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Ma com'è fatto il Gohonzon e perchè?

A voler essere minuziosi, solo per descriverlo in ogni sua parte occorrerebbe un'enciclopedia, per cui prenderò le parti di interesse maggiore.

Si tratta di una pergamena in cui Nichiren descrive con caratteri cinesi e sanscriti il giuramento dei Bodhisattva nel capitolo del sutra del Loto “L'apparizione della torre preziosa” che identifica la connessione tra l'uomo e la propria buddità. Nel Gohonzon viene posta al centro con la scritta Nam myoho renge kyo e subito sotto Nichiren, perché l'entità della legge è egli stesso, quindi ogni essere vivente, budda compreso. Ci sono anche i dieci mondi; Riunyo la figlia del Re Drago , che nel sutra si illumina pur essendo donna e animale a testimonianza che l'illuminazione è in tutti e non prevede discriminazione di sesso o di forma. C'è il Budda e la sua emanazione che identificano il razionale e il trascendentale.

Il Gohonzon nella sua interezza esprime tutto ciò che è l'essere vivente in ogni istante di vita, per cui il credente che recita Nam myoho renge kyo davanti a esso, in realtà si guarda allo specchio e relaziona la causa interna, la recitazione, alla causa esterna, il Gohonzon. Ho scritto ampiamente infatti che abbiamo una costante interazione e che nulla si muove altrimenti, e il Gohonzon risponde alle stesse leggi.

E' molto importante che non si pensi mai all'oggetto di culto come la rappresentazione di qualcosa lontana da noi, ma come la vita stessa. Infatti, pregando di fronte a questa pergamena, il pensiero non è mai rivolto a una qualche richiesta o a lasciare un voto in favore di fortuna, ma a rivelare ciò che siamo senza appannaggi illusori. In quel momento siamo soli, ma al contempo immersi nell'universo che comprendiamo nella nostra unicità. La recitazione di nam myoho renge kyo è l'armonizzazione tra la fisicità, la mente e l'entità che abbraccia tutto. In questa pratica spariscono i preconcetti, i dogmi e la supponenza.

Nel Gohonzon l'uomo non trova un alleato, ma se stesso e ciò che conta nell'approccio, non è nella forma, ma nel rispetto che si deve verso la propria vita. E' una relazione che si costruisce di minuto in minuto proprio come una personalità in crescita. Più ritorni a ciò che sei veramente, più il Gohonzon acquista valore perché la consapevolezza di quanto siamo preziosi, uscirà allo scoperto come mai avremmo immaginato. Il segreto sta nella relazione tra noi e l'oggetto di culto, non certo da qualche altra parte.

Ora non mi resta che salutarti. Il senso di questo libro non è il convincerti a praticare, e il suo valore non lo esprimerà nel prezzo o in un improbabile successo futuro, ma deriverà dalle notti che ho speso, cercando le parole giuste, a volte ruvide, a volte ripetitive. Il reale valore che ho cercato in questo libro, era nello scriverlo, mettendomici dentro senza paura o pregiudizio, magari pensando di non esserne all'altezza o temendo di passare per l'arrogante di turno.

Niente di tutto questo. Domani dovrò comunque fare i conti con una vita che ho buttato spesso, ma pur sempre tornata.

Questo libro esprime poche cose, ma è capace di tanto, proprio come un cuore che batte solo perché è normale, mentre per noi è tutta la vita.

Ti lascio con l'ultima lettera che ho scritto a Perla dalla mia cella in carcere a Ferrara. E' incompiuta, perché mi hanno liberato proprio mentre la stavo scrivendo e rappresenta l'esatto momento in cui da quell'inferno ho estratto il mio futuro e voglio regalartela.

Fanne tesoro come se fosse la tua.

Nam myoho renge kyo.

Buon viaggio.

Magno.