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Comunicati Stampa

La ricerca osteopatica

Una ricerca osteopatica fu svolta presso il “Chicago Osteophatic Hospital” dove, tra il 1969 e il 1972, più di 6000 pazienti ricoverati presero parte ad uno studio.

Le osservazioni visive e palpatorie furono registrate ed analizzate da osteopati internisti in relazione con i problemi di salute dei pazienti.

I risultati accertarono il chiaro legame tra l’area midollare diagnosticata dagli osteopati come quella coinvolta e gli organi corrispondenti malati del paziente.

Nelle conclusioni, i ricercatori confermarono che le manifestazioni somatiche riscontrate tra gli oltre 6000 pazienti ospedalizzati, supportano la teoria osteopatica riguardo l’esistenza di rapporti viscero-somatici.

Nel corso degli anni si cercò di validare il concetto osteopatico all’interno di progetti svolti in ambito clinico con un ulteriore studio che approfondisse la relazione tra i disturbi degli organi pelvici, del torace e l’area midollare; in seguito a questa ricerca, e dopo un numero significativo di test, è emerso che tale reazione si verifica:

  • In presenza di un limitato movimento intervertebrale;

  • In presenza di un limitato movimento intervertebrale associato ad una posizione vertebrale anomala;

  • In presenza di un limitato movimento intervertebrale associato ad una muscolatura paravertebrale anomala.

  • I casi valutati presentavano disturbi a: cuore, aorta, bronchi e polmoni per 86 casi, mentre 101 casi presentavano disfunzioni dell’apparato genitale femminile.

    Nel 1965 fu effettuata una ricerca presso il “Los Angeles Country Osteophatic Hospital” sull’efficacia del trattamento osteopatico su 239 bambini con più di 3 anni affetti da polmonite.

    Le conclusioni dimostrarono che, su casi analoghi, i risultati ottenuti nell’ospedale osteopatico furono migliori rispetto a quelli ottenuti presso istituzioni non osteopatiche.

    Nello stesso periodo fu realizzata anche una ricerca sull’esistenza di una relazione tra il sistema muscolo-scheletrico ed i disturbi cardiaci, con risultati che successivamente evidenziarono chiaramente tale correlazione.

    Attraverso la palpazione, le scoperte a raggi X, la fluoroscopia e l’ECG, si arrivò inoltre a dimostrare come, dopo la correzione apportata mediante il trattamento spinale in 150 pazienti che in gran parte riportavano una mutazione asimmetrica della spirale del DNA, si registrassero vari gradi di sollievo nei sintomi cardiaci e questi cambiamenti furono oggettivati da esami clinici e di laboratorio.

    Nel 1981 i medici del “Riverside Osteophatic Hospital” di Trenton nel Michigan, diedero inizio ad una ricerca volta ad accertare l’esistenza di un riflesso viscero-somatico che potesse essere facilmente individuabile e correlato alla presenza di aterosclerosi nelle problematiche dell’arteria coronarica; complessivamente 88 pazienti, ciascuno dei quali con una malattia coronarica sottoposti a cateterizzazione cardiaca, venne applicato un protocollo standard di valutazione osteopatica dell’apparato muscolo-scheletrico da un osteopata all’oscuro dei risultati della prova cardio-catetere.

    I risultati confermarono la correlazione tra aterosclerosi coronarica e anomalie nei range di movimento e nella consistenza dei tessuti molli relativi a quarto e quinto segmento toracico e terzo segmento cervicale.

    Nello stesso anno, uno studio eseguito presso il “Philadelphia College of Osteophatic Medicine”, dimostrò che con il trattamento manipolativo osteopatico si era verificato un abbassamento definito, misurabile e significativo della pressione intraoculare, assumendo una straordinaria importanza per quei pazienti affetti da glaucoma cronico ad angolo aperto.