del permesso vengono utilizzate per assistere il parente disabile , resta il fatto che una parte del permesso utilizzata per scopi diversi rispetto a quelli per cui è stato riconosciuto rende passibile di licenziamento il dipendente.

Così, il lavoratore che prende i tre giorni di permesso retribuito per poter assistere un familiare invalido, ma poi, durante la giornata (anche in un arco di tempo minimo), svolge altre attività, è passibile non solo di un procedimento disciplinare che lo può portare a perdere il posto, ma anche di un procedimento penale.

A mettere nero su bianco questa affermazione è una sentenza della Cassazione [Cass. sent. n. 9746/16 del 12.05.2016] .

Il passaggio è contenuto in una pronuncia con cui la Corte ha confermato il licenziamento di un dipendente sorpreso, dagli investigatori privati, a trascorrere una parte del giorno dedicato al permesso della Legge 104, a svolgere attività di lavoro su alcuni propri terreni.

La Corte si riallaccia a un’interpretazione ormai costante nelle sue ultime pronunce, secondo cui l’ abuso dei permessi 104 non costituisce solo una violazione del dovere di fedeltà verso il datore di lavoro, ma un illecito posto ai danni della nazione intera, posto che, in tali frangenti, il trattamento economico viene solo inizialmente anticipato dal datore di lavoro, ma di fatto erogato dall’INPS e, quindi, a spese dei contribuenti.

In pratica, il dipendente che abusa dei permessi retribuiti per l’assistenza ai portatori di handicap è un “peso sociale” che scarica, sull’intera collettività, il costo della propria malafede.

La violazione dei permessi della Legge 104 è, quindi, un comportamento, per usare le stesse parole della Cassazione, “suscettibile di rilevanza penale” e, come tale, passibile di controllo attraverso un’agenzia investigativa, al di fuori dell’orario di lavoro [Cass. sent. n. 4984/2014] .

L’utilizzo improprio dei permessi della Legge n. 104/1992 è così sia causa di licenziamento, sia motivo per avviare un procedimento penale per la contestazione al dipendente del reato commesso ai danni dello Stato e dell’azienda.

Ciò premesso, non viola né la privacy, né lo Statuto del lavoratore il controllo dell’azienda nei confronti del dipendente che stia usufruendo dei giorni di permesso della Legge 104, controllo che può avvenire tramite investigatori privati.

Il divieto dei cosiddetti controlli a distanza del lavoratore riguarda, infatti, solo il luogo di lavoro e non l’esterno e, comunque, i casi in cui l’indagine viene svolta per controllare la qualità della prestazione lavorativa.

Diverso è invece il caso della difesa del patrimonio aziendale.

Il ricorso all’attività di investigatori privati è giustificato quando vi siano sospetti dell’azienda sul comportamento del lavoratore [ Cass. sent. n. 13789/2011; n. 3590/2011; n. 19053/2005; n. 10313/1998 ] .

Secondo la giurisprudenza, infatti, il datore di lavoro può controllare direttamente, mediante la propria organizzazione gerarchica, o anche attraverso personale esterno, costituito da dipendenti di una agenzia investigativa, l’adempimento delle prestazioni lavorative e quindi accertare mancanze specifiche dei dipendenti già commesse o in corso di esecuzione, e ciò indipendentemente dalle modalità del controllo, che può avvenire anche occultamente, ad esempio tramite pedinamento [ Cass. sent. n. 8388/2002 ] .

Non si tratta quindi di un controllo su un inadempimento della prestazione lavorativa ma di condotte che incidono sul patrimonio aziendale [ Cass. sent. n. 25674/2014; n. 1423/2012 ] .

Difatti, il dipendente che utilizza i permessi della Legge 104/92 solo per finalità proprie danneggia l’azienda costringendo il datore di lavoro ad organizzare diversamente il lavoro interno, individuando sostituti del soggetto assente e sottraendoli, così, alle loro tipiche mansioni.

L'attività investigativa è lecita e può essere svolta con efficacia su dipendenti e collaboratori aziendali.

Il dossier dell’agenzia investigativa assume in questo modo valore di prova all’interno del processo civile nella causa di licenziamento ed in ogni caso l’investigatore può sempre essere sentito come testimone, così integrando la portata probatoria del report con proprie dichiarazioni orali rese davanti al giudice.

In definitiva, quindi, le prove raccolte in sede di accertamenti investigativi possono sempre essere utilizzate per fondare un licenziamento per giusta causa del dipendente, dato che l’abuso del diritto ai permessi fa venire meno il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e lavoratore, che è alla base del contratto di lavoro.

Discorso analogo, in termini di provvedimenti sanzionatori, vale per i casi di falsa malattia.

Si pensi, ad esempio, alle “patologie” spesso ricorrenti nei weekend o a ridosso delle feste.

Il costume, tutto italiano, di assentarsi dal lavoro per malattie inesistenti, miete sempre più “vittime”: e questo perché, anche in questo caso, la Corte di Cassazione consente l’uso degli investigatori privati.

Agenzie investigative che, evidentemente, sono più efficaci delle visite fiscali se è vero che, a queste ultime, si riesce più spesso a farla franca.

È stato fatale, per un dipendente assente per malattia [Cass. sent. n. 10627/15 del 22.05.2015] , il pedinamento prolungato messo in atto, su richiesta dell’azienda, da un’agenzia investigativa: grazie all’attività di quest’ultima il datore è riuscito a ricostruire, nei dettagli, la gravissima condotta tenuta dal dipendente, il quale, pur risultando assente per malattia, svolgeva altre attività lavorative.

Chi si finge malato va licenziato. E per giusta causa.

Il licenziamento è valido anche se il dipendente è stato presente alla visita fiscale del medico dell’INPS.

Sebbene, infatti, la malattia sia effettiva e già certificata e non si possa neanche pretendere che il malato stia in casa anche dopo l’arrivo del medico o fuori dagli orari della visita fiscale, egli comunque non può mai compiere attività che possano, in qualsiasi modo, pregiudicare una rapida guarigione.

Chi, insomma, pone attività incompatibili con la propria malattia non fa che ledere la fiducia che lo lega all’azienda.

Il datore di lavoro può e deve procurarsi la prova dell’infedeltà del dipendente delegando gli accertamenti ad un’agenzia investigativa privata.

Quest’ultima, dall’osservazione del comportamento tenuto dal lavoratore, verifica se lo stato di malattia è effettivo o solo simulato e, in definitiva, se il certificato medico attesta una patologia inesistente.

Addio, quindi, assenze dal lavoro coperte da certificati medici troppo generici e generosi: il datore di lavoro e, conseguentemente, anche il giudice possono andare oltre queste certificazioni laddove la realtà è oggettivamente diversa da quanto attestato dal medico.

In definitiva, che si tratti di permessi per la Legge 104/92 o di certificati per malattia, con l’attività della Top Secret Investigations è possibile determinare, mediante accertamenti e controlli mirati, il corretto comportamento del lavoratore.

Al termine dell’attività investigativa, i nostri clienti ricevono una relazione dettagliata che documenta l’attività del soggetto sottoposto a controllo, avendo così a disposizione un dossier che soddisfa le esigenze degli studi legali per poter intraprendere azioni nei confronti di dipendenti infedeli e sleali.

Affidarsi alla Top Secret Investigations significa fare una scelta orientata verso l'eccellenza: esperienza, competenza, determinazione, accuratezza, serietà, riservatezza. Servizi 24/7, preanalisi gratuita sulla convenienza o meno ad effettuare un'investigazione, risposte rapide, risultati garantiti.





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