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Bullismo e aiuto psicologico

BULLISMO E AIUTO PSICOLOGICO

La Scuola, permeata di principi educativi favorenti lo sviluppo delle personalità, delle conoscenze e delle differenti inclinazioni dei suoi allievi, rappresenta, suo malgrado, anche uno dei principali contesti sociali caratterizzati dal fenomeno del bullismo.

Un atto di bullismo è un'azione aggressiva di sopraffazione/intimidazione, perpetrata nel tempo, commessa da un soggetto verso un altro soggetto.

Spesso il soggetto che commette l' atto aggressivo viene definito “forte”, il bullo, mentre, colui che riceve la sua violenza viene considerato “debole”, la vittima.

Il fenomeno del bullismo è analizzato abbondantemente dalla letteratura psico-pedagogica che descrive tre tipi di bullo: il dominante, il gregario e il bullo vittima.

Per quanto riguarda la vittima, questa può essere passiva oppure provocatrice. Nella Scuola in cui si verificano atti di bullismo, c'è di norma un dispiegamento di forze collaboranti al fine di consentirne un'ampia azione educativa-formativa di tutti i soggetti coinvolti( adulti e ragazzi).

Insegnanti, genitori, D.S, etc. vengono formati allo scopo di contribuire ad estinguere le condotte lesive del rispetto della persona riscontrate in una data classe.

Si provvede a convocare gli alunni coinvolti in atti violenti verso i compagni e probabilmente a sottoporli ad un provvedimento disciplinare, anche se, il più delle volte, questi ragazzi si calmano per poche settimane e poi riprendono il loro atteggiamento di prevaricazione sugli altri.

Chi a scuola è vittima di compagni ( bullo, aiutante, sostenitore) che lo squalificano verbalmente o dai quali riceve maltrattamenti fisici, si sente spesso bloccato, incapace di difendersi.

La vittima del bullo finisce col chiedere aiuto ai propri familiari, i quali a loro volta, se non trovano soluzione al problema attraverso l'intervento degli operatori scolastici, si rivolgono ad uno specialista privato.

La vittima ha necessità di essere aiutata a superare il danno psicologico provocato da tutti i soprusi del suo “aguzzino”, nonché a trovare un modo adeguato ad affrontare quest'ultimo per cambiare la relazione da complementare a simmetrica
( cioè basata sull'uguaglianza).

Un sostegno psicologico occorre anche per il bullo, che, se rifiutasse un aiuto personalizzato, potrebbe almeno ottenere giovamento dal lavoro dello psicologo scolastico.

Lo psicologo scolastico, agendo all'interno della classe, potrebbe riuscire a modificare il comportamento disfunzionale del gruppo dei coetanei.

Un caso di bullismo

I familiari di un adolescente che era vittima di un bullo della sua classe, si rivolsero ad uno psicologo privato allo scopo di aiutare il figlio a superare il periodo di sconforto che stava attraversando.

Il ragazzo, dissero i genitori allo psicologo, sembrava depresso, soprattutto al rientro a casa, in quanto non mangiava e rimaneva per molte ore chiuso in camera sua.

Lo psicologo conobbe direttamente il ragazzo, che, solo dopo alcune sedute, se la sentì di raccontare i soprusi subiti a scuola.

Il ragazzo disse che da alcuni mesi un suo compagno lo aveva preso di mira in vari modi, mentre nei primi giorni di scuola era stato da lui completamente ignorato.

Si intuisce che, nelle prime settimane di scuola, il compagno, tendente alla sopraffazione, stava solo studiando la sua probabile vittima all'interno della classe, o semplicemente che, il paziente , non era apparso abbastanza debole o estraneo al gruppo tanto da essere attaccato.

Durante la relazione terapeutica, il paziente dichiarò di voler uscire dalla sua depressione e inoltre chiese di apprendere le modalità per superare la propria condizione di vittima.

Dopo un ciclo di varie sedute di sostegno psicologico, il ragazzo raggiunse gli obiettivi che si era proposto.

Anche le attività di gruppo ( per migliorare la conoscenza di sé e degli altri; per lo sviluppo del senso morale; per lo sviluppo delle emozioni) guidate dallo psicologo della scuola, furono utili al superamento dei problemi relazionali del paziente ed ebbero buoni risultati anche sui suoi compagni di classe.

E' necessario che ogni Istiuto scolastico provveda alla formazione del personale della scuola in tema di bullismo, adotti gli opportuni interventi disciplinari a riguardo, chiami in causa i familiari del bullo, e richieda un intervento psico-educativo alla convivenza collaborativa e pacifica tra gli allievi, da attuarsi nel gruppo-classe coinvolto, al fine di evitare che l'alunno vittima di bullismo, pur di vivere un periodo di crescita sereno, sia costretto a cambiare scuola.

Invece, la possibilità di essere sostenuto dalla Scuola stessa, lo farà sentire più forte, più compreso, più disponibile a imparare a instaurare con gli altri una relazione simmetrica e collaborativa.

Riferimento per citare questo articolo:

Autrice: Scorpiniti Margherita
Bullismo e aiuto psicologico, Roma – 15/12/2010 www.reteimprese.it/psicologoguidonia

Bibliografia

//www.uspcremona.it “Conoscere e prevenire il bullismo”-Percorso formativo per docenti-USP Cremona – Centro CRIAF a.s. 2008-2009

Scorpiniti, M. (2006) Collaborazione scuola-famiglia:"alleanza educativa" o rischio di ingerenza? Aspettative reciproche e difficoltà. SRM Psicologia Rivista (www.psyreview.org).