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Piano casa a pescara
Il Piano casa passa in commissione: ecco le norme che approdano in consiglio

PESCARA. Anche nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico e nelle zone comprese all’interno della fascia di rispetto prevista tra la riviera e 50 metri all’interno.

Anche qui potranno essere applicate le norme e le prerogative previste nel Piano Casa che domani approderà all’esame del Consiglio comunale di Pescara.
Le due modifiche apportate alla versione originale del documento sono state approvate ieri pomeriggio dalla Commissione Gestione del Territorio, presieduta dal consigliere Gianni Santilli, due modifiche che amplieranno il numero degli utenti che potranno avvalersi dello strumento, «senza però prevedere deroghe alle altezze dei fabbricati, dunque senza grandi stravolgimenti sul territorio».
Lo ha annunciato l’assessore alla Gestione del Territorio, Marcello Antonelli, dopo il voto della delibera, passata con i voti a favore della maggioranza e l’astensione della minoranza.
Lo strumento – hanno ricordato l’assessore Antonelli e il Presidente Santilli – era stato redatto già lo scorso gennaio, dunque rispettando i 120 giorni concessi dal governo regionale per il recepimento della legge e la predisposizione del documento, nato dal confronto aperto con gli Ordini professionali, le Associazioni ambientaliste e gli stessi costruttori.
Poi però si è deciso di rivedere lo strumento originario per introdurre piccole modifiche nate da alcune riflessioni partite dal territorio.
«Il Piano Casa punta sostanzialmente a rilanciare l’edilizia», ha detto Antonelli, «concedendo delle premialità di cubature su immobili già esistenti e su immobili che si intendono demolire e ricostruire con norme urbanistiche chiare. Abbiamo inserito ad esempio la possibilità di ampliamento del 20 per cento per gli immobili già esistenti, progetti che partiranno con una semplice Dia; inserita invece la premialità del 35 per cento nel caso di demolizioni integrali e ricostruzione degli edifici realizzati prima del 31 marzo 2009. In questo caso sarà necessario il permesso a costruire e soprattutto il rispetto di determinati requisiti: i nuovi fabbricati dovranno infatti essere adeguati agli attuali standard energetici, tecnologici e di sicurezza, anche sismici, e dovranno essere utilizzate tecniche costruttive di bioedilizia, in cui sia previsto l’uso di fonti di energia rinnovabili, con l’introduzione di dispositivi finalizzati al risparmio e al riutilizzo delle risorse idriche».
Nel corso delle ultime settimane la maggioranza di Palazzo di città ha poi deciso di consentire l’applicazione del Piano Casa anche nelle aree sottoposte a tutela paesaggistica e nelle aree comprese nella fascia litoranea di 50 metri misurata a partire dal ciglio della strada lato monte, confermando invece l’esclusione per le superfici ricadenti all’interno del perimetro del Piano Demaniale comunale, o vincolate dall’articolo 65 delle norme tecniche d’attuazione e ricadenti all’interno delle zone A e B del redigendo Piano di Rischio Aeroportuale.
Premialità consentite, tra l’altro, nelle aree del centro, su Porta Nuova, nella zona compresa tra il fiume e lo Stadio, la zona colli, la zona della via Tiburtina e di via Tirino.
Due le deroghe previste: la prima riguarda la distanza minima dei fabbricati dai confini; in tutti i settori urbanistici si è consentito un aumento della volumetria di 3 metri, ovunque tranne che nel quartiere dei Colli e nella fascia dei 50 metri dal mare, dove l’altezza massima resta fissa a 10, 80 metri.
Dalla legge regionale non è stata recepita a Pescara la norma che consente il trasferimento delle volumetrie da una zona all’altra della città.
Non solo, «anche i condomini potranno avvalersi del Piano Casa – hanno aggiunto l’assessore Antonelli e il Presidente Santilli – purchè venga presentato un progetto unitario, approvato all’unanimità dall’assemblea condominiale: in questo caso l’ampliamento del 20 per cento potrà svilupparsi in altezza o in appoggio, ma senza la copertura dei balconi. Per le aree sottoposte a vincolo paesaggistico, ovviamente, oltre a dover comunque sottostare alle norme del Piano regolatore in merito alle altezze massime consentite, per il rilascio dei permessi sarà comunque richiesto il parere dei Beni Ambientali, artistici e architettonici. Soprattutto ci preme sottolineare il coinvolgimento delle associazioni del territorio, gli ambientalisti, gli Ordini professionali, gli stessi costruttori che hanno dato il proprio contributo: forse per la prima volta la politica non si è chiusa all’interno delle quattro mura, ma si è aperta alla città. Il Piano Casa è frutto di una riflessione e di una valutazione condotta sul territorio con tutti i portatori di interesse che non sono stati sentiti solo in via consultiva, ossia una volta elaborato il Piano, ma sono stati coinvolti in via preventiva, prima dell’elaborazione del documento, affidando poi al Comune il compito di fare sintesi».

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