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Rischio Rumore

Rischio rumore “L’udibilità di un suono varia in funzione dell’intensità di emissione e della distanza che ci separa dalla sua fonte” e che “l’unità di misura della pressione sonora è il Decibel (dB)”. Distinguiamo tra suoni e rumori facendo una distinzione tra “soglia del dolore” e “limite di sopportabilità”. Va sottolineato che all’ esposizione al rumore sono connesse anche varie patologie dell’apparato uditivo che “vanno da manifestazioni di tipo acuto, quali l’abbassamento temporaneo di soglia (ATS), a patologie di tipo cronico, con tendenza al peggioramento in funzione del tempo di esposizione”, segnalando che stimoli uditivi non connessi direttamente alla propria attività possono ridurre “la capacità di concentrazione e il livello di attenzione; questo, unito alle difficoltà di comunicazione tra lavoratori, può risultare negativo anche dal punto di vista della sicurezza. Infatti, un soggetto sottoposto a molteplici stimoli uditivi possiede una minore capacità discriminatoria, cosicché anche una segnalazione di allarme o un rumore dovuto a un pericolo, non vengono percepiti in quanto tale; quindi, anche l’istinto di autoprotezione e quello di salvaguardia della propria incolumità possono risultare ridotti”. Inoltre alle misure preventive va aggiunta l’adozione di specifici DPI, dispositivi di protezione individuale, il cui utilizzo “deve essere complementare e non alternativo a quanto indicato in precedenza”. Si ricorda che il D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. stabilisce per il Datore di Lavoro “l’obbligo di valutazione del rischio di esposizione a rumore e dell’adozione di un programma di sorveglianza sanitaria periodica, svolta dal Medico Competente, del personale esposto a livelli di rumore superiori agli 80 dB”.

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