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Stress lavoro correlato: valutazione e gestione del rischio

Le norme sullo stress lavoro correlato con particolare riferimento a quanto indicato nella guida operativa proposta dal Coordinamento tecnico interregionale. Contenuti della valutazione, misure di prevenzione e attività a rischio.

con data 31 dicembre 2010 è entrata in vigore il decreto legge 78/2010 – per la valutazione dello stress lavoro correlato.

In particolare “l’intento della valutazione oggettiva dovrà essere quello di fare una ‘fotografia’ della realtà organizzativa d’impresa” e per farlo “possono essere utilizzati strumenti quali l’osservazione diretta con report, check-list, job analysis”.
Inoltre “questo primo momento di analisi oggettiva permetterà anche di identificare gruppi omogenei di lavoratori ovvero partizioni organizzative aventi caratteristiche comuni in merito ai fattori di rischio organizzativo. Gli interventi successivi in merito al processo di valutazione del rischio potranno essere effettuati sui gruppi o sulle partizioni così identificati”.

Riguardo poi alla gestione del rischio si ricorda che “sulla base dei risultati della valutazione del rischio specifico, verranno programmati ed effettuati gli interventi di prevenzione e protezione. Qualora i risultati della valutazione del rischio identifichino in uno o più gruppi omogenei di lavoratori, una condizione accettabile (livello di rischio basso), si provvederà a stabilire un programma di rivalutazione periodica del rischio, secondo lo stesso percorso già indicato. Qualora si evidenzino aree/gruppi omogenei con rischio non basso, andranno adottati interventi correttivi”.

La guida operativa si sofferma poi sulle misure di prevenzione.
Riportiamo a titolo esemplificativo alcune soluzioni di prevenzione collettiva:
- “soluzioni che intervengono sull’organizzazione, attraverso misure tecniche (potenziamento degli automatismi tecnologici…), misure organizzative sull’attività lavorativa (orario sostenibile, alternanza di mansioni nei limiti di legge e contratti, riprogrammazione attività…), misure procedurali (definizione di procedure di lavoro…), misure ergonomiche (progettazione ergonomica dell’ambiente e dei processi di lavoro) e misure di revisione della politica aziendale (azioni di miglioramento della comunicazione interna, della gestione, delle relazioni, ecc.);
- soluzioni di interfaccia con i gruppi di lavoratori (formazione post-valutazione)”.
Sulla base poi dei risultati della valutazione dei rischi, “l’articolazione degli interventi seguirà l’evidenziazione dei singoli aspetti critici sia oggettivati che oggettivamente percepiti”.

Quali i contenuti del documento di valutazione dei rischi?
Il DVR, riguardo allo stress correlato, deve documentare l’effettuazione di questi interventi:
- “le azioni di sensibilizzazione ed informazione effettuate, i soggetti coinvolti e gli strumenti adottati;
- l’analisi documentale in ordine alla descrizione dell’organizzazione del lavoro, della gestione del sistema di sicurezza e tutela della salute e dei flussi informativi inerenti gli indicatori aziendali di stress lavoro-correlato;
- le azioni formative intraprese per le varie figure interne (strumenti adottati e durata delle iniziative);
- il processo valutativo effettuato con gli strumenti di indagine oggettiva / soggettiva utilizzati ed il report di analisi dei dati con il livello di rischio per aree/gruppi omogenei;
- il programma delle misure di prevenzione/protezione collettiva ed individuale da attivare con la tempistica di intervento ed il ruolo dei soggetti aziendali che vi devono provvedere; - l’eventuale sorveglianza sanitaria mirata ai gruppi a rischio, implementata nel piano sanitario esistente, compresi i programmi di promozione della salute su base volontaria;
- il piano di monitoraggio/follow-up con relativa tempistica”.

Rimandandovi alla lettura esaustiva della guida, presente nella Banca dati di PuntoSicuro, facciamo un breve cenno alla Legge regionale veneta 22 gennaio 2010, n. 8 “Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psicosociale della persona sul luogo di lavoro” con la quale la Regione Veneto “promuove e sostiene azioni ed iniziative volte a prevenire il disagio lavorativo, a contrastare l’insorgenza e la diffusione di fenomeni di mobbing e di stress psico-sociale e a disincentivare comportamenti discriminatori o vessatori correlati all’attività lavorativa promuovendo corretti stili di vita”. Ad esempio attraverso l’istituzione dei Centri di riferimento per il benessere organizzativo.

Riportiamo per concludere un breve elenco di alcune attività considerate ad elevato rischio stress:
- secondo l’Università di Manchester (1987): minatori, agenti di polizia, agenti di custodia carceraria, lavoratori delle costruzioni;
- secondo la Società di Medicina del Lavoro ed Igiene Industriale (SIMLII): controllori del traffico aereo, guida di autobus, lavoratori a turni, lavoratori della sanità, insegnanti, forze di polizia, pubblica amministrazione, lavoratori atipici, addetti call center.



Per avere info sulle modalità o costi per aggiornare/modificare il D.V.R. vai al seguente link:

//www.reteimprese.it/sers_A48662B25656