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DISMORFISMO CORPOREO

L’interesse sociale nei confronti del Disturbo di Dismorfismo Corporeo (BDD) è cresciuto solo recentemente nonostante sia stato documentato per la prima volta nel 1886 dal ricercatore italiano Morselli sotto la denominazione “Dismorfofobia”. Una delle fonti di descrizione più complete è senza dubbio il Manuale per la diagnosi dei disturbi mentali (DSM-IV TR), secondo il quale esistono almeno tre criteri necessari ad effettuare una diagnosi di BDD: Criterio A: La preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico il quale può essere immaginario, oppure, se è presente una piccola anomalia fisica, la preoccupazione del soggetto è di gran lunga eccessiva. Criterio B: La preoccupazione deve causare disagio significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, oppure in altre importanti aree di funzionamento dell’individuo. Criterio C: La preoccupazione non è meglio attribuibile ad un altro disturbo mentale (per es. l’insoddisfazione per la forma e le misure corporee nei Disturbi del Comportamento Alimentare). La caratteristica essenziale del Disturbo di Dismorfismo Corporeo è la preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico Il difetto può essere immaginario, oppure, se è presente una piccola anomalia fisica, la preoccupazione del soggetto è di gran lunga eccessiva. Le lamentele riguardano facilmente difetti lievi o immaginari del viso o della testa, come i capelli più o meno folti, l’acne, rughe, cicatrici, manifestazioni vascolari, pallore o rossore, sudorazione, asimmetrie o sproporzioni del viso, oppure eccessiva peluria. Altre preoccupazioni comuni riguardano la forma, le misure, o qualche altro aspetto di naso, occhi, palpebre, sopracciglia, orecchie, bocca, labbra, denti, mascella, mento, guance o testa. Tuttavia ogni altra parte del corpo può diventare motivo di preoccupazione (per es. i genitali, le mammelle, le natiche, l’addome, le braccia, le mani, i piedi, le gambe, i fianchi, le spalle, la colonna, regioni più estese del corpo o le misure corporee globali, o la corporatura e la massa muscolare). La preoccupazione può riguardare simultaneamente diverse parti del corpo. La gran parte dei soggetti con questo disturbo sperimentano grave disagio per la loro supposta deformità, descrivendo spesso le loro preoccupazioni “devastanti”. Le persone spesso passano molte ore al giorno a pensare al loro “difetto”, al punto che questi pensieri possono dominare la loro vita. Si verifica facilmente menomazione significativa in molte aree del funzionamento mentale. Sentimenti di consapevole vergogna per il proprio “difetto”, possono portare all’evitamento delle situazioni di lavoro, scuola o di contatto sociale. Decorso Il Disturbo di Dismorfismo Corporeo insorge solitamente durante l’adolescenza, in egual misura in entrambi i sessi, ma possono iniziare durante la fanciullezza. Comunque, il disturbo può non essere diagnosticato per molti anni, perchè spesso i soggetti col disturbo sono riluttanti a rivelare i loro sintomi. L’esordio può essere sia graduale, sia improvviso. Il disturbo spesso ha un decorso pressoché continuativo, con pochi intervalli liberi da sintomi, per quanto l’intensità dei sintomi possa aumentare e diminuire nel tempo. La parte del corpo al centro della preoccupazione può rimanere la stessa oppure cambiare. Manifestazioni e disturbi associati Il frequente controllo del difetto, o direttamente o in una superficie riflettente (per es., specchi, vetrine dei negozi, paraurti delle macchine, vetri degli orologi) possono occupare parecchie ore della giornata. Certi soggetti utilizzano illuminazioni speciali oppure lenti di ingrandimento per esaminare il proprio “difetto”. Possono esservi comportamenti esagerati di pulizia (per es. eccessi nel pettinarsi, nell’eliminazione dei peli, applicazioni ritualizzate di cosmetici, manipolazione della pelle). Sebbene l’intento usuale del controllo e della pulizia sia di diminuire l’ansia, essere rassicurati sul proprio aspetto o migliorare temporaneamente il proprio aspetto, questi comportamenti finiscono spesso per far aumentare la preoccupazione e l’ansia connessa. Di conseguenza alcuni soggetti evitano gli specchi, talora ricoprendoli o eliminandoli dall’ambiente. Altri alternano periodi di eccessivi controlli allo specchio a periodi di evitamento. Altri comportamenti che mirano a migliorare il “difetto” includono l’esercizio eccessivo (ad es., sollevamento pesi), la dieta ed il cambiare frequentemente gli abiti. Possono esserci frequenti richieste di rassicurazione circa il “difetto”, ma le rassicurazioni portano sollievo solo temporaneo, quando lo portano. La consapevolezza del difetto percepito spesso è scarsa, ed alcuni soggetti sono deliranti; cioè, sono completamente convinti che la loro visione del difetto è certa e non distorta, e non possono essere convinti altrimenti. L’evitamento delle attività usuali può portare ad un isolamento sociale estremo. In certi casi, la persona può uscire di casa solo di notte, quando non può essere vista, o rimanere chiusa in casa talora per anni. I soggetti col disturbo possono abbandonare la scuola, evitare i colloqui di lavoro, lavorare al di sotto delle loro possibilità, oppure non lavorare per nulla. Possono avere pochi amici, evitare incontri sentimentali e altre interazioni sociali, avere difficoltà coniugali, o divorziare a causa dei loro sintomi. Diversamente dalle normali preoccupazioni riguardo l’aspetto fisico, la preoccupazione per l’aspetto fisico nel Disturbo di Dismorfismo Corporeo comporta eccessivo dispendio di tempo, e risulta associata con significativo disagio o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree. Tuttavia il Disturbo di Dismorfismo Corporeo può risultare sotto-diagnosticato negli ambienti in cui si praticano interventi estetici. Il Disturbo di Dismorfismo Corporeo può ritrovarsi associato con Disturbo Depressivo Maggiore (Episodio Singolo e Ricorrente), Disturbo Delirante (tipo Somatico), Fobia Sociale, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbi Somatoformi, Disturbo del Comportamento Alimentare. Trattamento Farmacologico e Psicoterapeutico Spesso nei casi di disturbo di dismorfismo corporeo, i pazienti ricorrono a trattamenti costosi e spesso poco risolutivi e ogni tanto peggiorativi non psichiatrici. Questo disturbo può essere trattato con farmaci psichiatrici, psicoterapia o con una combinazione delle due. I trattamenti psicologici sono molto puntati al miglioramento dei sintomi tramite terapia cognitivo-comportamentale. La terapia cognitivo-comportamentale in associazione con quella farmacologica risulta essere più efficace rispetto ad una terapia comportamentale in associazione a quella farmacologica. L'aspetto cognitivo della TCC si concentra sulla ricostruzione cognitiva per scovare e modificare quei modi di pensare distorti e non realistici; la parte comportamentale invece si concentra sui comportamenti problematici per diminuirli e in seguito eliminarli per poi sostituirli con altri comportamenti più sani.

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