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Millesimi di riscaldamento norma uni 10200- archenergy pescara, chieti ape, diagnosi e ristrutturazioni

La ripartizione delle spese di riscaldamento avviene secondo la norma UNI 10200:2013 .

I principi base sono due:
1) una quota si paga a consumo di calore volontariamente prelevato dall'impianto
2) una quota si paga a "millesimi di potenza installata" nell'alloggio come disponibilità del "servizio riscaldamento"

La norma UNI 10200 fornisce i principi per la ripartizione delle spese di riscaldamento nei condomini in funzione dei consumi di calore di ogni utente, calcolati con ripartitori e contabilizzatori di calore. I principi riportati in tale norma tecnica sono quelli richiesti attualmente dalla normativa regionale in Piemonte.

La spesa totale annua "T" per il riscaldamento viene composta dalla somma delle spese energetiche "Se" relative ai consumi e le spese fisse "Sf" :
T = Se + Sf [€]

Le spese energetiche "Se" comprendono le seguenti voci di spesa:
- spesa per l'acquisto del combustibile ( A ), comprensiva delle spese relative ai consumi degli alloggi, alle perdite della rete e al rendimento della centrale termica;
- spesa per l'energia elettrica consumata per il funzionamento delle apparecchiature in centrale termica e nelle sottostazioni ( B ).

Le spese fisse "Sf" comprendono le seguenti voci di spesa:
- spesa per la conduzione e la manutenzione ordinaria ( M );
- spesa per la gestione del servizio di contabilizzazione del calore e di ripartizione della spesa di riscaldamento (qualora esista) ( C );
- spesa di ammortamento relativa al periodo considerato (qualora esistano particolari accordi in proposito) ( R ).

Secondo il metodo UNI, le spese energetiche "Se" vengono ripartite sulla base dei consumi termici di ogni singolo alloggio ricavati dai ripartitori di calore.
Invece le spese fisse "Sf" vengono ripartite sulla base delle frazioni millesimali di potenza installata di ogni singolo alloggio (somma della potenza di ogni singolo corpo scaldante). L'assemblea condominiale può anche decidere di ripartire le spese fisse "Sf" sulla base delle quote millesimali della volumetria degli alloggi.
Tale metodologia è quella che viene normalmente utilizzata per la ripartizione delle spese di riscaldamento tra le varie unità abitative componenti il condominio.
Essa però non tiene però conto delle caratteristiche di esposizione dei singoli appartamenti, le quali possono comportare notevoli scompensi economici nelle somme pagate dai diversi condòmini per ogni m3 di ambiente riscaldato; ovvero, gli appartamenti che presentano maggiori superfici esposte all'ambiente esterno (pareti perimetrali - soprattutto se esposte verso il nord - soffitti o pavimenti verso il terreno o verso ambienti non riscaldati), si trovano a pagare cifre sensibilmente più elevate di quelle degli appartamenti meno esposti, e spesso più elevate di quelle pagate in precedenza, in assenza del sistema di ripartizione del calore. A volte non si ritiene equa ed accettabile tale suddivisione dei costi, in quanto gli appartamenti più esposti fanno per così dire da "cappotto" agli appartamenti meno esposti riducendo la loro richiesta di fabbisogno di riscaldamento.

È però possibile tenere conto di tali caratteristiche delle unità abitative con il metodo descritto nel seguito.

Ancora una volta la norma UNI 10200 ci viene in aiuto indicando come stabilire le percentuali di quota fissa e quota consumo da applicare ai riparti di fine anno del condominio. La quota fissa (generalmente applicata al 30 - 40%) andrebbe calcolata attraverso una diagnosi energetica dello stabile eseguita da un termotecnico competente: verificando quelle che sono le dispersioni degli appartamenti si risale al consumo involontario ceduto all'esterno attraverso i muri, le finestre, il tetto etc. Di conseguenza verrà calcolata la quota a consumo.

Archenergy Pescara, Chieti Ape, diagnosi e ristrutturazioni