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PSICOLOGA DELLO SPORT

Dici “psicologo dello sport” e subito pensi a calciatori sdraiati su un lettino che raccontano sogni e traumi infantili. E che dire di quelli che appartengono al partito del “medico sportivo no grazie”? Le società sportive dilettantistiche, sempre alle prese con budget da tagliare, hanno le idee chiare: giocatori e allenatore sono indispensabili, i dirigenti utili, il medico serve all’occorrenza. Lo psicologo no, “perché non siamo mica una squadra di pazzi”. Per cercare di abbattere questo muro di pregiudizio, si è svolto un dibattito aperto a tecnici e addetti ai lavori, sportivi e curiosi. Due professionisti dello sport, Fulvio Bianchi, Medico dello Sport, e Verena Boscolo, Psicologa dello Sport, per una sera si sono idealmente spogliati del camice con cui tutti sono soliti immaginarli al lavoro. E hanno spiegato in termini semplici in cosa consista il loro lavoro al servizio delle squadre sportive, rispondendo a domande e curiosità dei presenti su come “operino” in concreto. Se prevenzione è una delle parole d’ordine per quanto riguarda la medicina sportiva (“il medico non interviene solo quando c’è un infortunio, ma può essere una risorsa costante e una fonte di consigli per atleti e società” – afferma il dottor Bianchi), la psicologia dello sport si candida come disciplina del benessere. “Smettiamola di pensare che chi va dallo psicologo sia malato” – spiegala dottoressa Boscolo.“Nello sport, lo psicologo aiuta a sviluppare abilità mentali, migliorando la concentrazione, l’approccio alla gara, le relazioni interne”. E a chi, con un occhio al budget, si trova a dover scegliere tra l’acquisto dei palloni nuovi e la consulenza di un esperto, i due specialisti della Domus replicano: “Spesso noi offriamo prove gratuite, come questa serata, per spiegare cosa facciamo. Poi spetta alle società avere il coraggio di osare, uscendo dai soliti schemi”. Vanni Spinella, laureato in psicologia e giornalista sportivo per SKY

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