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I DISAGI ALIMENTARI

Il Disagio alimentare indica una vera e propria malattia, che si riscontra sempre più frequentemente in ragazze giovani, ma anche in soggetti di trenta, trentacinque anni. E’ un " male di vivere" che forse nasce da un rapporto distorto con la famiglia e con gli altri, ma prima di tutto con sé stessi, con la propria individualità. Alla fine degli anni Sessanta le patologie alimentari hanno subito un impressionante aumento, dovuto al fatto che questi disturbi costituiscono l’espressione estrema del cambiamento delle aspettative sociali nei confronti delle donne. Quasi sempre inizia con una dieta, ma alla base ci sono molte altre cause scatenanti che portano queste ragazze a cercare l’ illusione di poter spostare sul cibo il controllo che pensano di non avere sulla propria vita . Ci sono delle difficoltà di relazione in famiglia e nei rapporti con gli altri che si accompagnano ad una insoddisfazione nei confronti del proprio aspetto e delle forme del proprio corpo. Purtroppo, quando le diete sono troppo drastiche, portano il corpo ad avere comportamenti biologici funzionali alla sopravvivenza; viene così prodotta una quantità di serotonina (neurotrasmettitore che seda la sofferenza e il dolore) molto superiore alla norma e così, per i primi tempi, queste ragazze sentono di avere una forza e delle capacità superiori alla norma. Questo periodo, che è quello più critico per l’instaurarsi della malattia, viene definito " luna di miele con l’anoressia ". A questo punto si instaura un meccanismo che è quello che rende così difficile la cura di questa malattia: la sensazione che provano queste ragazze di aver trovato la cura per i propri problemi. Con il protrarsi della dieta, che diventa sempre più restrittiva, anche questo vantaggio iniziale viene a mancare ed inizia la fase della depressione, della fobia per il cibo, della percezione errata della propria immagine corporea, la scomparsa del ciclo mestruale. Molte ragazze ed anche adulti, per motivi diversi, devono osservare una dieta dimagrante, ma non per questo sviluppano questa malattia. L’insoddisfazione per il proprio peso, per l’aspetto fisico, porta a fare una dieta. Come già detto, la cosa particolare è che in questi casi la dieta è severa e viene utilizzata per aumentare la propria autostima, ci si gioca il senso di autocontrollo ed il proprio valore personale; questa è la differenza rispetto al semplice perdere qualche chilo. Anche il clima culturale in cui oggi le ragazze crescono, ha un peso fondamentale nell’instaurarsi di questa malattia. La bulimia, pur avendo alla base gli stessi valori culturali che stanno alla base dell’anoressia, ha alla base anche una difficoltà molto evidente di autonomizzazione dalla propria famiglia d’origine, oppure si instaura dopo l’anoressia, la dove c’è un carattere più impulsivo e meno volitivo. Allora si cede alla "tentazione" del cibo abbuffandosi in modo compulsivo ed ossessivo, poi si ricorre al vomito per rimediare. I disagi del comportamento alimentare richiedono un approccio terapeutico complesso che si realizza con la collaborazione di molte figure (dietologi, endocrinoligi e psicoterapeuti).

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