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Desiderare il desiderio

La nostra società è tutta pervasa di desiderio: desiderio di far carriera, di consumo, desiderio tuttavia di oggetti e in quanto tale indotto dall’esterno. Tra tutti i desideri quello sessuale, che dovrebbe essere la nostra linfa vitale, rimane in sordina, a volte nascosto a volte del tutto assente.
Il nostro sembra essere il tempo dei paradossi ed è appunto un paradosso quello che stiamo vivendo in quanto assistiamo quotidianamente tanto all’assenza di desiderio quanto al preoccupante dilagare e agire di desideri irrefrenabili.
Il desiderio si è come “ingrippato”: da un lato cresce il numero di persone afflitte da un “libidogramma piatto” che arrivano talvolta a scegliere addirittura la castità, una vita senza sesso, dall’altro un numero sempre più alto di molestatori e stupratori, di desideri irregolari, incontrollati e incontrollabili. Tra questi due estremi si situano i “desideri soddisfatti in fretta”; crescono, infatti, i fruitori dell’eros mercenario, delle hot line, fenomeno incomprensibile in un’epoca di acquisita libertà sessuale.
Un’analisi della tipologia di tali consumatori (sempre più spesso mariti insospettabili e apparentemente soddisfatti) induce tuttavia a pensare che tale fenomeno rappresenti il tentativo di trovare altrove quanto la vita a due inevitabilmente fa morire. Infatti, oggi il vero problema non è tanto il desiderio quanto la sua coesistenza nella coppia.
L’alchimia dell’eros non è infatti unicamente dipendente da fattori chimici come molti speranzosi negli afrodisiaci e nella pillola del piacere potrebbero pensare. Al contrario molto spesso sono proprio delle sostanze chimiche quali i farmaci ad inibire il desiderio sessuale:antipertensivi, antipsicotici, antidepressivi incluso il recente Prozac e nonostante i suoi benefici effetti sull’umore.
Il desiderio sessuale ha nemici sia esterni quali il lavoro (sia quando se ne è troppo sobbarcati che nella condizione opposta della disoccupazione) e l’arrivo di un figlio, che interni riconducibili a sentimenti e stati d’animo quali l’ansia, la depressione, la rabbia, la paura del successo e dell’intimità.
Complici del desiderio sono invece l’universo del nostro immaginario, la proibizione, il senso del limite, la capacità di sorprendere sempre il partner, di non arrendersi alla routine, di mantenere spazi privati e segreti e non una magica pillola del piacere come sempre più spesso le cronache propongono all’attenzione del grande pubblico.
Attivare il desiderio proprio e altrui significa essere protagonista della propria esperienza a partire dal proprio desiderio; questo è quanto permette a chiunque individuo, uomo o donna che sia e a qualunque età, di sperimentare l’arte della seduzione “innaffiando” e “curando” il terreno ad essa più congeniale rappresentato dalla sensorialità: è importante, infatti, anche saper usare bene i cinque sensi per sedurre e per essere sedotti.
Dott.ssa Isola ma quali sono i disturbi del desiderio?
Possiamo suddividerli in due categorie. La prima comprende il Disturbo da Desiderio Sessuale Ipoattivo, dove le fantasie sessuali e il desiderio di avere un’attività sessuale sono carenti o inesistenti. Il Disturbo da Avversione Sessuale, invece, è la persistente o ricorrente estrema avversione ed evitamento di tutti (o quasi tutti) i contatti sessuali genitali con un partner.
Quale è la terapia sessuologica in questi casi?
Dopo aver analizzato accuratamente la domanda del paziente, la dove è possibile, ci si rivolge alla coppia, costruendo un percorso terapeutico adatto alla situazione personale e/o relazionale. Ad esempio, se il disagio lamentato è il frutto di problemi legati alla relazione con il partner, di incomprensioni, di una mancata comunicazione su tutti i fronti, ecc. si potrà procedere analizzando i pensieri o i comportamenti che ostacolano il funzionamento in queste aree. Questo potrà condurre ad un aumento della comunicazione all’interno della coppia, al miglioramento delle abilità sessuali e all’abbassamento dell’ansia da prestazione. In altri casi è possibile utilizzare altre forme di terapia che prevedono, oltre alla prescrizione di mansioni sessuali, un’analisi introspettiva da parte del paziente con lo scopo di modificare la propensione ad inibire i propri impulsi erotici, insegnandogli a non reprimere la tendenza naturale all’eccitazione sessuale.

Dott.ssa Elena Isola

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