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Psicomotricità in acqua

La psicomotricità in acqua si avvale proprio dell’elemento liquido, come mediatore delle relazioni: in acqua si stravolgono tutte dinamiche siano esse relazionali, di equilibrio, di movimento e la percezione, dovute al fatto che le sensazioni propiocettive create dal contatto corporeo con l’acqua sono differenti rispetto a quelle che si generano dal contatto con l’aria. Per tale ragione si avrà un’influenza positiva su tutti gli aspetti dello sviluppo psicomotorio del bambino con un interessamento positivo, oltre che della motricità, anche dell’area affettiva, cognitiva e relazionale. Ovviamente per poter ottenere tali benefici occorre centrare l’attenzione sulla relazione affettiva, per dare la possibilità al piccolo di entrare in contatto con il proprio inconscio, mettendo in atto un rapporto di condivisione che assume valore terapeutico. Fino a poco tempo fa, infatti, era opinione diffusa che l’acqua favorisse l’insorgenza di malattie soprattutto da raffreddamento e, quando utilizzata nella riabilitazione, aveva soltanto scopo di tipo assistenziale: si interveniva sulla patologia e non sull’individuo nella sua globalità. Con la nascita della psicomotricità in acqua l’obiettivo non è più mirato solo al recupero del danno, quando possibile, ma allo sviluppo completo delle capacità e potenzialità del bambino attraverso l’utilizzo del gioco: lo psicomotricista deve avere la consapevolezza che da un lato un deficit fisico compromette le abilità dell’organismo, sia motorie che psichiche, dall’altro il deficit psichico influenza le funzioni cognitive, affettive, relazionali e di conseguenza anche quelle funzionali. Tenendo presente che l’acqua non è la panacea di tutte le patologie risulta essere, comunque, un ottimo elemento di mediazione nella psicomotricità: nei deficit psicomotori permette il raggiungimento della conoscenza corporea e la crescita affettivo-emotiva attraverso la relazione con l’adulto, in uno spazio privilegiato di contenimento e fiducia; nei bambini con problemi percettivi si assiste ad un miglioramento psicologico attraverso il movimento: poiché vivono con angoscia lo spazio, in acqua riescono a raggiungere una certa tranquillità perché si sentono contenuti, riescono a muoversi con più libertà aumentando, in questo modo, anche la propria autostima; nei bambini ipercinetici, l’acqua permette di rallentare i movimenti ed aumentare la concentrazione, la consapevolezza e la capacità di progettare e assimilare tramite l’esperienza degli atti compiuti in ambiente liquido; con i bambini psicotici, che hanno grandi difficoltà a differenziare il “dentro” dal “fuori”, il lavoro psicomotorio in acqua aiuta la scarica delle tensioni e dell’aggressività poiché, essendo un elemento che non si rompe, aiuta l’affermazione e la consapevolezza di sé; questi bambini riescono a realizzare il desiderio di fusione: il bambino vive il corpo dell’altro, e in questo caso dell’operatore, come sicurezza e condivisione, e in questo modo si riduce l’annullamento e la dispersione di sé. Infine nelle difficoltà relazionali e comunicative l’acqua è un elemento importantissimo poiché aiuta il bambino a ricreare la relazione arcaica e a ricostruire l’individuazione attraverso il contatto corporeo e la facilità e l’immediatezza delle relazioni: tale elemento infatti favorisce lo scambio e il dialogo corporeo attraverso la pelle, canale sensoriale che ci permette di ricevere informazioni essenziali per il nostro sviluppo. In questo modo si può creare una relazione significativa che può, poi, essere trasferita in altri contesti. Non a caso attraverso la psicomotricità in acqua si può assistere nel tempo a un cambiamento in positivo in diverse aree di sviluppo: Nell’interazione sociale vengono favoriti: l’aggancio visivo diretto, l’espressione mimica, le posture che regolano l’interazione sociale, la ricerca spontanea della condivisione, la reciprocità sociale ed emotiva; A livello comunicativo si assiste ad un miglioramento dell’attenzione visiva ed uditiva, il gioco di imitazione, lo scambio; Nella sfera comportamentale si assiste ad una riduzione degli atteggiamenti stereotipati, dell’aggressività, dell’isolamento, mentre aumentano le capacità adattative e la disponibilità.

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